È stato affidato all’interprete maceratese, Federica Paccaferri, il compito di tradurre in lingua inglese le 55 pagine del fascicolo con le motivazioni della sentenza a carico del nigeriano Innocent Oseghale, condannato il 29 maggio scorso all’ergastolo per aver violentato, ucciso e successivamente depezzato il corpo della diciottenne romana, Pamela Mastropietro.
Un gesto compiuto con assoluta freddezza da parte dell’imputato, che dopo aver sezionato e disarticolato il cadavere, privandolo anche delle zone genitali, lo ha lavato con la candeggina e rinchiuso all’interno di due trolley, ritrovati il giorno dopo a Casette Verdini.
Questa mattina, presso il Tribunale di Macerata, sono state rese pubbliche le motivazioni della sentenza, ma Federica Paccaferri è stata la prima a ricevere la copia del fascicolo.
Un privilegio per l’interprete, che ieri alle 13 è stata convocata dalla cancelleria del Tribunale di Macerata, dove il giudice della Corte D’Assise, il dott. Roberto Evangelisti, le ha consegnato tutto il materiale, che Federica Paccaferri dovrà tradurre in lingua inglese entro 25 giorni.
Un compito arduo, che solitamente richiede tre mesi di tempo, ma l’interprete maceratese, senza esitazione, ha accettato di tradurre le 55 pagine in cui vengono descritti dettagliatamente i motivi per cui la Corte D’Assise ha deciso la pena dell’ergastolo.
Un fascicolo raccapricciante, dove sono esposti gli orrori compiuti dall’imputato il 30 gennaio 2018.
Oseghale, che oggi si trova in isolamento presso il carcere di Marino del Tronto, non solo ha violentato ed ucciso Pamela, ma si è scagliato sul suo corpo senza vita, violandolo con atrocità.
Una ferocia che resterà impressa all’interno dell’appartamento di via Spalato 124, un tempo rinomato per le serate della Macerata bene ed oggi invece è il luogo del tragico delitto che noi tutti non dimenticheremo facilmente.
Il 25 novembre sarà la giornata contro la violenza sulle donne e per questo evento la famiglia Mastropietro, ieri, 21 novembre, è stata ricevuta al Parlamento Europeo di Bruxelles dall’europarlamentare della Lega, Luisa Reggimenti.
“Il muro di bambole” per dire no alla violenza in generale, specialmente quella causata dalla mafia nigeriana.
Elisa Cinquepalmi
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