La città di Chieti naviga ormai a vista in mezzo alla nebbia come il Titanic nell’Atlantico Settentrionale sperando di non incontrare l’iceberg che coli a picco una barca che fino a qualche decennio fa sembrava inaffondabile, forte del potere politico e dei servizi e uffici che secoli di tradizione amministrativa avevano lasciato in dote al capoluogo marrucino.
Ma, negli ultimi dieci anni é in atto un vero e proprio cambiamento epocale che con le nuove tecnologie della comunicazione digitale, con la crisi economica del “Sistema Italia” e la riduzione delle risorse economiche dal centro dello Stato alle periferie, ha portato allo stravolgimento della forma di governo italiana che ha cancellato le risorse e le funzioni delle province (senza riassegnarle esattamente ad altro organo territoriale), favorendo la nascita di città metropolitane che fungano da centri direttivi di macroregioni, accentrando su di sé tutte le funzioni e i servizi.
Così tutti quegli uffici che con un sussulto di orgoglio la città di Chieti aveva difeso con le unghie e con i denti nel 2012 quando il governo Monti voleva accorpare le Province, in appena sei anni molti sono stati svuotati o accorpati secondo il principio della cosiddetta “spending review”.
Ma, ancora più grave il danno causato alle casse comunali dal taglio del 70% circa delle risorse che arrivavano da Roma che ha penalizzato più del dovuto un capoluogo di provincia che ha una classe dirigente che non gode certo di grande intraprendenza e che negli ultimi anni appare per certi versi sempre più slegata dal circuito economico e di interessi cittadini.
Inoltre, la crisi economica e il clamoroso ridimensionamento subito dalla città che é stata declassata, ha finito a fiaccare una popolazione che é più stata abituata a subire le decisioni dall’alto piuttosto che imporle e/o determinarle dal basso.
Una città che con la mancata assimilazione alla vita cittadina di intere fasce della popolazione giovanile rischia di perdere definitivamente la sua identità, a tal punto che il centro città, con tutte le sue carenze di viabilità, é stato offuscato nel suo ruolo di agorà pubblica dai centri commerciali, caso più unico che raro in Italia.
Gli effetti devastanti sono sotto gli occhi di tutti, ridimensionamento dei servizi, lavori su strade, palazzi ed infrastrutture pubbliche che procedono a rilento, iniziano ma non si sa quanto finiscono, suppellettili e arredi urbani che una volta danneggiati non vengono più costantemente sostituiti e riparati.
Chieti, é stata “diroccata” non da guerre o calamità naturali, ma dall’incuria e la crisi incipiente del centro urbano é rappresentata dalla perdita di quasi diecimila abitanti negli ultimi venti anni.
Si parla di riqualificare e di riconvertire il ruolo di Chieti per permettere alla città del “Pelide Achille” di affrontare in modo competitivo le sfide del Terzo Millennio ma al di là delle promesse e delle azioni di facciata non é stato ancora fatto nulla di concreto nemmeno per risolvere il vitale problema dei parcheggi nel centro storico (oltre a quello del collegamento veloce dal Colle allo Scalo e viceversa). Si diceva che si stanno aspettando dei soldi dalla Regione per dotare la città di un nuovo ampio parcheggio e di una infrastruttura moderna che colleghi la stazione, l”università e l’ospedale al cuore dell’antica Teate (ad esempio come una cabinovia o una metropolitana rialzata come c’è a Perugia), ma, invece tutto resta sulla carta e si prendono tutte decisioni che danneggiano ancora di più il commercio al dettaglio, polmone vitale del centro, come le Ztl che penalizzano i negozi ad esempio quelli di Via Toppi e di Via De Lollis. Di questo sono convinti molti commercianti cittadini.
A tal proposito, sul malcontento dei negozianti per questa situazione noi abbiamo parlato con Gabriella D’Orazio del Gran Caffe Vittoria che propone: “riapriamo al traffico tutte le Ztl del centro cittadino per permettere ai clienti di sostare e raggiungere facilmente le nostre attività commerciali finché la città non sarà dotata dei parcheggi promessi. Esempio di come la chiusura del traffico penalizzi i commerci, é la situazione dei negozianti di Via Padre Alessandro Valignani che dopo la chiusura delle macchine “per lavori in corso”, hanno visto pressoché dimezzare il loro giro d’affari.
Tratto da www.censorinoteatino2013.blogspot.it