venerdì, Marzo 29, 2024
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“E’ necessario ricordare i crimini nazifascisti”. Intervista allo storico Costantino di Sante

la giornata

Ascoli Piceno – In occasione del “Giorno della Memoria”, ogni anno TV, giornali, scuole, comuni e associazioni danno ampiamente spazio al ricordo della shoah, con film, dibattiti, mostre e altro ancora. Abbiamo chiesto a Costantino di Sante, storico e direttore scientifico dell’Istituto Storia Movimento Liberazione di Ascoli Piceno, autore di studi e pubblicazioni sui campi di internamento e detenzione italiani come quello di Servigliano e di Bolzanoalcune riflessioni sulla commemorazione del 27 gennaio.

Dottor Di Sante, come ogni anno in questo periodo si moltiplicano le varie celebrazioni ed eventi. Quanto realmente influiscono sulla coscienza collettiva delle persone?

Il rischio che diventi un rituale retorico esiste. Perché ciò non accada dipende molto da come le istituzioni, le associazioni, gli istituti storici e soprattutto le scuole organizzano le iniziative e le attività di approfondimento sul tema. In particolare ritengo che il “Giorno della memoria” non debba limitarsi ad un singolo evento o giorno. Bisogna costruire percorsi di conoscenza storica e attività che precedono le singole iniziative e prevedere anche dei momenti successivi di restituzione. Inoltre, senza una buona consapevolezza di ciò che è accaduto in Europa tra gli anni venti e trenta, con l’avvento del fascismo e del nazismo, e avere chiari i principali avvenimenti della Seconda guerra mondiale il rischio di scivolare nella retorica aumenta. È chiaro che molte delle iniziative realizzate in questi giorni sono importanti e fondamentali per mantenere viva la memoria, ma ritengo che solo con una buona conoscenza storica questi possano essere dei veri momenti di crescita civile per la nostra società.

Alcuni ritengono che se non si ripeteranno tragedie come l’Olocausto, sarà più per il buon senso di chi comanda che per la commemorazione di ciò che è stato. Lei che ne pensa?

Chi comanda, almeno nei Paesi democratici, lo decidono i cittadini. Avere dei cittadini consapevoli degli errori e degli orrori che sono stati commessi nel recente passato può evitare che a governare vengano eletti rappresentanti poco affidabili per la nostra democrazia. Inoltre, la storia ci insegna che quando chi comanda emana delle leggi ingiuste e contrarie ai diritti fondamentali dell’uomo o quando vengono dati degli ordini disonorevoli ad essi non bisogna non dare seguito. Molti ebrei, antifascisti e altri perseguitati dai nazifascisti, si salvarono perché dei cittadini disattesero le ingiuste e ignobili disposizioni, ad iniziare dalle leggi razziali, emanate dai regimi dell’epoca. Quindi spetta a ognuno di noi vigilare perché ciò non riaccasa. Siamo tutti responsabili del destino della nostra convivenza civile.

Negli ultimi tempi, il ricordo ha incluso sempre più le minoranze perseguitate e trucidate dai nazisti come gli omosessuali, i testimoni di Geova, i rom e altri. Cosa ha determinato questa “riscoperta”?

Io non parlerei di una “riscoperta”, ma di una maggiore coscienza collettiva, dovuta anche alla diffusione di nuove ricerche storiche, su come gli avvenimenti che hanno portato alla distruzione degli ebrei, la shoah, sia costellata, anche se non paragonabili dal punto di vista numerico, di persecuzioni e tragedie simili che hanno coinvolto altre minoranze. Il ricordo di queste categorie perseguitate è fondamentale per capire come anche oggi il rischio che ciò possa riaccadere è alto. La propaganda, tesa alla costruzione del nemico, seppure con mezzi e in un contesto diverso funziona oggi come ha funzionato ieri. Trovare il capro espiatorio, spesso mettendo all’indice una minoranza religiosa, etnica o culturale, su cui scaricare le colpe del malgoverno e le proprie incapacità è il primo gradino per far scivolare la società verso il vortice della discriminazione del diverso.

Ottantadue anni fa la Legislazione Razziale. Gli italiani hanno fatto mai i conti con il loro passato o continuano a cullarsi nel mito degli “italiani brava gente?

Si fa molto poco per ricordare, studiare e riflettere sulle violenze squadriste del 1919-1922 che poi portarono Mussolini al potere e il Paese ad una strisciante guerra civile.

Quasi nulla su cos’è stato il colonialismo italiano e i campi di concentramento costruiti dal fascismo in Cirenaica nel 1930-33 con la morte di gran parte delle popolazioni nomadi e seminomadi di quelle terre. I crimini di guerra con l’uso anche dei gas contro i civili durante l’italianizzazione forzata al Confine Orientale e nell’Alto Adige, il diritto coloniale costruito su basi di apartheid nel 1937. Il confino politico utilizzato dal regime, con la reintroduzione della pena di morte e l’istituzione del Tribunale speciale, per colpire l’opposizione politica ma anche le minoranze sociali, culturali e religiose del Paese.

Per non ricordare le “Leggi razziali” del 1938 e l’istituzioni di campi e comuni di internamento durante la Seconda guerra mondiale. Normative antisemite e luoghi che furono determinati per le deportazioni dall’Italia nei lager nazisti. 

Conoscere i crimini che anche noi italiani abbiamo perpetrato penso sia un modo non retorico di onorare il “Giorno della Memoria” e ci possa rendere maggiormente consapevoli di quando una società oggi debba reagire quando si ripresentano rigurgiti razzisti e antisemiti. 

Roberto Guidotti

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