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Emozionarsi a Recanati di fronte a L’Infinito di Leopardi

Emozionarsi di fronte a quella che è stata definita la poesia perfetta: L’Infinito di Giacomo Leopardi. A Villa Colloredo Mels a Recanati, fino al 19 maggio, tutto questo è possibile grazie all’esposizione straordinaria del manoscritto originale del componimento del poeta recanatese. Un grande appuntamento che rientra nella prima tranche degli eventi di “Infinito Leopardi”, i festeggiamenti in occasione dei 200 anni dal componimento della celebre poesia. Saranno due, infatti, i momenti che scandiscono il 2019 e che intendono sollecitare la necessità di tornare a pensare all’infinito e alle infinite pressioni dell’uomo nella natura, tema portante e modernissimo del pensiero leopardiano.

Proprio il manoscritto rientra nella sezione “Infinità/Immensità. Il manoscritto” a cura di Laura Melosi, direttrice della cattedra leopardiana presso l’Università degli Studi di Macerata, con la collaborazione di Lorenzo Abbate. Una vera e propria riscoperta del patrimonio leopardiano che, dopo anni, torna a disposizione della città e dei turisti, grazie anche a strumenti multimediali che ne accompagnano la visione, la comprensione e l’approfondimento. Sono, inoltre, in mostra altri autografi leopardiani, originariamente parte della collezione di Prospero Viani (1812-1892), studioso di Leopardi e primo editore del suo epistolario.

L’Infinito a Recanati

Scritto nel 1819, L’infinito è un componimento solo all’apparenza semplice, costituito da quindici endecasillabi sciolti, in cui il pensiero dell’autore si muove libero e flessuoso, sfruttando molteplici espedienti retorici che permettono una concatenazione dei concetti in un veloce e costante fluire del pensiero e della parola. Eppure tanta armonia compositiva, che è valsa all’Infinito l’ingresso in ogni antologia scolastica, si palesa in un anno della biografia di Leopardi particolarmente difficile e che lo vede ridotto alla quasi completa cecità, impossibilitato allo studio e al pensiero, attanagliato da una disperazione profonda che lo portò a progettare una clamorosa fuga dal «natio borgo selvaggio». È Leopardi stesso a indicare quel 1819 come l’anno della «mutazione totale in me», anno in cui «privato dell’uso della vista e della continua distrazione della lettura, cominciai a sentire la mia infelicità in un modo assai più tenebroso, cominciai ad abbandonar la speranza, a riflettere profondamente sopra le cose». E proprio a queste traversie andrebbe ricondotta l’origine più intima dell’Infinito, un componimento che in maniera implicita celebra la capacità del pensiero di trascendere il reale e i limiti concreti della vita, fino a valicare monti, campi e a naufragare nell’indeterminato e infinito spazio. Dell’Infinito esistono due manoscritti: uno più antico, conservato a Napoli e un secondo, che tramanda una versione testuale molto vicina alla definitiva, custodito invece a Visso ed esposto eccezionalmente nel museo di Recanati. Le correzioni che si osservano su questi manoscritti sono effettivamente minime, sostituzioni di singole parole, aggiustamenti di punteggiatura, ma investono e riguardano altresì concetti filosofici e letterari sottilissimi, per cui, anche la semplice mutazione di una virgola, gioca un ruolo fondamentale nella conoscenza e nella comprensione di questa «poesia perfetta».

La seconda esposizione ora in mostra a Recanati è “Mario Giacomelli. Giacomo Leopardi, L’Infinito, A Silvia”, a cura di Alessandro Giampaoli e Marco Andreani, un viaggio alla scoperta dei rapporti tra letteratura e fotografia italiana del dopoguerra. Le celebrazioni continuano dal 30 giugno al 3 novembre con due mostre che ruotano intorno all’espressione dell’infinito nell’arte, “Infiniti” a cura di Emanuela Angiuli e “Finito, Non Finito, Infinito” a cura di Marcello Smarrelli, per un percorso sensazionale dall’epoca romantica a oggi. “Infinito Leopardi” è un progetto promosso dal Comitato Nazionale per le celebrazioni del bicentenario de L’Infinito di Giacomo Leopardi, istituito dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali (MIBAC), con la partecipazione di Regione Marche, Comune di Recanati, Centro Nazionale Studi Leopardiani, Casa Leopardi, Centro Mondiale della Poesia e della Cultura e Università degli Studi di Macerata.

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