Secondo quanto riferito dall’Associazione “Ambiente e Territorio Eur Vallerano”, l’impianto di gestione di rifiuti romano di via di Valleranello 273 presenterebbe diversi elementi di criticita’.
“Con provvedimento preventivo – scrive l’associazione – della Regione Lazio relativo alla Valutazione di Impatto Ambientale (D.n.G12022 del 18.10.2016 Dir.Reg.Governo del Ciclo dei Rifiuti) e successivo atto di autorizzazione della Città Metropolitana di Roma Capitale (D.D.RU 3599 del 11.08.2017 Dip.4 Serv.1), è stato autorizzato un impianto per la gestione di rifiuti in Roma via di Valleranello 273.
L’esame dei provvedimenti ha evidenziato che non sono state rispettate le norme e i principi che regolano la materia, evidenziando numerosi elementi di criticità e illegittimità.
La disamina del provvedimento della Regione Lazio di Valutazione di Impatto Ambientale, che ha la finalità di “proteggere la salute umana” e “contribuire con un migliore ambiente alla qualità della vita”, deve tener conto di tre elementi rilevanti: la localizzazione dell’impianto, la tipologia dei rifiuti e le correlate modalità di trattamento, ed il procedimento svolto dall’Amministrazione.
LOCALIZZAZIONE
La corretta localizzazione di un impianto di rifiuti è valutata con riferimento ai criteri definiti dal Piano di Gestione dei Rifiuti della Regione Lazio e alle tutele, ai vincoli e alle prescrizioni degli strumenti di pianificazione paesaggistica, territoriale ed urbanistica.
Il sito di via di Valleranello 273 presenta molteplici fattori che, in base ai criteri definiti dal Piano di Gestione dei Rifiuti della Regione Lazio del 2012, impediscono la localizzazione di un impianto di rifiuti o richiedono una particolare attenzione nella valutazione del progetto.
Tra i principali fattori escludenti si richiamano:
-la collocazione del sito nella fascia di rispetto dei 150 metri dal Fosso di Vallerano;
-la pericolosità dell’area a rischio esondazione;
-l’interesse archeologico dell’area sottoposta a specifica tutela;
-la presenza nelle vicinanze di edifici sensibili quali scuole, impianti sportivi, aree per il tempo libero.
Tra i fattori di attenzione progettuale sono stati evidenziati:
-la distanza dell’impianto dalle abitazioni del centro abitato di Vallerano inferiore a 200 metri, a fronte di un criterio fissato in più di mille metri; entro i mille metri si trovano anche i centri abitati di Fonte Laurentina ed Eur Papillo;
-la possibile interferenza del progetto con i livelli di qualità delle risorse idriche superficiali e sotterranee; l’attività dell’impianto potrebbe comportare inquinamento delle acque del Fosso di Vallerano che si riversa nel Tevere;
-l’incidenza sulla viabilità locale ed i conseguenti gravi disagi sotto l’aspetto territoriale ed ambientale; i mezzi pesanti da 35 tonnellate previsti per il trasporto dei rifiuti con una frequenza media di 5 minuti, dovrebbero attraversare via Chiarini o via di Valleranello che insistono su zone esclusivamente residenziali, con presenza di abitazioni, scuole, strutture ricettive, impianti sportivi, residenze universitarie. Alcuni tratti stradali sono caratterizzati dalla qualifica di strada privata e vietata ai mezzi superiori a 3,5 tonnellate e da una larghezza molto limitata che potrebbe comportare difficoltà per l’intervento dei mezzi di soccorso in caso di emergenza.
L’Amministrazione regionale non ha evidenziato un altro importante fattore di attenzione progettuale previsto dal Piano di Gestione dei Rifiuti, cioè quello delle condizioni meteoclimatiche per la possibile diffusione di elementi inquinanti, anche se nelle vicinanze si trovano le zone di Mostacciano e Spinaceto e l’ospedale oncologico IFO-Regina Elena e, a breve distanza, i quartieri Eur e Trigoria e gli ospedali S.Eugenio e Campus Biomedico.
La localizzazione dell’impianto di rifiuti nel sito di via di Valleranello 273 è inoltre esclusa dalle tutele, dai vincoli e dalle prescrizioni contenuti negli atti di pianificazione paesaggistica, territoriale ed urbanistica, di seguito indicati: il Piano Territoriale Paesistico 15/3 Cecchignola-Vallerano, il Piano Territoriale Paesistico Regionale, il Piano Territoriale Provinciale Generale ed il Piano Regolatore Generale del Comune di Roma. In merito a quest’ultimo, in particolare, si evidenzia che il Comune di Roma ha espressamente dichiarato il proprio parere negativo nel corso dei due procedimenti svolti dalla Regione e dalla Città Metropolitana, ma tale parere, espresso dalla Istituzione competente, è stato ignorato dalla Regione Lazio che ha invece tenuto conto di quanto indicato dal proponente.
