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PROCOPIO, Le storie segrete. Traduzione di Paolo Cesaretti, Bur 1996

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PROCOPIO, Le storie segrete. Traduzione di Paolo Cesaretti, Bur 1996

LIBRO III

1-Rientrato in terra romana, Belisario trova la moglie, appena giunta da Bisanzio. Era indecorosa la sorveglianza che le montava, ma per quanto spesso si prefiggesse di sbarazzarsi di lei, poi si placava; lo vinceva, penso, il fuoco dell’amore. 2- E per questi suoi repentini rilassamenti lo si diceva succube agli incantesimi della moglie. Fozio intanto giunge ad Efeso, portando con sé un eunuco in catene: Calligono il suo nome, e faceva da mezzano alla padrona. Messo ai tormenti, già durante il viaggio gli rivelò ogni segreto. 3- Teodosio, avvertito per tempo, riparò nel tempio di San Giovanni Apostolo che in Efeso è il più sacro e venerato. 4 – Il vescovo del posto, Andrea, corrotto dal denaro, consegnò Teodosio; intantotanto Teodora, in apprensione per Antonina (aveva saputo in quale situazione era precipitata), fa richiamare a Bisanzio Belisario, insieme a lei. 5- A queste notizie Fozio spedisce Teodosio in Cilicia, dove passavano l’inverno i suoi scudieri e lanceri; intima alla scorta che il trasferimento avvenga in assoluta segretezza, e che una volta giunti in Cilicia di nascosto, la custodia sia attentissima, perché nessuno abbia sentore di dove possa trovarsi. Quanto a sé, fece ritorno a Bisanzio con Calligono e le notevoli ricchezze di Teodosio. 6- Così l’imperatrice poté dar pubblica dimostrazione della sua abilità nel ricambiare favori delittuosi con doni di maggiore infamia. 7- A Bisanzio, difatti, Antonina le aveva appena consegnato proditoriamente un avversario, il Cappadoce; l’imperatrice invece mandò a morte un gran numero di uomini scevri di colpe, per averli consegnati nelle mani di Antonina. 8- Sottopose a tortura alcuni amici di Belisario e di Fozio, per il solo motivo che erano ben disposti verso quei due; riservò loro un trattamento tale, che ancora ignoriamo quale ne fu la sorte. Altri, per identico motivo, furono condannati all’esilio. 9- Tra coloro che avevano seguito Fozio ad Efeso, uno ve ne fu – Teodosio il suo nome – cui Antonina requisì ogni avere, benché fosse giunto alla dignità senatoria; lo fece rinchiudere in un sotterraneo al buio più completo; era legato ad una greppia con una fune al collo, tanto corta da restare sempre tesa; non s’allentava mai. 10 – Perennemente fissato alla greppia, quel disgraziato assumeva cibo, prendeva riposo e soddisfaceva ogni altra necessità del corpo, e per entrare nel novero degli asini non gli mancava oramai che di ragliare. 11 – Passò così non meno di quattro mesi, finché, colto dal morbo melanconico, perse completamente la ragione e, rilasciato dal carcere in tali condizioni, presto morì. 12 – Teodora costrinse Belisario, seppur nolente, a riconciliarsi con Antonina, mentre Fozio fu sottoposto a torture da schiavo: a furia di percosse sulla schiena e sulle spalle, Teodora lo incalzava a rivelare dove fossero Teodosio e il suo mezzano. 13 – Ma quegli, ancorché provato di tormenti, seppe tener fede al giuramento; e sì che prima era stato persona malaticcia e debole; poi però si era applicato alla cura del corpo, e aveva avuto esperienza di durezze a disagi. 14 – Dunque non rivelò alcuno dei segreti di Belisario. Ma più tardi venne alla luce tutto quel che era rimasto occulto fino ad allora. 15 – Teodora trovato Calligono, lo riaffidò alla padrona; l’altro, Teodosio, lo richiamò a Bisanzio e appena giunto lo nascose a Palazzo; il giorno dopo, fece chiamare Antonina e le disse: 16 – <Patrizia prediletta, nelle mie mani è piovuta ieri una perla, quale mai nessuno ha veduto. Se desideri non vorrei privarti di siffatto spettacolo – anzi te lo mostrerò >. 17- L’altra non capiva di che si trattasse, ma assai la pregò di farle vedere la perla. Ed ecco che Teodora fece uscire dalla stanza di un eunuco e le mostrò….Teodosio! 18 – A tutta prima Antonina fu così sopraffatta dalla gioia che restò muta, poi cominciò a ringraziare per ciò che aveva fatto per lei e la chiamava salvatrice, benefattrice, vera padrona. 21 – L’imperatrice teneva Teodosio a Palazzo, provvedendolo d’ogni lusso e agio, e minacciò di farne in breve tempo un generale romano. 20 – Ma una qualche giustizia la prevenne, e quegli sparì dall’umano consorzio per un attacco di dissenteria.

NOTA: Intrighi di Corte e di Palazzo: le donne, le vere dominatrici, ne furono sempre e ne sono maestre. Gli uomini anche se insigni Generali e gloriosi Imperatori, sono loro sottoposti, anche quando pensano di non esserlo. Così nel piccolo che nel grande. Nel riferire giornalistico di Procopio non mancano efferate crudeltà riferibili ad un dominio assoluto, ma è lecito domandarsi se tutto veramente sia andato a quel modo.

Luciano Magnalbò

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