venerdì, Aprile 19, 2024
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Lettera aperta al Presidente Mattarella del Generenale di Brigata Termentini

mattarella

Lo abbiamo scoperto per caso. il Generale di Brigata Fernando Termentini, conosciuto per le sue battaglie a favore dei due Marò, vicenda che ha provocato una crisi tra Italia ed India per il controverso e non ancora risolto giallo della morte di due pescatori, ha scritto una lettera aperta al Presidente della Repubblica Mattarella e l’ha affidata ad un noto social per la sua diffusione.

E’ un appello, un invito, uno stimolo a chi rappresenta il vertice massimo delle Istituzioni ad intervenire, a dare un segnale significativo in un momento della democrazia, a parere di molti, ha bisogno di una figura rappresentativa che sia al di sopra delle parti e che dia fiducia alla popolazione.

Parole che nell’equilibrio di un servitore dello stato non lanciano accuse a nessuno, invitando semplicemente la figura più alta della nostra Costituzione ad intervenire e a rassicurare gli animi.

A scrivere la lettera, come anticipato, un Generale in quiescenza che ha servito il Paese Italia con onore e devozione e che ha difeso a spada tratta i due marò convinto della loro innocenza.

Deve far riflettere l’invito che porge alla massima carica Istituzionale riconoscendone l’Autorevolezza. Di seguito la lettera in oggeto, che riportiamo integralmente.


LETTERA APERTA AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA

Egregio Presidente,

sono un cittadino italiano che ha servito per 40 anni il Paese indossando l’uniforme di Ufficiale del Genio. L’ho fatto in Italia ed all’estero. In condizioni spesso critiche tanto che ho contratto una serie di infermità
fisiche giudicate meritevoli della qualifica “Vittima del Dovere”. Ora sono in quiescenza come Generale di Brigata della Riserva .

Fatta questa doverosa premessa per presentarmi entro nel merito. Sto vivendo come tutti gli italiani questa esperienza del COVID 19 e fino ad ora l’ho fatto in silenzio, ma ora non posso più tacere e la rabbia ed il dolore hanno preso in me il sopravvento e mi spingono ad importunarLa per chiedere il Suo intervento come Capo dello Stato garante della Costituzione.

Siamo forse ad un punto senza ritorno. La Repubblica Ceca ha sequestrato un lotto di mascherine inviate all’Italia dalla Croce Rossa cinese, i Paesi europei chiudono le frontiere per difendersi dalla pandemia, il Presidente del Consiglio ci riempie di decreti talvolta contrastanti e non ne specifica i contenuti nemmeno in conferenza stampa notturna come avvenuto domenica sera. Il Parlamento è praticamente chiuso e la nostra
democrazia è affidata solo al Governo che ne gestisce i contenuti spesso senza un minimo di contraddittorio.

Potrei aggiungere mille altri particolari di vita quotidiana ma mi limito con l’auspicio che non si avveri quanto Platone aveva teorizzato: quando un popolo è abbandonato a se stesso e costretto ad autogovernasi è irrimediabilmente spinto nelle mani di un tiranno. E questo sta avvenendo in Italia dove i politici sono scomparsi ed il Parlamento è chiuso, forse per difendersi dal contagio del Coronavirus, mentre sanitari, militari, autotrasportatori, operatori del commercio, Forze dell’Ordine e tanti altri rischiano la vita.

Siamo i detentori di eccellenze che tutti ci riconoscono, cultura, sanità, intraprendenza, ma non siamo degnamente rappresentati né in Patria né tantomeno all’estero. Per contro, il Premier nelle sue fugaci
apparizioni televisive ci invita ad essere uniti ma i primi a non esserlo sono proprio i politici a cui sono affidate le sorti del Paese in un momento in cui, invece, ci sarebbe bisogno di coesione, quella vera, per il
bene comune.

Ecco Signor Presidente, forse è giunto il momento che Lei intervenga e garantisca agli italiani i diritti costituzionali ed assicuri loro il massimo rispetto all’estero. Faccia sentire la Sua Voce e scuota da questo
letargo la politica che al momento coltiva solo gli interessi di parte e non il bene degli italiani.

Non si esce da una pandemia solo con le medicine, ma anche e soprattutto con infusioni di fiducia che in questo momento solo Lei può garantire, a differenza di questi improvvisati gestori della “Res Publica” che hanno la presunzione di sapere, ma che poco conoscono. Le chiedo scusa per il disturbo e spero che il mio appello sia accolto. Con rispetto e deferenza
Gen.B. (ris) dott. Fernando Termentini”.


Ettore Lembo

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