venerdì, Marzo 29, 2024
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La più bella (e vera) storia di Natale: un trovatello per sempre

natale

SAN BENEDETTO DEL TRONTO – E’ successo circa cinque fa. Era quasi Natale. Pensavo, anche distrattamente, ai fatti miei. Ero reduce da una di quelle mattinate di lavoro che vorresti non finissero mai. Ti metti in auto, percorri chilometri tra gente che ti spara il clacson appena scatta il verde ed un traffico che ti fa desiderare il teletrasporto.

Metto il CD, come sempre cerco di non pensare. Poi, inevitabilmente, i pensieri si affollano nella testa. E chi non ne ha, al giorno d’oggi? Tra contratti precari, stipendi che faticano ad arrivare, il Natale alle porte. E sei sempre più preso dal quel turbinio di pensieri che questa festività inevitabilmente porta con sé: regali, bilanci, programmi per il futuro.

Sono sempre stata una grande programmatrice del mio futuro, ma nel tempo ho potuto verificare che a voler programmare tutto la vita poi va come vuole. E quel giorno, alla guida, tra mille pensieri, con la musica nelle orecchie ed il disperato tentativo di non pensare a nulla, l’ho visto.

Mi trovavo all’imbocco della via che mi conduce ogni giorno a casa (tra mille difficoltà, la congestione del traffico ed una viabilità che andrebbe rivista) quando, a finestrino semi-abbassato, ho intravisto questo batuffolo bianco e nero, o nero e bianco: distrazione, fretta, e pensieri non mi hanno fatto subito metabolizzare.

Ricordo solo che, istintivamente, gli ho detto: “Micio, non camminare in mezzo alla strada, è pericoloso”. Lui si è fermato. Mi ha osservata. Poi ha emesso un miagolio di approvazione.

Non sono riuscita a fermarmi più di tanto, le auto dietro di me mi incalzavano. A malincuore sono tornata a casa, forzata dal traffico.

Nel mio appartamento, ad attendermi, il micio più bello del mondo, che ha allietato la mia vita e quella di mio marito. Tigrato, di razza europea, ha un musetto dolcissimo e si fa capire perfettamente anche se non parla la nostra lingua.

Per tutto il pomeriggio però il pensiero è rimasto fisso a quel musetto bianco e nero, con quella simpaticissima macchietta scura sul nasino. Un senso di colpa mi ha attanagliata. Ma dovevo tornare al lavoro, non potevo fare altrimenti.

Tuttavia la sera, una volta ultimato il turno, ne ho parlato con mio marito. E lui si è proposto di andarlo a cercare dove lo avevo visto.

Purtroppo dopo più di un’ora di ricerche non si era giunti a nessun risultato.  del micio nessuna traccia. Non ho figli, non perché non li abbia voluti. Sarei stata una buona madre. Ma tengo a precisare che il mio amore per gli animali non è un surrogato. E’ amore e basta. Da piccola ho curato anche i pipistrelli. Per me è così.

Amo tanto le persone quanto gli animali. E non credo possa ritenersi un problema. Quando mio marito è tornato a casa con la faccia triste gli ho detto: “Facciamo così, mi vesto e vengo fuori. Un ultimo tentativo”.

Sono tornata nell’esatto punto dove lo avevo visto. Mi sono fermata. Avevo con me un po’ di pappa. L’ho chiamato: “Micio, dove sei?”

Un minuto dopo stava correndo verso di me, spuntato fuori dai cespugli antistanti il negozio di alimentari dove forse, qualche volta, gli avevano dato da mangiare. Mi aveva scelta.

Non me la sono sentita di lasciarlo lì. Dopo averlo fatto mangiare l’ho preso in braccio e, a piedi, l’ho portato a casa. Aveva paura di salire in auto. Da allora siamo compagni inseparabili, la mattina mi sveglia con le fusa e con il fratellino si adorano. Quando lo guardo rivivo sempre la gioia di quel giorno. Perché me ne dà ogni giorno. Delle volte penso sia una sorta di piccolo angelo custode. Con quei occhi grandi e verdi spesso mi scruta. E sembra mi conosca da sempre. Il mio piccolo miracolo di Natale.

Lucia Mosca

Direttore de La-Notizia.net