Resta l’accusa di omicidio volontario per Mamadou Gara, il 27enne senegalese arrestato nell’ambito delle indagini per la morte di Desirèe Mariottini. Lo ha stabilito il tribunale del Riesame, che ha fatto cadere l’aggravante dei futili motivi nella violenza sessuale e della cessione di sostanza stupefacente da tre o più persone. Nei giorni scorsi, lo stesso collegio del Riesame aveva fatto cadere l’accusa di omicidio volontario nei confronti degli altri extracomunitari finiti in carcere: il senegalese Brian Minteh e il nigeriano Chima Alinno.
Quella di Desirèe, 16 anni, è stata una morte atroce: drogata con un mix di sostanze letali, stuprata per ore, per poi essere lasciata morire nella notte del 19 ottobre nello spazio occupato di via dei Lucani, nel quartiere San Lorenzo, a Roma.
“Ho perso l’autobus, resto a Roma da un’amica”. Queste le ultime parole che Desirée ha detto alla nonna materna in una telefonata il 17 ottobre scorso prima di sparire ed essere trovata morta. La ragazza viveva con la madre e la nonna, e una sorella più piccola, a Cisterna di Latina. Mercoledì 17 ottobre la giovane aveva chiamato la nonna materna, che insieme alla madre aveva cresciuto la ragazza. Da lì, l’orrore.
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