La localizzazione dell’impianto è illustrata nelle due piante fotografiche allegate in cui sono evidenziati i centri abitati, i numerosi punti di interesse e gli edifici sensibili, nonché la relativa distanza dal sito dell’impianto.
TIPOLOGIA DEI RIFIUTI E MODALITA’ DI TRATTAMENTO
In merito alla tipologia dei rifiuti, alle modalità di trattamento ed alla correlata tecnologia, si evidenzia che nella determinazione regionale che ha espresso pronuncia favorevole di Valutazione di Impatto Ambientale, l’Amministrazione fa riferimento, in modo fuorviante, a “rifiuti costituiti da carta e cartone” o “prevalentemente da carta e cartone” e “rifiuti speciali non pericolosi”. Ma nell’istruttoria tecnica allegata all’atto si evidenzia che carta e cartone, compresi gli imballaggi, rappresentano meno di un terzo della quantità totale di rifiuti indicata in circa 80.000 tonnellate annue e che sono presenti molte altre e diverse tipologie di rifiuti, tra cui metalli, vetro, plastica, toner, pneumatici. Inoltre si fa riferimento non solo a rifiuti speciali, ma anche a rifiuti urbani, quali rifiuti urbani indifferenziati per 5.500 tonnellate e rifiuti ingombranti. Si tratta complessivamente di rifiuti individuati da ben 55 codici CER che evidenziano anche voci “a specchio”, riferite a rifiuti che possono contenere anche sostanze pericolose.
Le operazioni di trattamento considerate sono attività di stoccaggio e recupero di rifiuti speciali non pericolosi.
L’unica tecnologia prevista è un trituratore. Al riguardo si evidenzia che, per i rifiuti urbani indifferenziati, previsti in una quantità di 5.500 tonnellate annue, le normative europee e nazionali vietano il trattamento con trituratori; quindi per tali rifiuti può prevedersi solo uno stoccaggio in attesa di trasferimento in impianti idonei.
Si rimarca il fuorviante atteggiamento dell’Amministrazione che fa riferimento ad un progetto relativo a rifiuti speciali e poi inserisce anche il trattamento di rifiuti urbani.
PROCEDIMENTO
Relativamente alla procedura espletata dalla Regione Lazio per il provvedimento di Valutazione di Impatto Ambientale, si evidenzia quanto risulta dal provvedimento stesso:
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non ha partecipato al provvedimento la Città Metropolitana di Roma Capitale, pur essendo l’ente competente alla individuazione delle aree idonee o non idonee alla localizzazione degli impianti di rifiuti sulla base dei criteri stabiliti dalla Regione Lazio nel Piano di Gestione dei Rifiuti;
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non risultano valutazioni espresse dalla ASL RM/C che escludano l’incidenza dei fattori di rischio connessi all’attività dell’impianto sulla salute umana;
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l‘A.R.P.A. Lazio competente in materia ambientale ha espresso un parere di fatto negativo;
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le uniche rassicurazioni in materia di tutela della salute e dell’ambiente sono quelle provenienti dal proponente;
– non risulta il parere del Soprintendente richiesto dall’art.146 del D.Lgs 42/2004 per l’autorizzazione paesaggistica, quando si tratta di interventi su aree sottoposte a tutela dalla legge, parere obbligatorio e vincolante;
– il Comune di Roma, come già indicato, ha espresso parere contrario per l’assenza della conformità urbanistica in base a quanto previsto dal Piano Regolatore Generale.
Il successivo procedimento di autorizzazione della Città Metropolitana di Roma Capitale, che non avrebbe potuto avere inizio senza la pronuncia favorevole di Valutazione di Impatto Ambientale, ha tentato di sopperire ad alcune carenze del provvedimento presupposto, relative alla mancanza dell’autorizzazione paesaggistica ex art.146 del D.Lgs 42/2004 e al parere negativo del Comune di Roma in merito alla conformità urbanistica.
L’acquisizione dei suddetti pareri nell’ambito del procedimento di autorizzazione, che comunque non si è verificata, non può superare e sanare le carenze del provvedimento di Valutazione di Impatto Ambientale, in ragione delle diverse e specifiche attività di accertamento previste dalla normativa in relazione alla finalità di tutela della salute e dell’ambiente.
Nonostante i mancati riscontri favorevoli, la Città Metropolitana di Roma Capitale ha comunque rilasciato l’autorizzazione per l’esercizio dell’impianto di rifiuti facendo riferimento al comma 6 dell’art.208 del D.Lgs 152/2006 e non, come dovuto, al successivo comma 7 che richiama l’obbligatorietà dell’autorizzazione paesaggistica ex art.146 del D.Lgs 42/2004 nel caso in cui il progetto riguardi aree vincolate.
