martedì, Marzo 28, 2023
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Dall’associazione PROSBT le possibili innovazioni per il turismo marchigiano

 

Il turismo è sicuramente una risorsa per l’Italia, che può essere espansa e potenziata. Sfortunatamente negli anni passati non è stata fatta una politica turistica adeguata per cui abbiamo finito per perdere il grosso del nostro bacino utente, che dovrebbe quantomeno essere quello europeo specialmente in tempi di grossa crisi interna. E’ infatti l’utenza europea, in primis, che potrebbe risollevare le sorti del nostro turismo e delle nostre casse. Da questa primaria premessa, secondo l’associazione PROSBT, che ha stilato un’accurata analisi a questo riguardo, discendono due tipi di azioni che possiamo dividere in due grosse categorie:

  • Interne
  • Esterne

Le interne vertono su base locale e riguardano tutte quelle azioni atte a favorire l’accoglienza e la turisticità dei nostri luoghi, mentre quelle esterne sono mirate al turista nel suo paese ed ad acquisire mercati non ancora sfruttati (Via Web maggiormente ma non solo). Per quanto concerne lo sfruttamento di mercati esteri la promozione sin qui fatta, su base regionale, ha abbondantemente dimostrato, da tempo, tutti i suoi limiti applicativi, soprattutto per quelle zone, tipo San Benedetto del Tronto, che si trovano ai margini di una regione ed al confine con un’altra. Ogni regione promuove giustamente per mandato il suo territorio, ma i limiti amministrativi regionali cozzano grandemente con gli interessi del turista stesso il quale, specialmente se estero, non è tenuto a conoscere le nostre divisione amministrative per spendere una settimana di vacanza nel nostro territorio.

“Per fare un esempio pratico  – spiega Marco di Marco – ad un turista che viene a San Benedetto viene giustamente promosso Urbino che dista più di cento chilometri e non viene promossa Civitella del Tronto ne Atri, né il Parco Nazionale del Gran Sasso, per esempio che sono a distanze sicuramente molto più abbordabili ed il cui interesse turistico è notevole. La promozione a nostro avviso dovrebbe muoversi entro ambiti di distretti turistici (centrati sul posto/target turistico) e non  in ambiti squisitamente regionali. I distretti turistici dovrebbero pertanto avere autonomia nel promuovere il territorio per poter offrire la migliore offerta turistica prescindendo completamente dai limiti amministrativi regionali; In altre parole l’inter-regionalità dovrebbe essere un vantaggio e non uno svantaggio.

Le comunicazioni sono l’altro tasto dolente del turismo. Se si vuole fare un turismo soprattutto su mercati esteri, il solo mezzo di trasporto possibile ad oggi è l’aereo (che ci piaccia o no), ora lo sfruttamento degli aeroporti esistenti ma soprattutto di raccordi efficienti con quest’ultimi dovrebbe essere la priorità. Personalmente reputo totalmente insufficiente la politica aerea nazionale, non tanto in termini di aeroporti internazionali o domestici ma in termini di aviopiste. A San Benedetto del Tronto infatti sarebbe sufficiente un’aviopista dove far atterrare e far ripartire voli charter (NON RAYANAIR) alimentati da agenzie estere per soddisfare il grosso dell’offerta turistica. Ricordo che un’aviopista è un pezzo di prato recintato da una rete metallica i cui costi sicuramente sono molto ma molti minori sia in termini realizzativi che di gestione di aeroporti in piena regola.

Dal lato interno cito anche qui pochi  punti, tra i tanti possibili, ovvero:

  • La sicurezza
  • La comunicazione linguistica ed interna
  • Destagionalizzazione

Senza sicurezza non si fa turismo. I turisti, come tutti d’altronde, vogliono vacanze serene e tranquille, vogliono divertirsi ma non essere oggetto di violenze di qualunque natura. Rendere sicure le strade del territorio dovrebbe essere la priorità per cui videosorveglianza diffusa e pronto intervento vanno incentivati al massimo dell’efficienza. Tra gli aspetti di sicurezza includo anche quello sanitario. Ovvero ospedale e pronto soccorso. Attualmente il più grosso problema che può capitare sia a turisti che a locali è di sentirsi male a Luglio/Agosto, non si deve andar lontano per cercare alcuni dati a riguardo. Sono stato io personalmente uno degli sfortunati, che mi sono sentito male agli inizi di Agosto del 2015. Arrivato al pronto soccorso in serata, con coliche di fegato, ho dovuto sedare, con tanto di dolori, principi di risse tra i vari pazienti in attesa di essere accettati ed alla fine della giostra sono stato ricoverato dopo 12 ore di attesa. Io credo che i turisti stranieri (non immigrati) (un buon 50%) che erano presenti quella sera al pronto soccorso se ne guarderanno bene dal ritornare in Italia nei prossimi anni e magari lo sconsiglieranno anche ad amici e parenti. Pertanto non c’è promozione che tenga se poi le altre pedine della squadra non funzionano.

