ANTONELLA BAIOCCHI PROMUOVE UNA NUOVA INTERPRETAZIONE DELLA VIOLENZA: IL DEBOLICIDIO

Un Saggio presentato dall’associazione I Luoghi dell Scrittura, che la Alpes Italia Eitori (nota casa Editrice di pubblicazioni scientifiche del mondo della psiche) non si è lasciato sfuggire e che ha pubblicato in tutta Italia il 25 luglio scorso. Presentato da Mimmo Minuto, Moderato dal Consigliere Comunale avvocato Gianni Balloni, all’evento interverranno anche due prestigiosi professori: Gilberto Mosconi dell’Università di Camerino (UNICAM) e Ninfa Contigiani dell’Iniversità di Macerata (UNIMC).
Antonella Baiocchi, affermata psicoerapeuta e specialista in criminologia, ritiene che il nucleo del problema sia nell’Analfabetismo Psicologico ( piaga da sempre presente e non ancora debbellata nel terzo millennio e che riguarda ogni Persona, indipendentmeente dal genere), che tra le gravose conseguenze, induce alla Gestione Dicotomica delle Divergenze, “un vero e proprio programma infetto”, che prevede la prevaricazione di uno dei poli della relazione e il conseguente fallimento del Reciproco Rispetto: “Chiunque gestisce le divergenze in modo dicotomico (indipendentemente dal sesso, dall’età e dallo stato di salute), quando si troverà nella posizione di Forza (fisica, economica, di ruolo, psicologica), tenderà a prevaricare l’interlocutore in posizione di Debolezza: donne ed uomini ‘fragili’, bambini, anziani, animali”.
L’Analfabetismo espone chiunque, quindi al pericolo di diventare Vittima o Carnefice. Affermare che la Violenza non è unilaterale «Uomo verso Donna» non è un atto ostile verso la Donna! E’ innegabile che le Donne siano socialmente svantaggiate e più esposte alla vittimizzazione anche criminale! Ma per debellare la Violenza, è necessario capire che il problema non è il Maschio ma l’Analfabetismo Psicologico di cui sono Vittima sia gli Uomini che le Donne! L’autrice afferma che la Violenza non ha sesso, né età, né cultura, né razza e suggerisce di sostituire la miriade di neologismi che si coniano per specificare i diversi tipi di vittime (femminicidio, femicidio, infanticidio, uxoricidio, etc.) con un neologismo unico rappresentativo di ogni tipologia di vittima: il termine Debolicidio, inteso come prevaricazione/uccisione di chi si trova in situazione di debolezza. Il saggio punta l’attenzione anche su un aspetto oggi ignorato dalla nostra società: l’uomo che subisce violenza relazionale è attualmente tra gli esseri viventi meno tutelati in quanto, a causa dei retaggi culturali ha enorme difficoltà ad emergere dal silenzio e lo Stato non ha investito un euro per tutelarlo.
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