giovedì, Marzo 28, 2024
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Bimbo ucciso a Cupramontana, il padre: “Non ero in me”

CUPRAMONTANA – “Non ero in me”. E’ una delle scarne spiegazioni fornite dal macedone che il 4 gennaio ha ucciso, soffocando o strozzandolo, il figlioletto di 5 anni a Cupramontana (Ancona). Il giovane l’ha ripetuta al gip Carlo Cimini, durante l’interrogatorio di convalida nel carcere di Montacuto, alla presenza del pm Valentina Bavai e del difensore, avv. Raffaele Sebastianelli, che ha trovato l’uomo “confuso, ma più lucido, si sta rendendo conto”. In cura da tempo per una forte depressione con sbalzi di umore, padre di un altro figlio piccolo e di un terzo in arrivo, ha ucciso il bimbo appena saliti in auto per una passeggiata. Secondo il suo racconto sarebbe stato “posseduto da qualcosa, forse un’entità soprannaturale”, che lo ha lasciato una volta morto il bimbo. Il gip ha convalidato l’arresto, Besart resta in carcere. L’autopsia si terrà il 9 gennaio presso gli Ospedali Riuniti di Ancona ad opera del medico legale Carlo Pesaresi. La difesa ha nominato un perito di parte, Raffaello Sanchioni.

Il giovane è controllato a vista dagli agenti penitenziari, nella cella di Montacuto che divide con un altro detenuto. Era apparso molto confuso, quasi estraniato dal contesto in cui si trova, a chi ha avuto modo di osservarlo in queste ore. Per questo si è resa necessaria una stretta vigilanza per evitare eventuali atti di autolesionismo. La Procura procede per omicidio volontario aggravato non premeditato: ha riferito di essere uscito di casa con il bimbo per una passeggiata forse già con l’idea di fargli del male e, senza un’apparente causa scatenante, di averlo strozzato o soffocato sul sedile posteriore della sua auto.

La perdita del lavoro da saldatore, che aveva procurato qualche problema economico alla famiglia, e la forte depressione, con sbalzi d’umore, per cui si stava curando negli ultimi mesi. Sono forse le premesse del delitto apparentemente inspiegabile. Al piccolo aveva dedicato un profilo Facebook aperto da una foto insieme durante la festa di compleanno. Le dichiarazioni spontanee rese l’altra notte al pm di Ancona Valentina Bavai nella caserma dei carabinieri costituiscono per gli inquirenti una “confessione esauriente” del giovane papà, che però, nel corso di un interrogatorio fiume in cui ha raccontato in modo confuso e frammentario l’accaduto, non è riuscito a descrivere il contesto dell’aggressione. All’arrivo del suo legale, Besart si è avvalso della facoltà di non rispondere. (Fonte ANSA)