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Sussurri & Grida, di Maurizio Verdenelli – Primo Maggio e l’opera strappata

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Sussurri & Grida – Primo Maggio e l’opera strappata

di Maurizio Verdenelli
Macerata, 30 aprile, ore 22.10, via Lauri, quasi all’angolo di Berardi (grandi filantropi ai quali insieme con il conte Conti il capoluogo deve quasi tutto in fatto di spazi verdi ed edifici pubblici). In strada un giovane vestito bene quasi grida al cellulare: “Te l’avevo detto! Si, te l’ avevo detto molto prima che poteva succedere quello che e’  poi accaduto…eri tu che dovevi sorvegliare che tutto andasse bene..tu che sei l’assessore alla Cultura!”.
Comunicazioni di …servizio concitate qualche ora dopo la notizia che un’opera importante dell’ultimo dei futuristi maceratesi, Wladimiro Tulli, fosse andata gravemente danneggiata nell’opera di restauro dell’ex farmacia Pigliapoco (destinata ad ufficio di accoglienza turistica) accanto al teatro Lauro Rossi in piazza Liberta’.
Ero amico di Tulli, la mia ultima intervista con lui 15 giorni prima del suo decesso. Teneva come un padre alle sue opere, sparse un po’ dovunque a Macerata – le sculture davanti a palazzo di Giustizia e un San Giuliano alle spalle del Duomo prima delle Fosse e gli affreschi in varie scuole tra le quali una al liceo classico Leopardi. Era stato giornalista, corrispondente del Messaggero a palazzo Costa. Ed una volta Marinetti gli lascio’ nella buca delle lettere una missiva… raccomandata: ‘A Tulli, presto!’ che Wladimiro mi mostro’ come una preziosa laica reliquia. Aveva avuto l’onore da vivo di una mostra antologica a palazzo Ricci. E nei locali dell’ex farmacia (dove e’ avvenuto il fattaccio ai danni di ‘Chimismi’) nell’anniversario centenario del Futurismo era stato celebrato al pari di Pannaggi, Tano, Monachesi, Bravi e di tutto il geniale gruppo Agra’ (vincera’: il motto) di cui Tulli era il piu giovane.
Corsi e ricorsi storici ancora e sempre quella stessa area oggetto dei suoi primi rivoluzionari progetti grafici con il tema sempre sognato dai maceratesi: Il mare in piazza Liberta’. Wladimiro si sara’ rivoltato nella tomba alla notizia. E’ anche un artista che ha dedicato alla Resistenza e al Primo Maggio opere di grandi dimensioni. E’ stato sempre in campo, da quando in calzoncini corti seguiva i primi incontri dei suoi maestri futuristi.
Un Primo Maggio che tra Giardini Diaz ‘redenti’ alfine dai pusher, concertini, barattoli comunicazionali alla Andy Warhol, che forse con il lavoro che manca pure a Macerata ai giovani _e ai cinquantenni_ avrebbe dovuto ricordarsi (ed avere piu’ tutela della sua opera) di questo eterno ragazzo innamorato della sua citta’ e dell’arte che in anni formidabili voleva dire Macerata stessa: il Futurismo.
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