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Capitano Ultimo, ridategli la scorta: domani l’udienza al Tar. Il videomessaggio di Raoul Bova

il capitano ultimo

Ridate la scorta al Capitano Ultimo: la battaglia per la sicurezza dei cittadini prosegue in attesa del pronunciamento definitivo del Tar del Lazio, che ha sospeso in via cautelare il provvedimento con cui il ministero dell’Interno aveva annullato la protezione per il colonnello Sergio De Caprio.  E’ stata infatti fissata a domani, 3 dicembre, l’udienza per la trattazione collegiale dellla questione in camera di consiglio. I giudici hanno accolto il ricorso presentato dal legale Antonino Galletti. “Le nostre ragioni sono state accolte in sede d’urgenza e questo dimostra che il colonnello De Caprio vive in una condizione di pericolo concreto”, ha dichiarato l’avvocato. 

Nel frattempo non si ferma la petizione (https://www.change.org/p/l-arma-dei-carabinieri-per-il-reintegro-immediato-della-scorta-al-col-sergio-de-caprio) avviata dai sostenitori del Capitano Ultimo che ha raggiunto ormai quasi la soglia delle 140mila firme. Ma non sono ancora sufficienti.

Il decreto del Tar stabilisce in maniera inequivocabile “che sussistono i presupposti di estrema necessità e urgenza; che occorre accogliere l’istanza di misure cautelari monocratiche ai fini della sospensione degli effetti dell’impugnato provvedimento di revoca del dispositivo di protezione” .

Nella “Comunicazione di avvio del procedimento di revoca, ai sensi dell’art.7 della legge 241/1990″ si leggeva invece: “Si comunica che, su conforme parere della Commissione Centrale Consultiva per l’adozione delle misure di protezione personale, di cui all’art.3 del DL 83/2002, convertito dalla legge 133/2002, è stato dato avvio al procedimento di revoca del dispositivo di 4° livello “tutela su auto non protetta” in atto a protezione della S.V., atteso che dall’istruttoria svolta in sede locale ed a livello centrale non sono emersi specifici indicatori di rischio riferiti alle ipotesi di pericolo o minaccia di cui all’art. 1 del DL. 83/2002, anche con riferimento agli episodi incendiari citati nella sentenza del Tribunale Amministrativo del Lazio n.8249/2019, che non sono risultati riconducibili alla Sua sicurezza personale, nè sono stati evidenziati ulteriori elementi che inducono a ritenere necessario il mantenimento di uno dei dispositivi di cui all’art. n.8 del DM 28 maggio 2003”.

La mafia non è stata sconfitta. E’ cambiata, “evoluta”, ha mutato conformazione e metodi. Ma è un pericolo ancora del tutto presente. Togliere la scorta al Capitano Ultimo equivale a dire che la mafia è autorizzata ad agire indisturbata e questo significa lanciare un messaggio ben preciso: ognuno di noi è a rischio. Siamo tutti in pericolo. Il Tar del Lazio ha perfettamente recepito tutto questo, parlando di presupposti di estrema necessità e urgenza. 

Anche Raoul Bova ha firmato la petizione per il reintegro della scorta al Capitano Ultimo. “Dobbiamo supportare le persone – dice nel videomessaggio che abbiamo riportato – che hanno rischiato la propria vita e quella dei propri uomini per la lotta contro la mafia. Dobbiamo firmare in tanti, essere forti, per vincere questa battaglia. Mi raccomando”.

Di seguito l’incipit del testo associato alla petizione avviata dai volontari che sostengono il Capitano Ultimo perchè non sia lasciato solo:

“Ultimo non è un lacchè, un paggio, o un inserviente. È un servitore dello Stato. E la diffidenza che lo circonda, la sfiducia nei suoi confronti, i sospetti fatti circolare ad hoc da troppi anni ci devono preoccupare moltissimo. Essi lambiscono la sua reputazione. Mirano a distruggerlo personalmente e professionalmente. Bisogna sgombrare il campo, liberare da equivoci spiacevoli e insopportabili la sua nobile figura. Ed è imperativo categorico il suo diritto ad essere difeso”.

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