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Greta: a Roma, e non solo, tutti la adorano. Questione di marketing politico?

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Non e’ trascorso molto tempo dalla conclusione della manifestazione di Greta Thunberg, che i riflettori sono subito calati.
Si annunciavano oltre 50 mila presenze, ma qualche noto quotidiano ha asserito che erano in 25 mila,
mentre altri, più prudentemente, hanno parlato di migliaia, senza specificare. Il balletto dei numeri è sempre presente, ma le numerose foto non lascerebbero adito a dubbi.

Ma chi è Greta? Greta Eleonora Thunberg Ernman è un’attivista svedese, nata il 3 gennaio 2003, per lo sviluppo sostenibile e contro il cambiamento climatico. È nota per le sue manifestazioni regolari tenute davanti al Riksdag a Stoccolma, in Svezia, con lo slogan Skolstrejk för klimatet («sciopero scolastico per il clima»). Figlia della cantante d’opera Malena Ernman e dell’attore Svante Thunberg, le sono stati diagnosticati la sindrome di Asperger e il disturbo da deficit di attenzione/iperattività. Per diminuire l’impronta ecologica della sua famiglia ha insistito perché diventassero vegani come lo è diventata lei.

È autrice, insieme alla sua famiglia, del libro La nostra casa è in fiamme, Mondadori, 2019, dove viene raccontata la sua storia e il suo impegno per la difesa dell’ambiente. E’ il 20 agosto 2018 quando la ragazza decide di non andare a scuola per rimanere seduta di fronte al parlamento del suo paese durante le ore di scuola, fino al 9 settembre, giorno delle elezioni legislative a Stoccolma, in segno di protesta contro gli innumerevoli incendi divampati nel suo paese a causa dell’innalzamento della temperatura.

A seguito delle elezioni, ha continuato a manifestare ogni venerdì, lanciando così il movimento studentesco internazionale Fridays for Future. Ha manifestato in Germania, Finlandia, Danimarca e Australia. Il 16 Aprile, in previsione delle elezioni Europee, ha parlato alla Commissione Ambiente del Parlamento europeo per poi incontrare il Presidente Tajani ed in seguito il Papa a Roma durante l’udienza del martedì.

Per quanto riguarda l’opinione degli scienziati su Greta, la maggior parte di loro ritiene che la battaglia contro il global warming potrebbe aver trovato nella sedicenne svedese il volto adatto per promuovere il tentativo di riduzione delle emissioni. Se infatti negli ultimi anni la scienza è stata molto precisa ed efficiente nello studio dei cambiamenti climatici, non altrettanto efficiente è stata nel comunicare al grande pubblico le conseguenze delle proprie scoperte su questo tema e l’urgenza di adottare delle contromisure.

E’ probabile che ci sia chi possa provare, o chi abbia già provato, a mettere il proprio cappello sulla protesta. E’ evidente che parlare in maniera “ecologica” fa scena e coinvolge spesso l’opinione pubblica, specialmente quella più sensibile. E qualche politico, anche in Italia, potrebbe aver sperato attraverso Greta in un guadagno di immagine. Il 18 aprile, lo ricordiamo, la giovane ha parlato al Senato della Repubblica italiana  Sembrerebbe che anche Ingmar Rentzhog, noto esperto di marketing, abbia appoggiato Greta facendole lanciare lo slogan “ Non abbiano tempo”, essendo proprietario di una Startup “We do not have time” ove casualmente ha inserito nel board della società la ragazza.

Greta, per età e caratteristiche, è perfetta. Rentzhog la incontra di fronte al Parlamento e pubblica un post strappalacrime sui social nel primo giorno di sciopero della ragazza. Da allora il suo sito decolla. E quattro giorni più tardi esce anche il libro dei genitori della ragazza, Scenes from the Heart, che racconta della coppia e della figlia.

Deve anche far riflettere come gli interessi di Rentzhog siano vicini a quelli di Kristina Persson, ex ministro socialdemocratico svedese che, attraverso il Think tank Global Utmaning, cui entrambi fanno parte, combattono contro i presunti “nazionalismi risorgenti”.

Insomma il green, attraverso una giovane ragazza affinché possa coinvolgere altri ragazzi, al servizio del “politically (s)correct”. Sarà un caso?
I dubbi fioccano, e le spiegazioni che indurrebbero a pensare che si tratti dell’ulteriore forma di
manipolazione, anche. Del resto chi non ricorda le varie influenze “politicamente corrette” partite proprio da Stoccolma? Una a caso? Il premio Nobel per la pace ad un Presidente USA. appena eletto, che durante il proprio mandato si è dimostrato uno dei Presidenti che ha avviato più guerre.
A proposito, sembra che Greta sia stata gia’ proposta per la candidatura al Premio Nobel per la Pace. E che certa sinistra italiana abbia mostrato per lei una particolare “simpatia”. Il tema e’ giusto, l’importante e’ che non lo si frutti per avere benefici senza agire. D’altronde, l’inerzia della classe politica, non solo italiana, relativamente a questo tema, e’ nota. Come e’ altrettanto nota l’abitudine ad abbracciare tematiche popolari in vista delle elezioni di ogni ordine e grado per abbandonarle subito dopo il conseguimento del risultato elettorale.

Ettore Lembo

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