venerdì, Marzo 29, 2024
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Ascoli Piceno: “Io, precaria senza speranza. Vi racconto la mia vita a rate”

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ASCOLI PICENO – Per tutelare la privacy della persona che ci ha raccontato la sua storia la chiameremo con un nome di fantasia. Gloria, 45 anni, e’ precaria da oltre 20 anni. Prima contratti a termine presso varie realta’ territoriali – risiede in provincia – poi e’ entrata a far parte, suo malgrado, visto che non riusciva a trovare altro, nel “fantastico mondo” dei call center.

“La prima volta – spiega – che ho fatto il colloquio con il titolare di un call center sono rimasta esterrefatta. Quando sono entrata nel mio futuro posto di lavoro ho visto una vetrata, dietro alla quale erano posizionati dei tavoli e alcune persone che passavano tra un tavolo e l’altro per vigilare sul lavoro degli operatori. Avevo bisogno di soldi e, malgrado la meraviglia iniziale, ho accettato il lavoro. Il contratto? Il classico co.co.pro, ovvero contratto a progetto. Niente ferie, niente malattia, niente tredicesima, nessuna prospettiva. Se non produci rischi di perdere il lavoro in ogni momento. E non parliamo dello stress di chiamare centinaia di persone che magari non ti vogliono nemmeno ascoltare”.

Siamo nel 2008. Da allora Gloria ha passato in rassegna almeno una decina di call center, tutti con la stessa dinamica. “Non si trova molto altro qui in zona – spiega – e mi sono adattata”.

Certo non ci si puo’ aspettare di mantenersi con un lavoro da operatrice telefonica. E infatti fin dall’inizio per Gloria sono stati problemi. “Non sono mai stata benestante – racconta – ma ad un certo punto i miei problemi si sono acuiti: spese impreviste, anche di salute, non arrivavo. E mi sono rivolta ad una finanziaria”.

Il problema e’ che la finanziaria in questione le ha dato una carta revolving. Praticamente passi la vita a pagare gli interessi. Non ne esci piu’.

“La liquidita’ – racconta – e’ ben presto finita e non riuscivo a pagare le rate. Al lavoro spesso avevo difficolta’ a farmi pagare per cui mi sono ritrovata nei guai. E mi sono rivolta ad una seconda finanziaria per pagare la prima. Non avevo altra scelta. Anche perche’ se saltavo una rata erano dolori: telefonate continue, anche minacciose, anche a casa dei miei genitori. Non sapevo come altro fare. Una volta sono venuti anche a casa”.

Gloria rientra perfettamente nella categoria dei cosiddetti Working Poor, ossia di tutti coloro i quali pur lavorando o, comunque, dandosi da fare, non riescono ad arrivare alla fine del mese.

Alla fine e’ riuscita a risolvere la situazione grazie all’aiuto di una struttura specializzata. E dei debiti si e’ riuscita a liberare lo scorso anno dopo 7 anni di sacrifici e sofferenze.

E adesso? “Sono sempre precaria – conclude -, nulla e’ cambiato. Vorrei per me una vita diversa. Ma non c’e’ molta scelta. Alla mia eta’, tra l’altro, e’ ancora piu’ difficile. Ma mai piu’ finanziarie. L’ho giurato”.

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