Nell’articolo sul rischio frane abbiamo messo in risalto non solo la situazione fragile dal punto di vista idrogeologico, ma anche l’importanza del consumo di suolo in alcune città delle Marche. Vogliamo ora, sempre con i dati Ispra capire quali località delle Marche hanno la superficie più consumata da “costruzione di nuovi edifici, fabbricati e insediamenti, all’espansione delle città” e la “perdita di una risorsa ambientale fondamentale” secondo la definizione di “suolo consumato”. Nel 2017, mostrano le rilevazioni dell’ultimo rapporto ISPRA , la fetta di suolo italiano consumato è arrivata al 7,65% del territorio nazionale complessivo, in crescita di 0,02 punti percentuali rispetto al 2016. La città dove risulta la percentuale di suolo cittadino più usato è San Benedetto del Tronto con il 37,6%. seguita da Porto San Giorgio con il 37,2%. Terza posizione ancora sulla costa dove l’urbanizzazione è molto alta: Gabicce Mare con il 32,2% Porto San’Elpidio con il 28% di suolo consumato. Poi c’è Castelbellino, all’interno della regione con il 25,4%. Altri centri abbastanza urbanizzati sono Falconara Marittima (23,9%), Civitanova Marche (23,2%) Grottammare (22,2%) Colli del Tronto (21,3%) e Mondolfo con il 21,1%. Gli altri centri maggiori hanno queste percentuali: Pesaro (18,8%), Urbino (4,5%), Fano (17,8%) Ancona (17,8%), Jesi (12%),Senigallia (11,6%) Porto Recanati (18,9), Macerata (12,9%) Fermo (10,8%) Monteprandone ( 17,5%), Ascoli Piceno (9,9%). Sebbene la crescita demografica abbia avuto il suo peso, dal rapporto, emerge un’urbanizzazione crescente delle città anche in presenza di una decrescita della popolazione come avviene in molte regioni italiane. E’ chiaro che il consumo di suolo è un fenomeno complicato e alla fine influenzato da tanti fattori economici, ambientali, politici e sociali diversi.
Roberto Guidotti
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