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Giulianova, minore scomparso dal 2014: l’appello del padre

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GIULIANOVA – “Mia sorella è morta all’età di 43 anni di tumore al polmone e non ha avuto la possibilità di conoscere mio figlio. Ho intrapreso questa battaglia non solo per me, ma anche e soprattutto per la mia famiglia, principalmente per i nonni, che ritengo siano una grande ricchezza per un bambino”. Il Prof. Stefano Liberato non ha tracce di suo figlio dal lontano ottobre del 2014 e nonostante l’inesprimibile dolore, sta cercando con tutte le modalità di cui riesce a disporre di sensibilizzare l’opinione pubblica sul suo caso. Per lui, ormai, da troppi anni, la vita è diventata un vero e proprio calvario. Il figlio, sottratto il 4 novembre 2006, non ha mai più fatto rientro in Italia, tanto che il suo è diventato un vero e proprio caso di scomparsa.

Il Prof. Liberato, residente a Giulianova (Te), racconta che “il 4 novembre 2006 la madre di nazionalità romena dopo avermi sottratto dalla residenza italiana il mio amato figliolo a soli 8 mesi di vita, ha deciso di sfruttare la disposizione della corte d’Appello Aquilana, che aveva ribaltato la meticolosa Sentenza di I grado del Tribunale civile di Teramo che in prima istanza mi affidava il minore, per attuare una vera e propria fuga anche dalla Romania, tanto da far perdere le sue tracce”.

Aggiunge il Prof. Stefano Liberato “A nulla sono servite le mie denunce alla Procura della repubblica di Teramo:

1) Denuncia per sequestro (sporta appena si è scoperta la scomparsa dalla Romania del bimbo nell’ottobre 2014) con ben 2 integrazioni.

2) Denuncia per scomparsa di minore sporta nel 2015.

Entrambe sono state archiviate”.

Ora, vista l’archiviazione, il padre non ha più la possibilità di sporgere denuncia sul medesimo reato di scomparsa, facendo riferimento agli stessi fatti.

Allo stato attuale – prosegue – il mio legale mi difende presso la Corte di Cassazione da me appellata proprio per chiedere di annullare la sentenza aquilana, utilizzata, dalla madre di mio figlio, per attuare una vera e propria fuga anche dalla Romania”.

Entro l’anno 2019 la Corte suprema di Cassazione sentenzierà se considerare valida la sentenza aquilana o far valere la Sentenza di I grado del tribunale civile di Teramo che affidava a Stefano Liberato in modo esclusivo il minore e sospendendo la potestà genitoriale della madre.

Su questo aspetto legale, che concerne il rispetto dell’art. 19 del Regolamento Comunitario (n. 2201/2003), la Suprema Corte di Cassazione ha richiesto, su sollecitazione dell’ avvocato che segue il docente, un parere pregiudiziale alla Corte di Giustizia Europea, la quale ha sancito il principio secondo il quale la sentenza di separazione o divorzio resa da un giudice straniero in violazione dell’art. 19 del Regolamento CE 2201/2003, prevale comunque sulla sentenza italiana pronunciata nel pieno rispetto della legge.

Questo significa che, durante una separazione o un divorzio tra un coniuge italiano ed un altro appartenente ad un altro Stato membro dinanzi al giudice italiano, il coniuge straniero, qualora stia soccombendo nel giudizio italiano, avrà sempre la possibilità di rivolgersi al Giudice del suo paese il quale, violando l’art. 19 del Regolamento CE n° 2201/2003, potrebbe emettere una sentenza favorevole al coniuge straniero, ribaltando l’esito del giudizio pendente in Italia e costringendo il giudice italiano, secondo il principio sancito dalla Corte di Giustizia Europea, a riconoscere nell’ordinamento italiano la sentenza illegittima straniera.

Secondo il Prof. Stefano Liberato si tratta di un abuso di diritto che “la Corte di Giustizia Europea autorizza, appellandosi al dovere di correttezza e di collaborazione tra i Giudici dei diversi Stati membri, ma omettendo di prevedere una sanzione per quei Giudici che violano palesemente il Regolamento CE 2201/2003”.

Sentendosi ormai usurato dal dolore provocato dall’impossibilità di veder crescere suo figlio, il Docente giuliese si appella allo Stato Italiano, affinché’ intervenga “con i mezzi più efficaci e risolutivi, atti a ritrovare, nel più breve tempo possibile, questo bambino, oramai sparito nel nulla, da circa 5 anni ( il 20 febbraio compirebbe di 13 anni )”.

Stefano Liberato insegnante presso la Scuola secondaria di I grado, è un Docente di pianoforte di estrazione classica (menzionato nell’albo d’oro come uno tra i migliori diplomati d’Italia) oltre ad essere un pianista-concertista di talento con un significativo curriculum artistico, è anche un padre che con straordinaria sensibilità ha saputo entrare nel cuore del figlio attraverso la musica del suo pianoforte, contrastando le manipolazioni della madre che, di certo, non agevolavano il rapporto padre-figlio come infatti stabiliva il Tribunale civile di Teramo con l’affidamento esclusivo al padre. Da insegnante stimato ha sempre affermato “Tutti i bambini hanno bisogno dell’affetto del padre, l’amore di una madre è unico, ma l’amore di un padre è indispensabile per una sicura e sana crescita – aggiunge il Docente giuliese – e mio figlio ha un infinito bisogno dell’abbraccio di suo padre. E lo so perché me l’ha detto più volte quando siamo stati per qualche attimo lontani dagli occhi della madre che ci controllava continuamente come una carceriera”. Perché privare il bimbo di questo infinito amore paterno?

Il Docente giuliese conclude dicendo “ Mi appello al cuore paterno dei magistrati della Corte suprema di Cassazione, alla loro coscienza, non si può privare così a questo livello ad un figlio, del sacrosanto e vitale affetto di suo padre!!! Io credo in voi per il vostro ruolo istituzionale di Magistrati e confido soprattutto nella vostra coscienza di padri prima che di uomini di legge. Come una madre può sentire il proprio figlio nel proprio grembo, un padre può sentirlo nello spirito, tanto da sognarlo quasi ogni notte. Da padre responsabile elevo il mio urgentissimo ed ultimo appello: “l’assoluta priorità è ritrovare il mio amato figliolo, cittadino italiano oramai scomparso da troppo tempo”.

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