Astronomia e Arte a colloquio nell’esposizione ispirata alle immagini di Hubble Space Telescope
CHIAVENNA – Per 26 anni il telescopio spaziale Hubble — missione congiunta NASA ed ESA — ha espanso i nostri orizzonti cosmici. Grazie alle sue innumerevoli immagini, Hubble ha svelato nel dettaglio la bellezza, la meraviglia e la complessità dell’Universo, mettendole a disposizione del grande pubblico. Our Place in Space propone un viaggio visivo mozzafiato attraverso il nostro Sistema Solare fino ai confini dell’Universo conosciuto, sottolineato dalla percezione interpretativa di 10 artisti italiani che hanno tratto ispirazione dagli scatti di Hubble Space Telescope.
Fin dall’alba della civiltà gli uomini hanno alzato gli occhi al cielo per provare a dare un senso a ciò che vedevano e si sono posti le domande fondamentali: Da dove veniamo? Qual è il nostro posto nell’Universo? Siamo soli nello spazio? Oggi ci poniamo ancora questi stessi quesiti e anche se la tecnologia permette di espandere sempre più i nostri orizzonti nello spazio, la brama di trovare risposte cresce.
A partire dal suo lancio avvenuto nel 1990, il Telescopio Spaziale Hubble ha dato il suo contributo decisivo nel ricercare risposte, orbitando attorno alla Terra ogni 90 minuti. Hubble simboleggia appieno il desiderio umano di esplorare. Possiede strumentazioni avanzate costruite per osservare zone inesplorate dell’Universo ed è stato progettato per essere riparato in orbita da astronauti esperti che negli anni lo hanno fatto ripartire e migliorato. Hubble non ha solo compiuto innumerevoli scoperte astronomiche, ha anche avvicinato l’astronomia al grande pubblico soddisfacendo la curiosità, accendendo l’immaginazione e producendo un forte impatto su cultura, società, arte.
Our Place in Space offre l’opportunità di ammirare alcune celebri immagini scattate da Hubble, a partire da quelle del nostro vicinato cosmico — le Facce di Marte, la Grande Macchia Rossa di Giove, le intense Aurore di Saturno — fino a una strabiliante selezione di vastissime Galassie, affascinanti Nebulose e particolari fenomeni astronomici. Oltre a questa esibizione scientifica dell’Universo, la mostra propone le installazioni di alcuni noti artisti italiani che hanno realizzato dipinti, sculture e installazioni site specific, ispirandosi alle meraviglie viste dagli occhi di Hubble. La fusione di scienza e arte propone all’osservatore una visione diversificata dello spazio intorno a noi e della sua comprensione.
Inaugura la prima mostra non ancora ventenne e ad oggi ha esposto su tutto il territorio nazionale, in gallerie, musei e luoghi di culto. Durante la sua carriera le sue opere sono state poste in dialogo diretto con alcuni maestri dall’arte italiana, quali Mario Schifano, Osvaldo Licini, Lorenzo Lotto e Mario Giacomelli.
La sua ricerca non ha riferimenti analoghi nel panorama contemporaneo per tematiche, scelte espositive e collaborazioni, nel corso del tempo è stato uno dei pochi ad avere interessato anche studiosi di discipline che vanno dalla teologia all’astrofisica, dall’antropologia alla filosofia.
Si esprime attraverso un alfabeto simbolico che si fonda sulle rivelazioni della mistica cristiana e sulla pratica alchemica della pittura: attento osservatore delle leggi naturali e degli insegnamenti della sapienza orientale il suo lavoro va inteso come continuazione dell’opera creativa universale, da cui cogliere il sentimento spirituale. Dal 2013 lavora a Mara as Muse, un progetto composto da dipinti, disegni, fotografie e libri d’arte, che rimette la presenza femminile al centro dell’ispirazione artistica.
Ha esposto nel 2011 al Padiglione Italia della Biennale di Venezia curato da Vittorio Sgarbi nella sede di Torino, con Imago Mundi alla Fondazione Sandretto Re Rebaudengo di Torino e di recente a Venezia nella collettiva Our place in space, promossa da NASA ed Esa. Trentanove sono ad oggi le pubblicazioni personali, che dall’esordio, hanno documentato in maniera metodica la sua ricerca.