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Pescara, domani primo appuntamento con la sezione Arte di #Docudì2016

Domani, venerdì 15 marzo, al museo Colonna di Pescara, alle ore 17.15, proiezione di due documentari dedicati all’Arte

– Tre giorni con Matthias Brandes di Marco Agostinelli
– Una scultura di Beverly Pepper di Marco Agostinelli

Questo è il primo dei tre appuntamenti (15 marzo, 26 aprile e 10 maggio 2019) per presentare cinque documentari d’arte. I documentari sono inseriti, fuori concorso, all’interno di #Docudì2019 – concorso di cinema documentario che da febbraio a maggio 2019 si svolge a Pescara presso il museo Vittoria Colonna in via Gramsci organizzato dall’A.C.M.A (Associazione Cinematografica Multimediale Abruzzese), e dall’Assessorato alla Cultura del comune di Pescara.

Il concorso ospita film-documentari, tutti in anteprima regionale che concorrono alla assegnazione del Premio #Docudì2019. La particolarità di questo Concorso è che sarà la Giuria, formata dal pubblico in sala, a votare al termine di ciascuna proiezione. Il vincitore verrà proclamato nell’appuntamento finale dell’11 maggio.

Tutti i film in concorso sono stati prodotti nel 2018 e tutte le proiezioni sono con la presenza dei registi accompagnati, a volte, anche dagli autori, sceneggiatori o interpreti.

I tre appuntamenti d’Arte raccontano le opere di artisti internazionali da Gianni Novak a Matthias Brandes e Lawrence Carroll.

La Rassegna è curata da Anthony Molino.

seguiranno 

Venerdì 26 aprile
– Gianni Novak, bellezza un concetto indefinibile di Lucilla Salimei
– Carlo Montesi pittore di Lucilla Salimei

Venerdì 10 maggio
– Lawrence Carroll di Simona Ostinelli

L’intera manifestazione è ad ingresso libero.

#Docudì2019 Le proiezioni si svolgeranno con il seguente calendario:

Febbraio sabato 2 – venerdì 15   /   Marzo sabato 2 – venerdì 15 – sabato 23

Aprile sabato 13 – venerdì 26   /   Maggio giovedì 2 – venerdì 10 – sabato 11

Sabato 11 maggio 2019 Premiazioni e a seguire proiezione (Fuori concorso)

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Venerdì 15 Marzo DOCUDÌ d’Arte

– Tre giorni con Matthias Brandes di Marco Agostinelli 19′ 11” / 2018 

Agostinelli, nel suo film, evidenzia il linguaggio artistico di Matthias Brandes che evoca la sospensione del tempo, tra contemplazione e meditazione. Esplora in modo sistematico e profondo il valore simbolico della casa, spazio in cui la nostra individualità, i nostri ricordi, sono protetti e riservati. Le sue case volanti sono un universo magico dove ogni oggetto può volare e assumere le simbologie più fantasiose, stravolgendone prospettive e significati. I “tre giorni” con lui aprono allo spettatore anche la casa dell’artista, dove non soltanto è visto al lavoro ma dove si potranno apprezzare, anche se forse in modo soltanto implicito, le motivazioni dietro alla scelta di Brandes di fare dell’Italia – paese fonte per lui inesauribile di bellezza – la propria casa.

 

– Una scultura di Beverly Pepper di Marco Agostinelli 14′ 25” / 2018

 

Il film ci presenta l’artista mentre lavora ad un’opera concepita per un altro, famoso, parco di sculture, quello di Celle in provincia di Pistoia, appartenente al grande collezionista italiano Giuliano Gori. In una visione arricchita dalle riflessioni della Pepper, lo spettatore non solo “entra”, fisicamente, nell’opera e nello spazio circostante ma esplora, assieme all’artista, la privilegiata relazione che questa propone da sempre, tra la scultura, lo spazio e il paesaggio naturale e storico.

 

Marco Agostinelli è nato a Panicale (Pg) nel 1961. Vive e lavora a Venezia dal 2007. Nell’arco della sua carriera ha realizzato oltre 120 documentari e videoarte.

