Zelensky parte male: elezioni anticipate e tregua incondizionata in Donbass
“Io sciolgo la Suprema Rada dell’ottava legislatura”, ha dichiarato Volodymir Zelensky stamattina appena dopo aver giurato come nuovo presidente Ucraino, chiedendo anche ai membri dell’esecutivo ucraino di presentare le dimissioni.
“La prima tappa è arrivare a un cessate il fuoco nel Donbass”, ha detto poi Zelensky preannunciando il licenziamento del capo dei servizi di sicurezza Sbu, del procuratore generale e del ministro della Difesa.
Sembra quindi partire subito con il piede sbagliato la nuova Presidenza Ucraina, che pare non tener conto della necessaria gradualità richiesta ai cambiamenti istituzionali in un Paese in guerra da 5 anni, e della auspicabile prudenza nell’allontanare i responsabili militari e di intelligence che hanno finora sostenuto uno scontro assai difficile con i separatisti della Crimea e del Donbass che hanno alle spalle la seconda potenza militare del globo.
E d’altronde la richiesta di tregua andrebbe comunque subordinata all’impegno a preservare la integrità del territorio e dei confini Ucraini la cui difesa è costata molto sangue e molte giovani vite dei patrioti e dei nazionalisti che 5 anni fa con le manifestazioni di Piazza Maidan ottennero lo sfratto dell’allora Presidente filorusso Viktor Janukovic: le milizie dei patrioti del Tridente dovrebbero essere celebrate e non mortificate da avvicendamenti che suonano punitivi per le milizie nazionaliste che sono state da sempre in prima linea nella guerra con l’ingombrante vicino Russo.
Cè quindi da sperare che dopo la recente vittoria schiacciante del comico Zelensky nelle elezioni presidenziali del Paese, il nuovo presidente tenga fede alla promessa fatta la notte della vttoria nelle urne: “Non vi deluderò mai”, disse allora il nuovo presidente agli Ucraini. Le ultime parole famose?
