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DA ERODOTO – LE STORIE, CONTINUA IL LIBRO I – Traduzione di Luigi Annibaletto, Mondadori 1956

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DA ERODOTO – LE STORIE, CONTINUA IL LIBRO I – Traduzione di Luigi Annibaletto, Mondadori 1956

25 Aliatte di Lidia, quello che aveva portato alla fine della guerra contro i Milesi, venne in seguito a morire dopo aver regnato 57anni.

Egli fu il secondo di questa famiglia che, guarito da una malattia, dedicò in Delfi un grande cratere d’argento, col suo basamento in ferro le cui parti erano saldate, offerta degna di essere vista più di tutte quelle che sono in Delfi, opera di Glauco di Schio, l’unico uomo al mondo che abbia trovato il modo di saldare il ferro.

26 Morto Aliatte eredità il regno Creso, suo figlio, che era in età di 35 anni e che assalì, primo fra i greci, gli abitanti di Efeso.

Fu allora che gli Efesi, assediati, consacrarono la città ad Artemide, avendo agganciato una fune che dal tempio giungeva fino alle mura; e tra la città vecchia, che allora veniva assediata, e il tempio, ci sono sette stadi.

Per primo dunque Creso assalì costoro; ma poi a uno ad uno successivamente (assalì) i popoli della Ionia e della Eolia, adducendo per gli uni una scusa, per gli altri un’altra; accusando di colpe più gravi quelli per cui poteva trovarne, ma per alcuni di essi faceva valere anche pretesti di poco conto.

27 Allorché i greci stanziati nell’Asia furono da lui assoggettati e costretti a pagare un tributo, egli pensò di costruire delle navi e assalire quelli che abitavano nelle isole.

Quando però tutto era già pronto per allestire la flotta dicono che Biante di Pirene (secondo altri sarebbe stato Pittaco da Mitilene) che era arrivato a Sardi, alla domanda di Creso se in Grecia ci fosse qualche cosa di nuovo, diede questa risposta che gli fece interrompere i lavori: < O Re, gli abitanti delle isole stanno assoldando un contingente sterminato di cavalleria perché hanno intenzione di muovere in armi contro Sardi e contro di te.>

Creso, convinto che quello dicesse il vero, esclamò: < Magari gli dei ispirassero questo proposito agli isolani di venire ad attaccare i figli dei Lidi con la cavalleria!>

E quello di rimando disse: < o Re mi pare che tu ti auguri di tutto cuore di poter cogliere sulla terraferma gli isolani a cavallo, ed è naturale che tu la pensi così. Ma gli Isolani che altro credi tu che si augurino, da quando hanno saputo che ti accingi a costruire navi per attaccarli, se non sperare di cogliere i Lidi sul mare, e per poter fare su di te le vendette dei greci che abitano nel continente e che tu tieni soggetti a schiavitù?>

Dicono che Creso molto si compiacque di questa conclusione, e siccome gli pareva che l’ospite parlasse a proposito, lasciatosi convincere pose termine alla costruzione di navi.

E fu così che strinse un patto di amicizia con gli Ioni che abitavano le isole.

NOTA. Pare che Glauco di Chio, da quanto scrive Erodoto, possa essere considerato il primo saldatore di ferro, capace di unire lamine tra loro senza chiodi e senza perni, e per quanto riguarda l’assedio di Efeso i sette stadi della fune sono pari a 1.300 metri. Vediamo poi che senza tanta burocrazia è il Re da solo a decidere se fare o non fare la guerra, e si auspica che gli isolani affrontino con la loro la cavalleria di Sardi, la più forte di tutta la Grecia; ma dando ascolto alle poche convincenti parole di un saggio egli cambia idea e si invoglia alla pace. Sia Biante di Pirene che Pittaco di Mitilene furono – come riferisce Annibaletto – due dei sette sapienti della Grecia per la loro prudente assennatezza. Si sa però che Pittaco morì prima che Creso salisse al potere e quindi l’aneddoto va attribuito a Biante.

Luciano Magnalbo’

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