Regista di film che attenzionano prevalentemente l’arte moderna e contemporanea, in alcune sue opere si è rivolto anche al mondo dell’archeologia e di musei di arte antica, quali i Musei Capitolini ed altri. Suoi lavori sono stati presentati in musei e festival di tutto il mondo, tra cui: il Centro Pompidou di Parigi, la National Gallery di Washington, la New York University, il Museo della Permanente e l’Accademia di Belle Arti di Brera a Milano, il Museo Archeologico di Napoli, i Musei Capitolini di Roma, i Musei Civici di Venezia, il Festival del Cinema di Locarno, il Viper Film Festival di Basilea, e la Biennale di Venezia. Nell’anno 2000 è stato insignito del Premio alla Carriera nell’ambito del 18° Festival del Cinema di Montreal.

Accademico di merito dell’Accademia Pietro Vannucci di Perugia, Marco Agostinelli è considerato tra i maggiori esponenti del documentario sull’arte, e il suo linguaggio narrativo è tra i più significativi e innovativi degli ultimi anni. Spesso il suo approccio narrativo è intimo e romantico, riuscendo a stringere uno stretto rapporto con la storia e il personaggio da raccontare. Lavora quasi sempre da solo. Un vero videomaker ante litteram, sono suoi anche i montaggi dei film e a volte le musiche. Negli ultimi anni si è occupato anche di documentari a carattere sociale, legati al mondo dell’immigrazione, dell’alto artigianato e della disabilità.

 

Matthias Brandes nasce a Bochum (Nordrhein-Westfalen) in Germania. Dal 1969 al 1976 studia pittura, storia dell’arte e pedagogia all’Accademia ed all’Università di Amburgo. Abilitato all’insegnamento liceale nel 1979 si dedica in seguito esclusivamente alla pittura, scegliendo di vivere oltreché ad Amburgo anche vicino Venezia per parte dell’anno, a Meolo, dove poi si trasferirà con la famiglia nel 1993.

La sua prima mostra personale è del 1985, presso l’Istituto Italiano di Cultura di Amburgo. Seguiranno decenni di intensa attività in tutto il mondo – dappertutto in Europa, negli USA, persino in Cina e Corea – con inclusione di sue opere in importanti collezioni pubbliche e private mentre partecipa regolarmente alle principali fiere d’arte.

 

Beverly Pepper è conosciuta per le sue opere monumentali e architettoniche, in particolare per alcuni interventi di land art e di connective-art. Il suo percorso artistico si snoda tra due culture e due continenti: gli Stati Uniti, dove è nata, e l’Europa, in particolare l’Italia. Nata a Brooklyn nel 1922, dove compie i primi studi, dopo la seconda guerra mondiale, nel 1949, si trasferisce a Parigi, per studiare pittura con Fernand Léger e André Lhote all’Académie de la Grande Chaumière. Qui frequenta atelier di artisti come Zadkine e Brâncuși. Visita l’Italia e si trasferisce nel 1951 a Roma, grazie ad una borsa di studio per la pittura ottenuta dal Ministero degli Affari Esteri. Durante il periodo romano frequenta il Gruppo Forma 1, composto dagli artisti Giulio Turcato, Piero Dorazio, Pietro Consagra e Achille Perilli; a Roma conosce Toti Scialoja e Renato Guttuso, nonché poeti, attori, critici e registi quali Fellini, Antonioni, e Pontecorvo. Inizia così la sua grande avventura italiana, che quest’anno – dopo quasi settant’anni dal suo arrivo in Italia – la vedrà omaggiata dalla sua città d’elezione, Todi, in Umbria con una serie di manifestazioni e l’inaugurazione di un parco a lei intitolato.

 

Docudì – concorso di cinema documentario, a cura dell’A.C.M.A. e del Festival del documentario d’Abruzzo, è nato sul modello del “festival diffuso” avendo il suo svolgimento distribuito nell’arco di quattro mesi per offrire al pubblico la possibilità di accostarsi alle tante forme di osservazione e di indagine della realtà nelle quali si articola il linguaggio cinematografico documentaristico, nonché per creare spazi di espressione per quegli autori e quei registi che con intelligenza e coraggio si cimentano nella narrazione e nell’analisi della realtà contemporanea.

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