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Ascoli Nostra: “I reperti longobardi di Castel Trosino devono tornare nella nostra città”

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Riceviamo da Ascoli Nostra e pubblichiamo: “La chiusura del museo dell’Alto Medioevo all’Eur di Roma riapre una storica disputa sui reperti longobardi rinvenuti nel 1893 a Castel Trosino in 293 tombe, portati a Roma e mai tornati ad eccezione del contenuto di due tombe nel 2004. Il materiale esposto nel museo di Roma è nella stragrande maggioranza proveniente da Castel Trosino costituendone la parte più pregiata e preziosa, il resto proviene da Nocera Umbra. Da tenere in considerazione anche il moltissimo materiale non esposto e conservato nei depositi del museo romano.

I reperti ci appartengono di diritto ed è ora che tornino nella nostra città.

Ascoli Nostra vuole fare una breve cronistoria sull’Oro dei longobardi, essendo da anni impegnata su questo tema, con l’intento di informare gli ascolani e sollecitare un forte e deciso intervento da parte dei nostri amministratori e dei politici che siedono a Roma grazie ai voti del Piceno.

Agosto 1995 – Ascoli Nostra inizia una delle sue più grandi ed impegnative battaglie al grido: “Rivogliamo il tesoro dei longobardi”.

28 Ottobre 1995 – Manifestazione di protesta di Ascoli Nostra davanti al Museo di Piazza Arringo con una simbolica occupazione del Museo stesso. Tutti i giornali riportano a piena pagina foto e note della manifestazione. Del Tesoro se ne continua a parlare per giorni.

26 Ottobre 1996 – Gianni Silvestri e Pirjo Reinikainen, membri di Ascoli Nostra, ritrovano nell’archivio diocesano il contratto, datato 24 maggio 1893, tra l’allora parroco di Castel Trosino don Emidio Amadio e il soprintendente Edoardo Brizio (tra i testimoni figura anche Giulio Gabrielli) in cui, al punto cinque si cita: “Gli oggetti diventeranno così proprietà dello Stato, il quale ne destinerà in dono una buona rappresentanza di duplicati al Museo Civico di Ascoli Piceno”.

26 Febbraio 1997 – Una delegazione di Ascoli Nostra si incontra a Roma, presso il ministero dei beni culturali e ambientali, con alti dirigenti del Ministro Walter Veltroni, cui è stata prospettata la richiesta di riavere i reperti di Castel Trosino per allestire un museo in Ascoli. L’Ufficio legale di Veltroni ascolta con la dovuta attenzione quanto sostenuto da Ascoli Nostra e fornisce le indicazioni per poter ottenere quanto legittimamente richiesto.

27 Marzo 1997 – Ascoli Nostra, memore dei recenti consigli avuti dal Ministero, presenta alla Soprintendenza Archeologica per le Marche un progetto “per la realizzazione di una sede espositiva sull’archeologia alto-medievale nelle Marche”, con sede presso il Forte Malatesta.

21 Aprile 1997 – Il progetto presentato da Ascoli Nostra ottiene il determinante parere favorevole del dott. De Marinis (Soprintendenza Archeologica delle Marche), che promette una rotazione con Ascoli dei reperti longobardi presenti nel Museo dell’Alto Medioevo di Roma in modo da creare la massima visibilità possibile di quanto trovato nel nostro territorio.

Susseguono svariati eventi che danno ormai per scontato il ritorno in Ascoli dell’Oro dei longobardi.

5 Luglio 1999 – I coordinatori di Ascoli Nostra, informano il futuro assessore Andrea Antonini su tutti i passi che sono stati fatti dall’Associazione fino a giungere al progetto per il ritorno in Ascoli del “Tesoro dei Longobardi”, fornendogli anche tutta la documentazione che prova come ormai non resta che “tirare le reti”, visto che il “Tesoro dei Longobardi” è ormai a portata di mano.

28 Febbraio 2004 – Tornano in Ascoli, da Roma, i primi reperti di Castel Trosino. Per ora si tratta solo di due arredi funebri. Il fatto ha suscitato un grande entusiasmo in città. L’esposizione provvisoria è allestita presso la Sala delle Colonne, ma la notizia più grande è quella che nei prossimi mesi (Antonini spera a giugno) gli “Ori” saranno traferiti definitivamente presso il Forte Malatesta.

