VENEZIA – L’acqua è salita velocemente. Piazza San Marco è stata chiusa. Ovviamente in città la paura per questo nuovo picco di marea era palpabile fin dalle prime ore del mattino. Venezia soffre in questo momento di un dolore non solo economico, ma soprattutto morale. Si poteva fare molto per quella chè è considerata la città più bella del mondo, ma nulla è stato fatto. E’ questo il male dei nostri tempi. Viviamo circondati da una inaccettabile indifferenza verso ciò che è realmente necessario, condita di ignoranza ed egoismo, che spesso si traducono in ingordigia. Ora Venezia è alle strette: rischia di morire, di spofondare in un mare di cose non fatte, di parole dette, di promesse non mantenute. E bisogna agire in fretta. E’ notizia di oggi che il sindaco Brugnaro è stato nominato Commissario per l’emergenza. La sirena stamattina è suonata quattro volte. Le scuole rimangono chiuse per il terzo giorno consecutivo. Ed i commercianti, piegati da quanto accaduto solo pochi giorni fa, si sono svegliati oggi con l’ennesima stretta al cuore.
Ieri è stato deliberato in Cdm lo stato di emergenza per Venezia. Sono stati stanziati 20 milioni di euro. I primi fondi andranno per gli interventi più urgenti, a sostegno della città e della popolazione.
“Qui Venezia – ha scritto Matteo Salvini su Facebook dopo essere stato in piazza San Marco con il sindaco Brugnaro -. Invece di dare 3 miliardi a chi usa la carta di credito anziché i contanti, mi auguro che l’intero Parlamento si unisca a sostegno dei popoli di Venezia, Pellestrina, Matera, Altamura e di tutte le persone che in una notte hanno perso i risparmi di una vita.
La Lega è pronta con due proposte concrete per il funzionamento del Mose e per un contributo straordinario, veloce, immediato, per il territorio”.
La previsione di marea per stamane a Venezia era passata dai 150 centimetri precedenti a 160 cm sul medio mare, alle 11.20. Alle 11.26 l’acqua alta è arrivata ad un picco di 154 centimetri, prima di cominciare lentamente a calare. E si dovranno contare altri danni, molti dei quali saranno completamente visibili con il tempo.
Il premier Conte ritiene necessario un patto tra Governo e istituzioni locali per proteggere Venezia. Dopo 24 ore in Laguna, dice di non voler perdere tempo in polemiche. E dichiara che il “Mose è da ultimare, perché è l’unica risposta sostenibile al problema dell’acqua alta”.
“L’Italia – commenta invece Luigi Di Maio – sta vivendo ore drammatiche, Venezia sta vivendo ore drammatiche. Famiglie, imprese, aziende travolte. Questo è il momento di stare vicino ai veneti, ma non possiamo far finta di non vedere che qualcuno ha delle colpe e chi ce le ha deve pagare. Non possono essere sempre i cittadini a pagare il conto degli errori politici.
Promuovi opere pubbliche come il Mose, nate già vecchie e infarcite di tangenti e corruzione? Questo è l’effetto. Un’opera fermata dalla magistratura per indagini su indagini e che ora, benché non sia la migliore soluzione possibile, va terminata al più presto per proteggere Venezia subito. Se Venezia non ha, nel 2019, nemmeno un minimo di protezione, la responsabilità è di quella classe politica che si è permessa di lucrare e speculare. Questa è la verità e la dobbiamo dire”.
Speriamo che stavolta dal dire si passi al fare, perchè un patrimonio dal valore incommensurabile come Venezia non può andare perso per la negligenza e la noncuranza di chi, invece di amministrare per il bene comune, ha probabilmente pensato ad altro.
L.M.
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