I cittadini sono venuti a conoscenza dei provvedimenti sopra indicati nel mese di febbraio 2018, quando erano ormai decorsi tutti i termini per proporre ricorso giurisdizionale al TAR o ricorso straordinario al Presidente della Repubblica.
Poichè comunque gli atti esaminati appaiono lesivi dei diritti alla salute dei cittadini e alla qualità dell’ambiente, diritti tutelati a livello costituzionale, questa Associazione, nel periodo aprile-luglio 2018, ha formulato richieste di annullamento in autotutela indirizzate alla Regione Lazio e alla Città Metropolitana di Roma Capitale ed ha inviato segnalazioni alle varie istituzioni competenti. Ha inoltre avanzato richiesta di revoca del provvedimento di Valutazione di Impatto Ambientale alla Regione Lazio.
E’ pervenuto riscontro soltanto dal Comune di Roma che ha rimarcato di avere espresso parere contrario sia nel procedimento di Valutazione di Impatto Ambientale della Regione Lazio, sia nel successivo procedimento di autorizzazione della Città Metropolitana di Roma Capitale, nonché di avere già evidenziato i vincoli di natura idraulica e paesaggistica e l’aspetto della distanza tra l’impianto e le abitazioni inferiore ai 200 metri, rilevante per la tutela della salute.
Questa Associazione ha poi richiesto un’audizione in Regione Lazio presso la X Commissione Urbanistica, Politiche Abitative, Rifiuti, che si è tenuta nel mese di luglio 2018, durante la quale sono state illustrate le ragioni per le quali i cittadini si oppongono al progetto dell’impianto di rifiuti nel quartiere di Vallerano e sono state illustrate le criticità e le illegittimità dei provvedimenti di autorizzazione.
E’ da rilevare che, sul piano politico, il IX Municipio ed il Comune di Roma hanno espresso chiaramente la loro contrarietà al progetto dell’impianto, evidenziando i gravi elementi di criticità ed illegittimità risultanti dagli atti,come evidenziato dal verbale del Consiglio Municipale n.6/2018 del 15 febbraio 2018 e dalla mozione n.39 del 19 aprile 2018 approvata all’unanimità dall’Assemblea Capitolina.
Correva voce che l’impianto avrebbe iniziato l’attività il 1 agosto 2018, ma in quella data nulla è accaduto e sono trascorsi molti mesi che facevano ben sperare in una soluzione positiva della vicenda, ma in data 24 marzo 2019 si è avuta notizia dell’ avvio dell’attività dell’impianto.
I cittadini hanno tempestivamente informato il IX Municipio chiedendo anche la verifica dei presupposti per l’apertura( collaudo e certificazione antincendio).
Questa Associazione ha informato tutti gli enti interessati anche per evidenziare ancora una volta i vincoli che impediscono la localizzazione di un impianto di rifiuti in via di Valleranello.
In data 27 marzo 2019, nel corso di una pubblica riunione tenutasi nel quartiere di Vallerano alla presenza di molti esponenti politici, i cittadini hanno espresso il loro disappunto e lo sconcerto per l’avvio dell’attività dell’impianto, evidenziando come il provvedimento di Valutazione di Impatto Ambientale sia basato sulle dichiarazioni del proponente che hanno superato i vincoli di legge, le osservazioni degli Enti preposti alla tutela della salute e dell’ambiente e perfino il parere negativo del Comune di Roma in materia di conformità urbanistica e non appaia indirizzato al raggiungimento dell’interesse,prioritario e pubblico, della tutela della salute e dell’ambiente.
In data 29 marzo 2019 il presidente della X Commissione della Regione Lazio cons. Marco Cacciatore ha predisposto una mozione presentata in Consiglio Regionale, cui hanno aderito consiglieri regionali di quasi tutte le forze politiche , al fine di rimuovere il provvedimento di Valutazione di Impatto Ambientale,tenendo conto delle violazioni delle prescrizioni di legge e del” sistema dei vincoli”della Città Metropolitana di Roma Capitale, da cui si evidenzia che il sito indicato non è idoneo alla localizzazione di un impianto di trattamento di rifiuti.
A seguito di questa determinazione delle forze politiche della Regione Lazio, che si aggiunge a quelle del IX Municipio e del Comune di Roma Capitale, questa Associazione ha inviato al Presidente della Regione Lazio una ulteriore richiesta di revoca del Provvedimento di Valutazione di Impatto Ambientale.
Siamo in attesa di risposte e soluzioni concrete per superare un situazione giudicata inaccettabile non solo dai cittadini, ma anche da tutte le forze politiche delle Istituzioni locali”.
La discarica e’ operativa, si trova a 70 metri dalle prime case e a meno di un chilometro da scuole, hotel e case di riposo, come evidenziato dalla cartina.
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