venerdì, Aprile 19, 2024
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Codici: un Patto per la Salute contro liste d’attesa e intramoenia

giorno della protesta

ROMA – Si chiude oggi la tre giorni di ascolto promossa dal Ministero della Salute in vista della definizione del nuovo Patto per la Salute. Le associazioni dei pazienti e l’attivismo civico saranno i protagonisti della terza ed ultima giornata di un confronto che, secondo l’Associazione Codici, deve portare ad un’intesa fondata sul cittadino, recependone le istanze ed attuando azioni incisive per un cambio di rotta deciso.

La criticità principale da affrontare e da risolvere – dichiara il Segretario Nazionale di Codici Ivano Giacomelli – riguarda le liste di attesa. I cittadini già hanno difficoltà ad accedere ai servizi, poi quando ci riescono devono attendere mesi e mesi per fare un esame. Non è accettabile, anche perché c’è chi sfrutta questa situazione. È il caso dell’intramoenia, un’attività privata che i medici svolgono facendo concorrenza al Sistema Sanitario, approfittando dei suoi tempi lunghissimi ma anche delle sue strutture pubbliche. Non è più tollerabile”.

Oltre al danno, la beffa, in un contesto generale che contribuisce ad alimentare la sfiducia dei cittadini nei confronti del Sistema Sanitario Nazionale. “Stiamo vivendo un momento particolare – sottolinea Ivano Giacomelli – c’è un tentativo di spostare l’attenzione dai problemi reali. I medici protestano per la carenza di personale, gridano al complotto sui casi di malasanità, si lamentano che non hanno tempo per i corsi di aggiornamento. Poi, però, scopriamo dall’Ocse che la vera carenza riguarda gli infermieri, chi è vittima di un errore sanitario ha sempre più difficoltà a denunciare per via della Legge Gelli, magari anche quando finisce sotto i ferri di chi non si aggiorna, cosa tutt’altro che improbabile visto che solo il 54% degli operatori è in regola con i corsi Ecm. In un quadro del genere, non bisogna stupirsi se la metà degli italiani pensa che le persone non abbiano le stesse opportunità di diagnosi e cure, come registrato dal Rapporto del Censis. Oltre il 60% dei cittadini boccia il servizio offerto dalla propria Regione – conclude il Segretario Nazionale di Codici – questo è il Sistema Sanitario Nazionale e su questo bisogna intervenire, mettendo al primo posto il cittadino ed il diritto alla salute, troppo spesso negato”.

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