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Sussurri & grida di Maurizio Verdenelli – Che cosa c’entra “lupo” Traini con la strage in Nuova Zelanda?

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Sussurri & Grida – Che cosa c’entra “lupo” Traini con la strage in nuova Zelanda?
di Maurizio Verdenelli
Luca Traini insieme con Sebastiano Venier (nulla a che vedere con Mara se non la comune appartenenza a Venezia) e con Marcantonio Bragadin, Donald Trump e via elencando.
“..ma io che c’entro?!” ha protestato vivamente il tolentinate dal carcere dove sta scontando la pena per il raid del 7 febbraio 2018 che sconvolse Macerata. Gia’, che c’entra lui con un presidente Usa, un doge veneziano del ‘500 che a capo della Lega Santa sconfisse la potente flotta ottomana a Lepanto e che c’entra con Marcantonio Bragadin, altro eroe veneziano scorticato vivo dai turchi dopo la resa della fortezza di Famagosta? Gia’, che c’entra il “lupo” Traini? O meglio che c’entrano tutti gli altri, i cui nomi dalla Storia (S maiuscola, proto) e dalla cronaca sono stati incisi sui caricatori, da Brenton Harrison Tarrant, 28 anni, che l’altro giorno ha ucciso a Cristchurch, in Nuova Zelanda ,49 islamici (ferendone altri 40) in preghiera all’interno di due moschee?
“Gesto orribile”: e’ stata in sintesi la dichiarazione stampa subito rilasciata da Traini tramite l’avv.to Giulianelli. Il quale ha tenuto a precisare come il suo assistito abbia in carcere rapporti amichevoli con tutti i detenuti senza preclusione di provenienza e credo religioso. In particolare, Traini non ha assolutamente – ha sottolineato il legale-  alcun pregiudizio nei confronti dei musulmani.
Non c’e’ dubbio tuttavia che la notorieta’ internazionale -dubbia, offcourse!- dell’ex buttafuori marchigiano conosciuto pure nel continente australiano a distanza di 35 anni dei riverberi maceratesi fino a quelle lontane terre per la prima volta pervenuti per merito quella volta della ‘Boheme’  by Ken Russell allo Sferisterio, abbia avuto uno spazio nella farneticante amnesi storica del suprematista Tarrant che ha confuso Storia ed Attualita’ con il razzismo ed in particolare con l’anti-Islamismo.  “Non in mio nome!” ha titolato sui terribili fatti di Christchurch ‘Il Carlino’ con il corredo della foto del maceratese ormai piu’ conosciuto nel mondo, dopo (si spera) il pluripremio Oscar, Dante Ferretti. Tanto noto da rendere credibile  cio’ che pare sia accaduto ad un elpidiense dallo stesso cognome (Traini): il figlio, a Roma, avrebbe problemi sia per il cognome sia per la provenienza marchigiana. Insomma un razzismo ‘de noantri’ che seppure alla rovescia andrebbe comunque stigmatizzato, se appurato.
Intanto proseguono a Macerata le udienze del processo all’unico imputato del caso Pamela. L’orrore e’ spesso di casa, ed e’ riapparso pure nell’attesa deposizione da parte del camerunense che ha permesso per primo di far luce. Il teste ha ricordato: Oseghale depose a terra, non getto’, i due trolley  con i resti di Pamela (i cui familiari hanno ricevuto la visita del vicepremier Salvini) quel tragico fine gennaio del 2018, in quei dieci giorni che sconvolsero Macerata e il mondo. “La radio ha parlato di un cadavere ritrovato dalle nostre parti. Che novita’ e’? E’ accaduto pure tanti anni addietro!” pare abbia avuto modo di osservare pur senza reali riscontri, alle prime confuse news, un anziano coltivatore diretto della zona: l’agro a cavallo tra Pollenza e Tolentino.
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