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L’inaugurazione del Palazzo dell’Arte di Alda Fendi: la Grande Bellezza di Roma targata Marche

Intervista con Raffaele Curi. “Dante Ferretti mi ha chiesto se gli avessi copiato il rinoceronte realizzato con Valeriano Trubbiani ne ‘e la nave va’ di Fellini”

di Maurizio Verdenelli

L’ottavo ‘re’ di Roma è ancora lui, Raffaele Curi da Potenza Picena. E’ lui, l’Ultimo Imperatore dell’Eleganza sposata all’arte, il Signore del Glamour che mai come l’altra notte ha avuto un chiaro target internazionale, non soltanto perché ad illuminare l’Arco di Giano e le sue installazioni è stato il tre volte premio Oscar (una statuetta vinta proprio con il capolavoro di Bertolucci) Vittorio Storaro all’inaugurazione a Roma del palazzo Rhinoceros, dedicato all’arte e dalla cultura, tra il Palatino e la Bocca della Verità recuperando un edificio destinato all’edilizia popolare in una zona piuttosto degradata. La Grande Bellezza di Roma è stavolta targata Marche, più precisamente Macerata visto che l’elemento forte, e lo sarà per un anno di eventi, sarà il rinoceronte voluto da Raffaele, e a suo tempo icona di due grandi artisti nati all’ombra dell’Accademia maceratese: Dante Ferretti e Valeriano Trubbiani (il riferimento è al felliniano ‘e la nave va’). Un rinoceronte a suo tempo sbarcato dal porto di Ancona ed ora scultura permanente in piazza Pertini nel capuologo regionale. Ma non basta, al centro di tutto questo c’è l’ultima delle sorelle ‘regine’ della moda italiana, il premio ‘Svoboda’ assegnato dalla Accademia maceratese Alda e alla sua fondazione ‘Esperimenti’. Parlando di Fendi non si può infine non riandare allo spettacolo più celebre mai messo in scena allo Sferisterio: la Boheme, per la regia di Ken Russell, e ‘firmato’ da Fendi e dal guru di questa grande Casa di mode, Karl Lagerfeld.

Cinto dall’alloro del trionfo, il direttore artistico della fondazione, Raffaele Curi fa come un antico condottiero romano, diligente esercizio di modestia. “Anch’io ho commesso un errore“. Quale Raffaele? “Per un’incomprensione con il Cerimoniale della sindaca di Roma ho fatto attendere per più di 30 minuti una folla d’invitati. 2.500, alle porte del Palazzo….”. Sempre colpa di Virginia Raggi? (sorride) “Ma no, ma no! Virginia Raggi è simpaticissima, sono legato a lei da vera amicizia al di là di ogni valutazione politica che non so peraltro dare. L’errore è stato di sicuro il mio: ma non potevo permettere che la sindaca non fosse la prima a varcare il Palazzo. E così è stato”. Tuttavia, le serate sono state tre: una sua prassi, Raffaele, in eventi similari come ‘rivelato’ dal suo amico Vittorio Sgarbi in un libro…”Vero, vero. Anteprime tuttavia, seppure gloriose. Per i giornalisti della stampa mondiale, per i supervip e poi via al taglio ufficiale del nastro. Insomma ricominciamo da 3…”. Sgarbi, che da sindaco di San Severino Marche alcuni anni fa voleva Lei al suo fianco come assessore alla Cultura, quando è arrivato? “L’ultimo giorno, alle 2,30 del mattino. E mi ha elogiato come al solito senza riserve. Mi è troppo amico, da troppo, tanto tempo perché io gli creda sino in fondo. Lui paradossalmente è troppo buono come. E per quanto riguarda la sua proposta assessorili, ci pensai a lungo poi anche spinto dalla mia famiglia, declinai: un impegno così mi avrebbe travolto da maceratese sul pianto mentale. Non era come per Rhinoceros…(ride). E’ stato davvero un grande evento internazionale: una serata unica dove c’è stato davvero di tutto, Forse anche tanta roba, come dicono gli allenatori di calcio. Ma tutto questo è diventato glamour in un evento che è poi ‘esploso’ nelle pagine culturali del Pianeta”.

