Živaljić in un’intervista con l’agenzia di stampa Hina avrebbe spiegato che il Tribunale di Spalato aveva inizialmente rifiutato la loro richiesta di un rinvio del termine per il trasferimento del bimbo presso il padre, Alessandro Avenati. Il legale ha ricordato come lui ed i colleghi che in precedenza avevano rappresentato Nina Kuluz avessero presentato in totale tre richieste di rinvio dell’esecuzione del provvedimento di affidamento del bambino in Italia. Il tribunale di Spalato aveva deliberato su due delle tre istanze. Sarebbe rimasta invece in sospeso la terza richiesta, depositata proprio il 27 giugno, giorno in cui il bambino sarebbe dovuto tornare a vivere con il padre.
Sempre secondo quanto riferito dal legale, sarebbe inoltre prevista a Spalato una ulteriore udienza presso l’organo competente per la tutela dei minori, che sarebbe stata fissata per il 25 di agosto, in relazione alla deliberazione del 2012 con la quale si disponeva che il bambino sarebbe dovuto tornare in Italia.
Ha inoltre rivelato come sia quasi certo che il bambino fino al 25 agosto rimarrà a Spalato con la madre.
“Il 25 agosto – spiega – si terrà la citata udienza. Abbiamo chiesto il parere di esperti in relazione ai procedimenti riguardanti il benessere del bambino. Confidiamo che tali pareri possano modificare la decisione presa”.
Di tutto questo Alessandro Avenati, che da anni porta avanti la battaglia per riavere con sé il figlio, non sa nulla. Nessuna comunicazione né informazione a riguardo. “Sto vivendo – dichiara – in uno spaventoso limbo. Non so più che cosa aspettarmi. Sono in attesa senza avere notizie di alcun tipo”. Interpellata la Farnesina, Avenati spera nell’arco dei prossimi giorni di essere adeguatamente messo al corrente di quanto sta accadendo.
Lucia Mosca