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Lavoratori nel porto di San Benedetto. Ecco tutti i numeri

San Benedetto del Tronto – Sono 475 gli occupati nel porto di San Benedetto nel 2018 con un aumento del +1,2% sul dato di 470 del 2017. Questo dicono i dati della ricerca “Analisi d’impatto occupazionale del sistema portuale del mare Adriatico centrale”, realizzata dalle società leader per ricerche statistiche Questlab e Quantitas di Venezia su commissione dell’Adsp.

Secondo la prima grande analisi sugli occupati nella realtà portuale del mare Adriatico centrale, da Pesaro a Ortona, gli addetti complessivi del settore privato del sistema, a fine 2018, risultano essere 8.066 con una crescita del 1,9% sul 2017 quando erano 7.912. Al dato complessivo si devono aggiungere circa 950 persone occupate nelle pubbliche amministrazioni esclusivamente competenti in ambito portuale (tra cui Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, Capitaneria di porto, Guardia di Finanza, Polizia di frontiera, Sanità marittima, Autorità di sistema portuale), che portano il totale degli addetti a 9.016, con una crescita complessiva del +1,7% sugli 8.861 addetti del 2017. Questi dati riportati sul portale il Nautilus

Dalla distribuzione degli occupati nei porti emerge che nello scalo di Ancona-Falconara Marittima lavorano il 74,4% del totale degli addetti, in quello di Pesaro l’8,2%, ad Ortona il 7,7%, a San Benedetto del Tronto il 5,9% e a Pescare il 3,9%.

Matteo Paroli, segretario generale Autorità di sistema portuale del mare Adriatico centrale ha commentato così i dati:

“Il 65 per cento dei giovani, che oggi frequenta la scuola dell’obbligo, non sa che lavoro farà in futuro. Crediamo che, come portualità, sia importante far capire quali sono gli orizzonti formativi e di occupazione che si aprono per loro in questo mondo. La ricerca, che abbiamo voluto in maniera così approfondita come prima Autorità di sistema portuale, oltre a quanto previsto dalla legge, ha proprio lo scopo di comprendere la grande evoluzione dei settori portuali e indirizzare le future scelte di formazione sulla base delle esigenze del cluster marittimo. Un’analisi da cui sono emersi indicazioni molto interessanti, che intendiamo approfondire rispetto a questa prima fase iniziale perché conoscere dove il mondo del porto significa offrire ai nostri figli una formazione al passo con i tempi”.

Roberto Guidotti

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