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Liberazione di Fermo e del Fermano, partecipata e toccante la cerimonia a Caldarette d’Ete

Commovente e partecipata la cerimonia che si è svolta ieri, 20 giugno, a Caldarette d’Ete, in occasione del 74° anniversario della Liberazione di Fermo e del Fermano. Il fronte nel giugno del 1944 passò il fiume Chienti, lasciando una scia di morte. Gli eccidi nazifascisti di Caldarette d’Ete nel territorio di Fermo e gli scontri nel Fermano spezzarono molte vite, un tributo di dolore alla rinascita nazionale.

La cerimonia ha avuto inizio con la Santa Messa, celebrata nel Santuario della Madonna del Pianto e presieduta dall’Arcivescovo di Fermo Mons. Rocco Pennacchio, alla presenza delle autorità civili, militari, religiose e delle associazioni della città, nel corso della quale la cittadinanza fermana ha onorato il voto fatto per la salvezza della Città di Fermo dai lutti di guerra. Cerimonia alla quale ha preso parte il Prefetto di Fermo, la dott.ssa Maria Luisa D’Alessandro.

A seguire, nella chiesa dell’Immacolata Concezione di Caldarette Ete si è svolta la cerimonia commemorativa nel corso della quale si sono succeduti gli interventi del Sindaco di Fermo Paolo Calcinaro che ha ricordato come sia “necessario fare memoria con grande impegno di quanto accaduto nella nostra città nel 1944 e ricordare con forza e convinzione questi quattro martiri”, dell’Assessore regionale Fabrizio Cesetti che ha sottolineato come sia “importante rinnovare il senso di impegno nel difendere i valori di solidarietà, democrazia e accoglienza”, del vice Presidente della Provincia di Fermo Stefano Pompozzi che ha evidenziato come “il ricordo dei quattro martiri di Caldarette debba essere portato da ciascuno di noi in modo forte e vivo” e del Presidente dell’Anpi provinciale Carlo Bronzi che ha posto l’accento “sull’importanza del fare memoria per non commettere più gli stessi errori”. Presente alla cerimonia il nuovo Questore di Fermo, dott. Luciano Soricelli.

Don Paolo Scoponi ha benedetto le corone d’alloro che poi sono state deposte per omaggiare, alla presenza dei familiari e dei parenti, le vittime dell’eccidio compiuto a Caldarette il 19 giugno 1944, sui cippi in memoria di Giuseppe e Luigi Fortuna, che furono scambiati erroneamente per partigiani, crivellati di colpi dai tedeschi per rappresaglia, di Serafino Santini, che venne arso vivo per aver tentato di riappropriarsi delle bestie confiscate dai tedeschi, e del piccolo Giovanni Protasi, morto a soli sei anni per una scheggia di cannonata allo stomaco e privato delle cure necessarie.

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