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Il diritto di scegliere le cure mediche e la medicina legale. Convegno a Roma il 24 e 25 maggio

Roma – La legge 219 del 2017, detta anche Legge sul Biotestamento, ha assunto un rilievo importante dal punto di vista sanitario sul consenso informato circa gli accertamenti diagnostici ed i trattamenti sanitari cui sono sottoposti i pazienti ed ha introdotto il nuovo istituto delle disposizioni anticipate di trattamento (DAT) e quello della pianificazione condivisa delle cure.

Ma quanto la legge è chiaramente recepita in ambito sanitario? Si rischia a causa di un mancato aggiornamento professionale di non rispettare la volontà del paziente quando esprime la volontà per esempio, di non ricevere particolari trattamenti sanitari come le emotrasfusioni?

E’ su questi delicati argomenti che si terrà il convegno “Responsabilità Giuridica e Deontologica degli esercenti le professioni sanitarie e diritti dei cittadini-pazienti” organizzato dalla Società Italiana Medico-Giuridica “Medicina Legale Contemporanea – MeLCo”, in collaborazione con l’Ordine degli Avvocati di Roma che si terrà presso l’Aula Magna della Corte di Cassazione di Roma dal 24 al 25 maggio 2019. L’obiettivo è quello di fornire agli esercenti le professioni sanitarie e forensi un approfondimento sulle più importanti innovazioni legislative e giurisprudenziali dell’anno trascorso. Il Prof. Pasquale Giuseppe Macrì, segretario MeLCo e relatore principale del convegno è tra coloro che da oltre 25 anni ha promosso partendo dalla USL8 di Arezzo una coscienza etica, giuridica e deontologica precorrendo i tempi visto che dal 2000 si occupa di documenti etici sul rispetto dei diritti dei pazienti.

Al convegno parteciperanno tra gli altri David Ermini, Vice Presidente del CSM, l’onorevole Claudio Durigon, Sottosegretario di Stato Ministero delle Politiche sociali e Marco Cappato Presidente dell’Associazione Luca Coscioni.

I lavori del congresso anche se ai più potrebbero sembrare materia per specialisti in campo medico e legale e deontologico, mettono al centro dell’attenzione l’autodeterminazione del singolo di scegliere e il rispetto nei suoi confronti della sua scelta; e questo non solo per chi si professa, per esempio testimone di Geova e rifiuta le terapie che includono le emotrasfusioni.

Un breve stralcio della Legge afferma il diritto di ogni persona “di conoscere le proprie condizioni di salute e di essere informata in modo completo, aggiornato e a lei comprensibile riguardo alla diagnosi, alla prognosi, ai benefici e ai rischi degli accertamenti diagnostici e dei trattamenti sanitari indicati, nonché riguardo alle possibili alternative e alle conseguenze dell’eventuale rifiuto del trattamento sanitario e dell’accertamento diagnostico o della rinuncia ai medesimi” nonché in previsione di un’eventuale futura incapacità di autodeterminarsi e dopo avere acquisito adeguate informazioni mediche sulle conseguenze delle proprie scelte, la Legge prevede la possibilità per ogni persona di esprimere le proprie volontà in materia di trattamenti sanitari, nonché il consenso o il rifiuto su scelte terapeutiche (http://www.salute.gov.it/portale/dat/dettaglio).

Come si vede qualcosa che riguarda il malato in genere e il suo diritto di vivere la propria malattia con dignità.

 

Roberto Guidotti

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