lunedì, Ottobre 7, 2024
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Grottammare per l’integrazione dei portatori di handicap, prima consulta

GROTTAMMARE – Presso lo chalet “Nord Est” di Grottammare, nel tardo pomeriggio del 27 luglio, diverse persone portatrici di handicap fisici si sono date appuntamento per discutere, nell’ambito della prima consulta,  delle difficoltà che le affliggono. La riunione, finalizzata alla selezione dei rappresentanti dei disabili che avranno modo di partecipare alla prossima “Consulta comunale sulla Disabilità”, si è presto rivelata un momento d’incontro durante il quale tutti hanno potuto raccontare la propria esperienza.

Argomento centrale del dibattito: il progetto “Vita Indipendente”, un esperimento che ministero e regione Marche stanno utilizzando come banco di prova per una nuova legge. Quest’ultima dovrebbe essere tesa a rendere ufficiali, duraturi ed accessibili a tutti i privilegi ottenuti durante la sperimentazione. Il progetto è riservato ai portatori di handicap fisici. Soltanto loro, infatti, possono partecipare allo specifico bando che si tiene annualmente.

Fino al 2012 i portatori di handicap si vedevano assegnati gli assistenti direttamente dal proprio comune. Esso si faceva diretto carico delle spese, diverse però erano le problematiche: gli accompagnatori dei disabili venivano mandati dalle cooperative, senza poter essere scelti dalle famiglie; e le ore di accompagno concesse settimanalmente erano scarsissime, spesso sotto la decina, palesemente insufficienti anche solo per i bisogni di base.

Fortunatamente nel 2015 i comuni di San Benedetto del Tronto e di Grottammare sono riusciti a presentare progetti degni di nota, tanto da poter attivare il servizio anche nel loro territorio. L’esperimento avrebbe dovuto procurare grandi benefici ai portatori di handicap fisici: gli assistenti sarebbero stati scelti dai disabili e le ore di accompagno sarebbero raddoppiate. Ciò avrebbe permesso di instaurare rapporti umani stabili e duraturi con i collaboratori e le ore aggiuntive avrebbero reso possibili delle attività extra. E così in effetti è stato. L’unico intoppo si è, però, venuto a creare nel lato economico dell’operazione. Con “Vita Indipendente” non è più il comune a farsi carico delle spese, ma la famiglia. Il ministero, per supportare i costi, in base alle singole esigenze, avrebbe devoluto una prefissata cifra alle famiglie, divisa in 3 rate. Ma ciò non è avvenuto in maniera diretta. I fondi sono prima passati per le casse dei comuni, che li hanno utilizzati per coprire uscite di altro genere, ritardando gli acconti promessi alle famiglie. Queste si sono quindi trovate a dover anticipare tutte le spese. Il problema, relativo per chi alle spalle si trova una buona certezza economico-familiare, diviene quasi mortale per tutti i portatori di handicap soli o in situazioni non agevoli. Tutto ciò ha addirittura costretto taluni a rinunciare al progetto.

Le richieste dei presenti sono sostanzialmente 2: rendere diretto il passaggio dei fondi dal ministero alle famiglie, così da eliminare possibili ritardi nei pagamenti e rendere accessibile a tutti il nuovo servizio; e tramutare, il prima possibile, l’esperimento in legge, eliminando la possibilità, un giorno, di perdere i pochi obiettivi raggiunti con tanta fatica. Dal colloquio sono emersi anche altri fondamentali bisogni. Premettendo che molto è stato ottenuto negli anni precedenti, i disabili di Grottammare non sono ancora stati messi nelle condizioni di partecipare alla vita della città in maniera normale. Difficile è per loro transitare sulla maggior parte dei marciapiedi, inaccessibili sono le feste cittadine notturne, gli spettacoli teatrali e la maggior parte degli chalet. Ma è il trasporto la vera piaga. I mezzi della città non sono attrezzati e l’unico servizio utilizzabile è insufficiente. Le prenotazioni vanno effettuate con una settimana di anticipo, il personale è irrisorio e gli orari sono privi di elasticità. Il pulmino designato non è mai attivo la sera e per la settimana corrente il servizio si è mostrato disponibile solo martedì e giovedì mattina.

È stata la mamma di un ragazzo disabile a concludere l’incontro dicendo che “di strada ne è stata percorsa tanta, ma non siamo ancora arrivati; fonte di gioia per noi è il fatto che ora abbiamo una voce e che finalmente qualcuno è disposto ad ascoltarci”.

Lorenzo Pallotta