di Gianfranco Ricci
Nel corso di un incontro denso di affettuosi ricordi, i giornalisti umbri hanno dedicato, con una targa, la sala dell’Associazione della stampa regionale ad un collega scomparso quasi undici anni fa, Marcello Monacelli, un cronista che ha percorso gli itinerari del mestiere garantendo serietà, dedizione e gusto della contesa concorrenziale, mai, però, disgiunto dal rispetto umano e professionale verso chi faceva il suo stesso lavoro. Rispetto, un valore che oggi, in momenti di diffusa truculenza verbale, sembra desueto, qualche volta purtroppo anche nelle relazioni fra alcuni iscritti all’Ordine, pronti a dimenticare fondamentali cardini della legge che tutti noi abbiamo promesso di onorare.
Marcello quelle norme le coltivava sempre. Non divideva i colleghi fra datati e giovani, fra gerarchizzati e subordinati, fra opportuni per mediocri esigenze personali o superflui perché non finalizzabili.
Sapeva competere nella ricerca della notizia, ma non rinunciava al piacere di condividere con tutti le emozioni che si provano quando si va a caccia di informazioni destinate a quel supremo riferimento finale che è il lettore.
Ci siamo trovati in molti davanti a quella targa perché l’Asu, recependo le istanze di diversi giornalisti , ha deciso di testimoniare memoria e stima ad un autentico protagonista della cronaca che davvero, come si diceva una volta, ha consumato suole e tacchi per correre dietro alle notizie.
E lì in mezzo, a gioire con noi, c’era anche la signora Vincenza, in arte ‘’Cencia’’, la donna che per decenni è stata non solo la moglie di Marcello, ma anche la vigile, non ufficiale, collaboratrice, sempre attenta a segnalare ogni piccolo o grande evento utile alla quotidiana cronaca dell’indaffaratissimo marito.
Per lei l’abbraccio corale dei molti che hanno voluto bene al marito. Ha ringraziato senza retorica gli amici ignorando che, invece, toccasse a noi il piacere di ringraziarla per la sua coinvolgente partecipazione ad una cerimonia per nulla mesta, ma anzi allegra e tonificante.
Marco Baruffi, presidente dell’Associazione, ha spiegato, avendo a fianco gran parte dei componenti del suo Consiglio: ‘’Ci piaceva dare un segnale per sottolineare l’impegno di un informatore che, cultore della verità, ha lasciato traccia esemplare, un collega che, curando anche i rapporti con la Casagit e l’Ussi, s‘era messo spontaneamente al servizio dell’intera categoria’’.
Bisogna aggiungere: dando senza chiedere, né tantomeno pretendere.
Fa bene Baruffi a sottolineare la parola: ‘’traccia’’, perché ognuno di noi che ha scelto di fare questa professione cammina sempre sulle orme di chi l’ha preceduto.
Il numero uno dell’Asu ha letto un breve messaggio di saluto del presidente umbro dell’Ordine, Roberto Conticelli,assente per motivi di lavoro.
Trascinante, divertente e divertito l’intervento di Maurizio Verdenelli che, nella redazione perugina de ‘’Il Messaggero’’, è stato vice di Monacelli, quando in redazione c’era anche un ‘’cacciatore’’ di nera e di giudiziaria come Giuliano ‘’Ganassa’’ Forti. Scoppiettanti e ricche di gratitudine le rimembranze di Verdenelli per uomo che- ha rilevato –‘’ ci ha regalato impegno, lezioni di vita, amicizia e sincera partecipazione umana’’.
Un segnale molto particolare ha proposto la sua presenza: affrontando disagi non secondari, è, infatti, partito da Macerata proprio per non perdere questo straordinario ‘’incontro’’ con un maestro che gli fu guida.
I sentimenti del Messaggero degli anni monacelliani sono stati rafforzati dalla graditissima presenza di Franco Volpini, una delle colonne di quella redazione.
Fondamentale e irrinuncibile l’affettuosa riflessione di Enzo Ferrini, il collega che più di ogni altro ha operato perché questo vibrante appuntamento fra amici di ieri e di oggi avesse il bell’esito che ha avuto.
Profonda e sentita la sua evocazione. L’uditorio ne ha colto la gioia nel constatare che la ‘’chiamata per Marcello’’ ha ricevuto serie risposte da chi, non dimenticando, avverte forte l’esigenza di interpretare una catena (umana e professionale) che oggi può essere più valida e credibile se non ci si sbarazza di chi il cammino lo ha ben ‘’tracciato’’ in precedenza.
Parole e genuine , inoltre, da Sandro Allegrini, protagonista costante di una moderna comunicazione: pur ammirando Marcello, non è mai riuscito, con lui, ad andare oltre il ’’lei’’.
Profondo e consapevole, infine, il pensiero di Italo Carmignani, l’attuale successore di Monacelli alla guida della redazione perugina de ‘’Il Messaggero’’. Italo è stato vicino all’ex capo anche nei momenti più sofferti della malattia che l’ha portato a morire.
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