martedì, Marzo 21, 2023
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IL WALZER DI CARLES PUIGDEMONT: IL GIALLO DEL RIENTRO A BARCELLONA

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Le ultime notizie che giungono dall’esilio belga di Carles Puigdemont, premier Catalano destituito ed espatriato in Belgio da 72 ore, suonano sempre più frenetiche e contraddittorie.

L’atteso rientro a Barcellona dell’ex primo ministro di Catalogna per rispondere alla convocazione dei pubblici ministeri incaricati di indagare sulle ipotesi di sedizione ed attentato alla unità nazionale della Spagna a carico di Puigdemont, più volte annunciato e poi puntualmente smentito, resta un punto interrogativo.

L’unico elemento certo è che la eventuale mancata comparizione davanti ai giudici comporterebbe per il politico Catalano l’automatica emissione di un ordine di arresto con eventuale richiesta di estradizione nei confronti del Belgio o del Paese che lo ospitasse.

La situazione dopo i continui annunci di Carles Puigdemont del suo rientro in Patria se gli venisse garantito un processo giusto ed i puntuali ripensamenti motivati dalla necessità di evitare la pretesa repressione operata dal governo di Madrid sta finendo per assomigliare ad un giro di walzer, o per meglio dire ad una sardana, il tipico girotondo catalano.

E tutto questo ovviamente non potrà giovare alla causa della pretesa indipendenza della catalogna, che al di là di ogni giudizio meriterebbe una leadership dotata di maggior carisma e determinazione.

Resta solo da sperare che alla fine Carles Puigdemont rientri in Patria e si presenti ai giudici confermando l’intenzione di partecipare alle elezioni regionali catalane anticipate da Madrid al 21 dicembre, accettando la sfida ed impegnandosi a rispettarne i risultati qualsiasi essi saranno. A quel punto la parola tornerà ai cittadini della Catalogna e va auspicato che qualsiasi sarà il risultato il confronto resti pacifico e miri ad un ampliamento della autonomia catalana, anziché verso una secessione che risulterebbe illegale e foriera di gravi tensioni.

Lo stesso verrà richiesto al Governo spagnolo sotto forma di impegno preciso – anche se ovviamente un conto sarà accettare i risultati elettorali regionali ed un altro legittimare una secessione della Catalogna dalla Spagna che la carta costituzionale vigente non consente.

Ed anche l’ultimo appello di Puigdemont rivolto alla Unione Europea, al fine di ottenere il riconoscimento del fatto che la questione catalana sia anche Europea, concernendo il tema della libertà e della autodeterminazione dei Popoli suonerebbe più credibile se pronunciato da un politico coerente che si assumesse fino in fondo le responsabilità delle proprie azioni.

Il resto alla prossima puntata della telenovela catalana.

Costituzione Spagnola del 27 dicembre 1978 – Articolo 155

  1. Ove le Comunità Autonoma non ottemperino agli obblighi imposti dalla Costituzione o dalle altre leggi, o si comportino in modo da attentare gravemente agli interessi generali della Spagna, il Governo, previa richiesta al Presidente della Comunità Autonoma e, ove questa sia disattesa con l’approvazione della maggioranza assoluta del Senato, potrà prendere le misure necessarie por obbligarle all’adempimento forzato di tali obblighi o per la protezione di detti interessi.
  2. Il Governo potrà dare istruzioni a tutte le Autorità delle Comunità Autonome per l’esecuzione delle misure previste nel comma precedente.

 

Il Conte Rosso