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Fausto Filippone, la telefonata all’inquilino: “Lascia la porta aperta”

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Fausto Filippone avrebbe premeditato la tragedia. Sono sempre più gli elementi investigativi che portano a pensarlo. Primo fra tutti quello che parla di una telefonata all’inquilino dell’appartamento all’interno del quale si consumerà il dramma. L’uomo avrebbe chiamato lo studente chiedendogli di lasciare la porta aperta, per le pulizie del week end. Lo riporta Il Messaggero. La chiamata sarebbe stata effettuata di venerdì. Ed è proprio dal balcone di quella stanza che la moglie è stata gettata giù.  Secondo il rapporto ufficiale della polizia sotto la palazzina non si sarebbe svolto alcun incontro tra l’uomo e gli agenti di polizia. Filippone non segue l’ambulanza con la scusa di prelevare i documenti della moglie ma in realtà poi va a prendere la figlia a Pescara.

L’uomo era pochi giorni prima risultato idoneo alla detenzione di armi ad uso sportivo. Voleva andare a sparare al poligono. Per questo aveva dovuto sostenere una visita psichiatrica e l’aveva brillantemente superata. L’unica cosa che trapelava in modo prepotente agli occhi dei familiari più stretti era quella sua costante tristezza dopo la morte della madre, che si era ammalata 15 mesi prima. La moglie  viene soccorsa da un medico che usciva dalla stessa palazzina dove si trovava la loro abitazione. La donna è riversa a terra in un lago di sangue. Lui si aggira nervosamente nei pressi ma senza avvicinarsi, cosa che al dottore appare strana. Secondo indiscrezioni in precedenza Filippone avrebbe contattato la propria agenzia assicurativa con l’intenzione di modificare il beneficiario dell’assicurazione sulla vita togliendo il nome della moglie ed inserendo quello della figlia. Questo vorrebbe dire che forse la bimba non era inclusa nel piano fin dall’inizio.

“La morte della madre è stato uno dei fattori che hanno provocato la decisione di Fausto Filippone”, ha dichiarato lo psichiatra che per sette ore ha tentato di convincere l’uomo a non gettarsi nel vuoto. “Ha detto – spiega  – che la sua vita era irreversibilmente iniziata a cambiare in termini intollerabili 15 mesi prima”. Secondo lo psichiatra, l’uomo fino alla fine ha voluto portare a termine il suo piano: “Mi sono trovato davanti a un muro. Nella mente di Filippone tutto era già finito”.

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