Gennaio 2012 – e gli “Ori dei longobardi” non sono ancora ritornati in Ascoli, anzi, sembra che si debbano restituire i reperti delle due tombe prestati nel 2004. Ascoli Nostra chiede che i nostri politici facciano valere a gran voce i nostri diritti portando avanti gli interessi della città senza dispute di colore, evitando che si debba ricorrere ad una petizione popolare per ottenere quanto è debitamente dovuto. Tenere un “basso profilo” che è una prerogativa dei politici ascolani non ha mai ottenuto successi. Inutile citare precedenti sconfitte clamorose come la ferrovia Ascoli- Antrodoco, la facoltà di agraria, il liceo musicale Spontini, la divisione della provincia, la pratica dell’Unesco…

Per rimanere in tema Longobardi nel giugno del 2011 l’Unesco ha dichiarato patrimonio dell’umanità la “Via Longobardorum”, citando otto luoghi toccati dal popolo germanico nella penisola: Cividale del Friuli (UD), Castelseprio e Gornate Olona (VA), Brescia, Campello sul Clitunno (PG), Spoleto (PG), Benevento, San Michele sul Gargano (FG). Castel Trosino, con la sua importante necropoli di 239 tombe, non è stato inserito nella lista. Sembrerebbe che, nonostante una tempestiva segnalazione del prof. Gaetano Rinaldi, l’Amministrazione Comunale non sia riuscita a presentare la domanda.

22 marzo 2014 – Viene finalmente inaugurato ad Ascoli Piceno il Museo dell’Alto Medioevo nell’affascinante ambientazione del Forte Malatesta. Sei bellissimi ambienti, compreso l’ultimo livello della chiesa della Madonna del Lago che è dedicato ai reperti di Castel Trosino con i reperti delle due tombe restituiti nel 2004 (in verità poche cose rispetto all’enorme quantità che fu ritrovata durante gli scavi del 1893 in 239 tombe, di cui 33 con ricchi ornamenti funerari e tantissimi reperti, che furono però portati a Roma).

Ascoli Nostra chiede che sia rispettato il contratto stipulato al momento del ritrovamento: “…Gli oggetti diventeranno così proprietà dello Stato, il quale ne destinerà in dono una buona rappresentanza di duplicati al Museo Civico di Ascoli Piceno…”. Finora sono tornati da Roma solo due corredi funebri di straordinaria ricchezza.

Non dimentichiamo inoltre che ai reperti Longobardi di Castel Trosino si aggiungono quelli delle tombe Ostrogote trovate a Cagnano di Acquasanta, nel 1956, durante la realizzazione del campetto da calcio. Gli oggetti rinvenuti furono spediti ad Ancona per il restauro e giacciono inutilizzati in casse presso il Museo Archeologico Nazionale delle Marche in Ancona, tranne che per sporadici episodi in cui furono prestati nel 1994 e nel 2010 per le mostre dei Goti. E’ opportuno che vengano restituiti e degnamente esposti nel museo di Forte Malatesta.

Ottenere un ricco ed importante MUSEO DELL’ALTO MEDIOEVO nel forte Malatesta sarebbe un enorme volano per il turismo ascolano che rappresenta una delle poche risorse del nostro territorio così fortemente colpito dal sisma e dalla crisi economica. Non possiamo perdere anche questa opportunità!

16 dicembre 2018 – Sui giornali compare la notizia che la locale deputata Cinque Stelle Rachele Silvestri ha presentato un’interrogazione al Ministro per i beni e le attività culturali in cui chiede la restituzione dei reperti di Castel Trosino ed un eventuale stanziamento per i costi di allestimento. Anche la deputata ascolana della Lega Giorgia Latini si è attivata con un ordine del giorno “che impegna il Governo a valutare l’opportunità di destinare alcuni fondi per il recupero e la riqualificazione dell’area archeologica di Castel Trosino”. Altra bellissima notizia, da parte dell’Amministrazione Comunale, è quella dell’imminente apertura di un museo interattivo nell’interno del Forte Malatesta. Le proiezioni avverranno nella sala circolare a piano terra della Madonna del Lago e spiegheranno la storia dei Longobardi, proiettando tutt’intorno immagini in 3d senza l’ausilio dei visori. Questo è un’ulteriore tassello che promuove sempre di più il Forte Malatesta come struttura degna di ospitare un importante museo dell’Alto Medioevo.

Ascoli Nostra plaude alle iniziative delle nostre deputate e chiede agli amministratori locali e, soprattutto, ai nostri rappresentati a Roma di coalizzarsi, senza differenziazioni di colori politici, per ottenere questo riconoscimento dando prova all’elettorato di essere degni del loro mandato”.

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