Si è in tanti sulla barca e tutti devono remare. A tale proposito mi permetto di suggerire una linea d’intervento per migliorare i nostri servizi sanitari. Ai medici fategli fare quello che sanno ben fare, ovvero i medici, per quanto concerne l’organizzazione del pronto soccorso e dei reparti, toglietegli dalle mani tale compito; io credo che tale compito vada svolto da personale tecnico (ingegneri, sistemisti informatici, etc) gente che sia in grado di gestire procedure operative (algoritmi), ma soprattutto che abbiano una minima conoscenza di “tempi e metodi”. I mezzi sono già carenti ma se poi le organizzazioni le facciamo curare da medici ed avvocati aggiungiamo alla pochezza di mezzi, l’entropia all’ennesima potenza, ovvero l’auto castrazione.

 

La conoscenza delle lingue (quantomeno l’inglese) dovrebbe essere favorito in tutti i modi tra il personale che hanno a che fare con il turismo. Qui non intendo solo il personale d’albergo, ma un po’ tutti, dai camerieri, ai tassisti ai benzinai, alle commesse dei negozi, ai balneari,  etc. Un po’ tutti quelli che hanno a che fare con il pubblico. La situazione attuale è deprimente ed anche qui posso citare un esempio concreto, quest’estate (Luglio 2015) un mio amico olandese alloggiato presso un albergo a quattro stelle sul nostro bel lungomare, mi chiama alla 10 di sera disperato (doveva partire presto l’indomani) perché non riusciva a farsi fare la fattura dal personale d’albergo, sono dovuto andare io a fare da interprete per risolvere parzialmente la situazione.

Dico parzialmente perché sembra che anche negli alberghi l’organizzazione sia molto sambenedettese ma poco logica ed oggettiva. In molti alberghi alle nostre latitudini infatti si pretende anche per quei clienti che pagano con la carta di credito, che la tassa di soggiorno venga pagata separatamente in contanti, quasi un dispetto per i turisti. In altre parole si può pagare magari 200 Euro per l’albergo con carta di credito e poi magari 3 Euro vanno pagati in contanti. Io credo che chi applica tali metodi non dovrebbe fare turismo o quantomeno obbligato a fornire un servizio semplificato ed efficiente. Tanto per finire la storia siamo dovuti uscire a cercare un bancomat, berci una birra per cambiare i soldi e ritornare in albergo per pagare i tre Euro in contanti. Questo è quanto avviene in un albergo di quattro stelle, figuriamoci il resto.

Ho nominato prima i taxi non accidentalmente, in una cittadina come la nostra dove la comunicazione pubblica è fallimentare, gli autobus non si sanno quando passano, se poi arrivano sono per lo più sono fermi, aspettando le macchine che parcheggiano, dovrebbero essere incentivati taxi e sistemi di noleggio di auto, motorini, etc in modo da offrire il massimo della mobilità, il tutto con un’informativa multilingue.

Io credo che la nostra stagione turistica potrebbe essere sfruttata meglio e molto più a lungo soprattutto in quei paesi dove fa molto più freddo che da noi. Un nostro Aprile od Ottobre per molti nord europei è piena estate, ma ci troviamo con strutture che aprono e chiudono con decreti e licenze basate su date prefissate. Favorire licenze che vogliono tenere aperto anche oltre Settembre o prima di Giugno dovrebbe essere possibile magari rivedendo la tassazione per tali extra aperture. Dal lato esterno (paesi target) invece dovrebbero essere noti e sfruttati meglio i calendari turistici dei paesi target.

Non ho mai visto in Italia promozioni mirate su periodi di vacanza di uno specifico paese. Faccio anche qui un esempio: la Danimarca la Svezia, la Norvegia per esempio, NON HANNO le stesse vacanze dell’Italia,  le scuole non iniziano quando iniziano in Italia e non finiscono quando finiscono in Italia; le vacanze poi sono completamente diverse. Offrire vacanze ad Agosto ad uno scandinavo sono per lo più soldi buttati, in quanto in scandinavia tutte le scuole riaprono il 1° Agosto. Molto meglio sarebbe promuovere Giugno e Luglio dove il grosso degli scandinavi vanno in vacanza. Se poi si ha una conoscenza anche della religione seguita in certi paesi e delle vacanze religiose si possono fare promozioni veramente efficaci. Per rimanere sugli scandinavi, la religione dominante è quella Luterana (Protestanti) . I Luterani non hanno abolito la “Pentecoste” anzi considerano tale festività molto importante, normalmente in concomitanza con tale festività in tali paesi vi è abbinata una settimana di vacanza (normalmente seconda metà di Maggio) tale conoscenza dovrebbe essere linfa vitale per il turismo se non ragionasse che in tutto il mondo vale quello che si fa a San Benedetto”.