giovedì, Aprile 18, 2024
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Gianluca Zelli si dimette da coordinatore regionale di Azione Politica e attacca Marsilio: “Non abbiamo bisogno di poltrone”

Pescara – “Si è riunito il coordinamento regionale di Azione Politica e, a seguire il gruppo dei candidati alle scorse elezioni. In quel contesto ho rassegnato le mie dimissioni da coordinatore regionale del movimento. Le redini di Azione Politica saranno tenute, in questa fase, da Angelo D’Ottavio”. A parlare è Gianluca Zelli, ideatore e fondatore del movimento civico Azione Politica, nel corso di una conferenza stampa che si è tenuta stamani a Pescara. Zelli era affiancato dai coordinatori provinciali Pierluigi Panunzi, Berardino Fiorilli, Luca Maccione, e Rudy Di Stefano, è da Angelo D’Ottavio.
“In qualità di leader di questo movimento – spiega Zelli – ho definito la linea politica, dal percorso avviato con il raggruppamento di Civiche per l’Abruzzo, di cui non abbiamo condiviso l’impostazione personalistica. Da qui, la decisione di contribuire al mantenimento di un centrodestra unito. Ho incontrato Marco Marsilio e Pierluigi Biondi a Stiffe per discutere di programmi e rappresentanza: dell’istituzione di un nuovo assessorato regionale multidisciplinare allo Sviluppo economico, di riforma della sanità e manutenzione e potenziamento delle infrastrutture stradali. In quell’occasione abbiamo chiesto una rappresentanza esterna nella Giunta che potesse bilanciare l’elezione di un singolo consigliere, così da equilibrare costa-aree interne. Questo accordo è stato ribadito in campagna elettorale e dallo stesso presidente Marsilio martedì 12 febbraio nella sede della mia azienda”, sottolinea ancora Zelli.
“Da quel giorno non ho più sentito o visto Marsilio. A garantire l’accordo programmatico, su specifica richiesta di Marsilio, Pierluigi Biondi e Angelo D’Ottavio. Ho rivisto Marco il giorno del passaggio di testimone con Giovanni Lolli, quando ci siamo confermati quello che ci eravamo detti. Poi – aggiunge il fondatore di AzP – siamo stati vittime di un’imboscata: l’accordo era stato già raggiunto da Lega, Forza Italia, Fratelli d’Italia. Nel corso dell’incontro, nonostante il palese passo indietro della Lega che avrebbe rinunciato all’assessorato esterno – a due condizioni: avere quattro assessori e che l’esterno fossi io (e specifico che nessuno mai ha chiesto un esterno per me, ma per Azione Politica) – e nonostante Forza Italia si fosse resa disponibile a valutare l’assessore e la presidenza del Consiglio, Marsilio decide di chiudere la conversazione assegnando quattro assessori alla Lega, uno a Forza Italia e uno a Fratelli d’Italia. Alla richiesta di spiegazione – e tengo a precisare che tutti i partiti seduti al tavolo sono venuti a conoscenza dell’accordo tra AzP e Marsilio solo negli ultimi dieci giorni di campagna – Marsilio ha risposto che, nelle altre Regioni, FdI era stata penalizzata e che in Abruzzo avrebbe potuto rivalersi, rilanciando persino con il sottosegretario a Forza Italia. A quel punto, visto che la discussione si sarebbe spostata sull’assegnazione delle deleghe, e non avendo AzP parola in giunta, ho deciso di andare via, senza intenti polemici. Ne ho preso atto, fino al momento in cui, addirittura il “corretto” presidente ha telefonato al consigliere regionale Santangelo per offrire direttamente a lui la vicepresidenza del Consiglio. Santangelo ha fatto presente che la linea l’avrei dettata io. Così ho ricevuto, ormai a giochi fatti, una chiamata e una proposta che ho rifiutato.
Non abbiamo bisogno di poltrone. Non sono d’accordo sull’ipotesi di allargamento della Giunta, anche perché in questo momento è l’ultimo dei problemi. Il movimento nasce, e sopratutto io faccio politica, per cambiare questa regione e ritengo che Marsilio sia l’ultima persona che possa cambiarla. Non solo abbiamo dovuto accettare supinamente un candidato indicato da Roma, ma dobbiamo anche far pagare all’Abruzzo questioni accadute in Friuli o in Molise.
La mia è una posizione personale e non sono più disposto a trattare con questi individui: da qui le mie dimissioni.
Ero sereno ieri e sono sereno oggi. Azione Politica – ricorda Zelli – continua a esistere, ha ottenuto 20mila preferenze, e ieri sera ho chiesto il sacrificio ad Angelo D’Ottavio di diventarne commissario. Le liste civiche sono servite, ancora una volta, a prendere voti, ma il sistema dei partiti ritiene che non debbano avere voce o essere rappresentate. Faccio un grande in bocca al lupo a consiglieri e giunta. Resto in attesa di vedere le competenze degli assessori, soprattutto quelle dell’esterno. Questo pomeriggio, D’Ottavio si riunirà con i coordinatori provinciali e con il consigliere Santangelo per definire la posizione di Azione Politica nell’assise. La mia linea non è quella del movimento. La linea che gli avevo impresso non ha portato a un risultato e per questo da oggi decideranno commissario e coordinamenti regionale e provinciale”, conclude Zelli.
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