Già Rhinoceros, il suo assomigliava da vicino a quello di Dante Ferretti/ValerianoTrubbiani, però… “Dante, con cui ho frequentazioni amicali sin dai tempi della sindaca Anna Menghi a Macerata (si doveva fare un festival con Martin Scorsese, Brad Pitt e Robert De Niro: tutto amaramente saltato per ostruzioni e beghe politiche) mi ha detto scherzando: ‘Raffaele, questo rinoceronte me l’hai copiato, però!…In realtà faremo un evento legato a ‘e la nave va’, un film dovuto al genio di questi due grandi maceratesi”.

E’ stata davvero un trittico nel segno della genialità marchigiana e nel segno di Roma. Se il rinoceronte…arrivato da Ancona a Palazzo Fendi disegnato dal grande Jean Nouvel (25 camere gestite dalla Fondazione secondo una visione da ‘quartiere’ dell’Arte) rappresenta la ‘cifra’ araldica ed attrattiva che ogni imperatore utilizzava ‘AT Saepta’per spingere al voto gli ‘aventi diritto’ per le cariche al Senato (lo rivela Svetonio), un’altra installazione del talento di Potenza Picena ha strappato un oooh di meraviglia tra i 2500 invitati, tutti hanno confermato (altro record!). La scritta di Ammiano Marcellino, che in epoca tardo imperiale “e cioè di strisciante decadenza come l’attuale” (sottolinea Curi) recita: “Victura dum erunt homines Roma”. In parole povere: Roma vivrà sempre. La scritta illuminata ha fatto il pendolo tra il Palazzo di ‘Esperimenti’ e il fatale Palatino (Virtus and Fortuna).

 Una serata unica. “Come il ristorantino di insetti croccanti (sogghigna ndr) a disposizione degli invitati insieme con lo champagne sul grande terrazzo da dove si domina quella parte storica di Roma” dice Curi. Che si è preso la soddisfazione di ‘dare sulla voce’, artisticamente parlando, ad un grande della recitazione come Vincent Gallo. Che interpretando, per la regia dello stesso Raffaele, Antonio nello scespiriano ‘Antonio’ inneggiando in conclusione per il ‘suo’ presidente, ha gridato al tradimento di cui sarebbe vittima Donald Trump. Se Cesare fu pugnalato a tradimento da Bruto e Cassio, il discusso tycoon alla guida degli Usa lo sarebbe da parte dei liberali. “Vincent è di destra ed io lo rispetto, ma da uomo di sinistra non ci potevo stare. Così via alla colonna sonora di ‘Bella ciao’”. Un evento dietro l’altro, come il film evento ‘Arca russa’ di Alexsandr Sokurov, premiato al 55. Festival di Cannes e l’illustrazione commentate da Jean Nouvel di dodici disegni delle architetture di Michelangelo. “In attesa, venerdì 14 dicembre, de L’Adolescente del Buonarroti ‘prestato’ alla nostra Galleria (via del Velabro) dall’Hermitage di San Pietroburgo. Sarà con noi a lungo, come mai in precedenza per un privato da parte dell’Hermitage. Di cui in pratica siamo diventati i referenti italiani” dicono ad una voce il Premio Svoboda, Alda Fendi e, abbracciato a lei, il direttore artistico di ‘Esperimenti’, Raffaele Curi. Che la bella foto –alle sue spalle una serie infinita di corone d’alloro- pare incorniciare nella dignità di ‘re per una notte’. Intendevano, cioè, dire: tre notti – romane che hanno ricordato quelle mitiche e perdute degli anni 50 e 60 della ‘Dolce Vita”.

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