Il matrimonio evita l’adulterio e può essere contratto appena si entra nell’età della pubertà, già dai 9 anni per le donne e dai 12 anni per gli uomini. È polemica in Turchia per questa interpretazione pubblicata in un glossario online dei termini islamici dalla Direzione per gli affari religiosi (Diyanet), massima autorità musulmana nel Paese.
La voce, ora rimossa, ha provocato una bufera politica, spingendo il principale partito di opposizione al presidente Recep Tayyip Erdogan, il socialdemocratico Chp, a chiedere l’apertura di un’inchiesta. Sui social network, molti utenti hanno inoltre espresso il proprio sdegno, chiedendo anche la chiusura della Diyanet. L’istituzione, già coinvolta in polemiche simili in passato, ha successivamente precisato di non approvare le ‘spose bambine’.
La Diyanet ammette quindi come legittimo il matrimonio tra un adulto ed una bambina, che però abbia almeno raggiunto la pubertà, anzi abbassando il limite e facendolo coincidere con la fine dell’infanzia, dai 9 ai 12 anni. La particolarità è che la decisione non può essere rimessa alle bambine, forse perché non in grado di intendere e volere, ma alla famiglia, dai genitori “benpensanti”. Non si tratta di amore, in senso di sentimento romantico, ma di affari speculativi, laddove le famiglie povere “sistemano” le minori con adulti ricchi o importanti. In tutti i Paesi islamici imperversa questa “cultura”, in particolare in Turchia (che ben a ragione pensa di avere i requisiti per entrare nell’Unione Europea), tanto che le autorità religiose hanno dichiarato lecita la pratica delle spose bambine.
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