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A 90 anni dai Patti Lateranensi parla il pronipote del Cardinale Pietro Gasparri

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di Elisa Cinquepalmi

Anche quest’anno ad Ussita l’11 febbraio e’ stato semifestivo per ricordare l’anniversario dei Patti Lateranensi. Novant’anni da quell’11 febbraio 1929 che ha segnato la riconciliazione tra il Regno d’Italia e la Santa Sede. A quel tempo, il massimo protagonista fu il Cardinale Pietro Gasparri, segretario di Stato di Papa Pio XI.
Nacque ad Ussita, precisamente a Capovallozza, il 5 Maggio 1852.
Ultimogenito di nove figli, la sua famiglia viveva allevando pecore. Oggi, il paese e’ alle prese con un grande enigma di cui ancora non vede la soluzione: la ricostruzione post sisma. Tempi di attesa molto lunghi, burocrazia lenta e i cittadini si affidano. allora alla speranza.
Tanti argomenti, questi, al centro di un’intervista d’eccezione: con il dottor Filippo Gasparri, pronipote del Cardinale. Romano, 72 anni, il dottor Gasparri amministra tenute agricole di famiglia nell’agro romano a Sacrofano, eredita’ dell’attivita’ silvi-pastorale della famiglia  (la transumanza Marche-Lazio fu a lungo oraticata dai Gasoarri cosi come dalle famiglie Rosi e Silj, anch’esse ussitane).

“Il mio prozio era una persona culturalmente eccezionalmente preparata che ha lasciato un segno profondo all’interno della Chiesa e pure a Ussita, il suo luogo di origine e dell’anima. Un luogo che gli rimase caro per tutta la vita. Ha contribuito alla costruzione del municipio, degli acquedotti e del Cimitero Monumentale, oggi completamente distrutto a causa del terremoto del 2016. A tal proposito, la Curia di Camerino si è impegnata a traslare la salma del Cardinale Gasparri, presso la Cripta dei Vescov in Duomo”

Parliamo dei Patti Lateranensi?

“Si. È una ricorrenza importante di cui teniamo viva la memoria.
In passato era un giorno festivo, mentre oggi è un semifestivo.
Ricordiamo che i Patti Lateranensi ha segnato la storia dello Stato Italiano e della Chiesa.
Inoltre, è anche importante ricordare che nel 2017 è stato celebrato il centenario del Codice del Diritto Canonico.
L’ anno prima a Ussita, in onore del Cardinale Gasparri è nato il Centro Studi con tante iniziative che purtroppo sono state interrotte a causa del sisma che io presiedo pro tempore.
Voglio ricordare che il mio avo aveva un forte attaccamento per Ussita.
Quando tornava in paese, oltre a riposarsi, lavorava su vari temi, sopra al famoso tavolo, presente all’interno della sua abitazione, oggi anch’essa inagibile”.

Secondo lei, ci sono speranze per invertire il percorso di desertificazione?

“Non perdiamo la speranza.
Questa è una situazione sociale ed economica che va presa di petto.
La legislazione e le normative sono confuse.
C’è una grande confusione tra enti e sportelli, anche il personale non è formato.
Ci sono tanti ostacoli da superare ed il problema non dipende solo dalle province.
La Regione avrà le sue colpe e non è partita con il piede giusto.
Troppe carte e tanta burocrazia.
Bisogna semplificare per non perdere tempo ed il paese.

Che cosa avrebbe fatto in tale emergenza il Cardinal Gasparri?

“Con il suo carattere deciso, in mezz’oretta avrebbe sistemato tutto….”

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