Fonti anonime hanno parlato con i media sudcoreani relativamente alle esecuzioni, che si sarebbero verificate a marzo – un mese dopo il vertice in Vietnam.
La fonte avrebbe riferito quanto segue: “Il rappresentante speciale per gli affari americani è stato indagato e giustiziato all’aeroporto di Mirim con quattro funzionari del ministero degli esteri a marzo”.
È stato detto che il leader della Corea del Nord avrebbe inteso, in questo modo, porre una rapida fine a qualsiasi accenno di ribellione interna nei confronti della sua leadership.
La Corea del Nord non ha rilasciato dichiarazioni ufficiali a tale proposito, e in precedenza ha sempre negato di aver eseguito esecuzioni brutali.
In questo caso dubitare è un atto dovuto, in quanto a rivelare i dettagli al quotidiano sudcoreano Chosun Ilbo è una sola fonte anonima che sarebbe “a conoscenza dei fatti”. Tra l’altro, in passato, lo stesso quotidiano ha in più occasioni riportato indiscrezioni sulle dinamiche di potere a Pyongyang, plotoni di esecuzione compresi, poi rivelatesi false o inesatte. Sia il governo di Washington che quello di Seul hanno inoltre asserito di non avere al momento informazioni a riguardo, evitando commenti.
Da quanto è stato possibile apprendere, l’anno scorso, Hyon Yong-chol – l’ex capo della difesa, sarebbe stato giustiziato per aver mancato di rispetto al leader facendo un pisolino durante una manifestazione.
Sarebbe stata anche ordinata l’esecuzione di Ri Yong-jin, un funzionario dell’istruzione, per essersi addormentato durante una riunione guidata dal leader della Corea del Nord. Tuttavia, lo ribadiamo, non si tratta di fonti ufficiali. E ulteriori dettagli sulla vicenda potranno essere chiariti successivamente.
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