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Macerata, una via in memoria di Giorgio Pagnanelli

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La cerimonia dedicata al primo funzionario Italiano dell’Onu si conclude con la promessa del sindaco Carancini

di Elisa Cinquepalmi

Un evento riuscito e sopratutto ‘operativo’ quello, tenuto l’altra sera a Macerata (Biblioteca comunale) per ricordare Giorgio Pagnanelli, illustre personaggio maceratese del dopoguerra, primo funzionario italiano dell’ONU.
Il Centro Studi Storici Maceratesi ha organizzato con la famiglia questo settimo incontro dedicato alla memoria di Pagnanelli, in occasione del suo 89°compleanno. Un evento molto apprezzato: un folto pubblico, nell’unica sala pubblica rimasta agibile dopo il sisma del Centritalia a Macerata (la Sala Castiglioni) ha seguito con interesse la biografia e la carriera di un uomo forte e ricco di valori, che fu definito prima di Dante Ferretti (tre premi Oscar) “il maceratese più famoso nel mondo dopo padre Matteo Ricci”. “Un soldato armato di carte” lo definì il giornalista Bernardo Valli dopo la tragica vicenda di Kindu, allora Congo belga (13 caschi blu italiani trucidati dalla popolazione) che vide Pagnanelli l’unico inviato dell’Onu in una terra insanguinata dalla rivolta e dalla follia omicida.

“Libero, ironico, di grandi ideali, amante del sorriso e delle belle donne”, è stato il ricordo della nipote Annarita Liverani, che ha descritto “zio Giorgio” come una persona che amava la famiglia come le radici maceratesi. Amico personale di Bob Kennedy, assistente del presidente della XX assemblea generale al Palazzo di Vetro, Amintore Fanfani, al fianco di san Paolo VI nel suo storico discorso alle Nazioni Unite (“Mai più la guerra!”)  Dopo i saluti del presidente dell’Istituto Studi storici maceratesi, prof. Alberto Meriggi, del tesoriere Ivano Palmucci (sula figura di Paolo VI, assistente della Fuci nazionale legato a Macerata), della vicesindaca Stefania Monteverde, la biografia i ‘zio Giorgio’ e i ricordi di famiglia da parte della prof. Liverani, Pagnanelli è stato commemorat  dall’on. Adriano Ciaffi: ‘un figlio del suo tempo, prototipo di una generazione che nel dopoguerra rivolgeva lo sguardo verso il futuro ma sempre legato sentimentalmente alla sua terr maceratese’.

Una persona che faceva del ‘low profile’ la sua autentica cifra personale e che nonostante gli impegni continui (è stato ambasciatore dell’Onu in Italia e Malta) non rinunciava all’hobby preferito, l’hockey sull’erba. I ricordi sono continuati con l’inviato Onu ed Osce, il peace keeper, Andrea Angeli: “Giorgio, un uomo solitario, ma al tempo stesso amico di tutti. Amava dialogare con i politici rimanendo sempre nella sua neutralità”. ” Sua la strategia che ha portato alla banca delle Marche, quando fu nominato presidente della fondazione Carima” ha sottolineato Maurizio Verdenelli, già inviato speciale del Messaggero per i Grandi Eventi dell’Italia centrale. Intenso l’intervento dell’ex presidente di Banca Marche, Alfredo Cesarini, che oltre a ricordare vari aneddoti riguardo la carriera, ha sottolineato la profonda fiducia e stima, che nutriva nei confronti di Giorgio Pagnanelli, affermando al pubblico presente in sala, che con lui poteva girare anche le spalle perché era un uomo leale e di grandi valori. In conclusione le parole dell’amico Franco Moschini: “Era mio ospite in campagna: l’aria di quella residenza campestre lo rasserenava e gli piaceva particolarmente la focaccia preparata in cucina”.

La cerimonia si è conclusa con i saluti del sindaco di Macerata, Romano Carancini, che ha promesso di dedicare a Giorgio Pagnanelli una via, probabilmente a settembre del prossimo anno all’interno del nuovo polo scolastico alle Casermette, come pure auspicato dal consigliere comunale Ivano Tacconi che il 3 gennaio scorso ha presentato ufficialmente la proposta. Qui record20181016191016 (1) è possibile ascoltare l’intervista audio alla nipote di Giorgio Pagnanelli, la prof.ssa Anna Rita Liverani.

(Foto di Luciano Carletti)

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