ROMA – Coronavirus Italia, il governo dice sì al lockdown fino al 3 maggio. La notizia era trapelata già ieri da fonti sindacali al termine del vertice tra il premier Giuseppe Conte e le parti sociali. Secondo le stesse fonti si sarebbe valutata la possibilità di poche riaperture mirate nell’ambito dei codici Ateco delle attività essenziali. “Nei prossimi giorni – si spiega – verrà istituito un gruppo di lavoro per prefigurare le condizioni per una riapertura progressiva”.
“Non siamo nelle condizioni, al momento, di riaprire le attività produttive perché rischieremmo di far risalire la curva dei contagi e di vanificare i risultati che abbiamo ottenuto con le misure messe in atto dal governo”. È quanto ha spiegato il premier Giuseppe Conte nel corso della videoconferenza con Regioni, Anci e Upi sul prolungamento del lockdown.
La strada scelta è quindi quella della massima cautela ed il governo si appresta così a rinnovare con un nuovo provvedimento tutte le misure di contenimento e le limitazioni agli spostamenti per altri 20 giorni concedendo solo aperture ‘mirate’ per qualche attività produttiva. Non solo: con una circolare il Viminale rafforza i controlli per Pasqua, chiedendo alle forze di polizia una particolare attenzione per evitare che gli italiani si riversino nelle seconde case.
In occasione delle festività pasquali, le prefetture dovranno promuovere ogni utile iniziativa per assicurare l’osservanza delle previste limitazioni riguardanti gli spostamenti all’interno dello stesso comune e tra località diverse, compreso il divieto di recarsi presso abitazioni differenti da quella principale, tra cui le seconde case utilizzate per le vacanze.
È l’indicazione contenuta in una circolare inviata ai prefetti dal capo di Gabinetto Matteo Piantedosi.
Massima attenzione viene richiesta nella predisposizione di mirati piani di rafforzamento della vigilanza e del controllo sui movimenti che possono avere luogo in questo periodo, in modo da garantire un presidio del territorio diffuso e percepibile dalla cittadinanza.
Nell’attuale contesto emergenziale, in applicazione delle specifiche disposizioni restrittive della circolazione, tuttora in corso di validità, non sarà, infatti, possibile per la popolazione effettuare i consueti trasferimenti verso località a richiamo turistico.
Dunque gli appelli di Confindustria a far ripartire l’economia affinché l’attuale recessione “non diventi depressione” per il Paese, la ‘spinta’ di parte della stessa maggioranza – con Italia Viva a fare da capofila – e l’andamento positivo dei dati non sono stati sufficienti per convincere il presidente del Consiglio Giuseppe Conte a riaprire il paese.
Due week end, come quello di Pasqua, che già da giorni sia il Comitato tecnico-scientifico sia il Viminale avevano indicato come a rischio ‘esodo’ nel caso in cui si fossero concesse delle aperture. Ed infatti la circolare del Viminale per intensificare i controlli nelle festività pasquali verrà replicata anche per i due ponti.
Nell’ambito del monitoraggio sanitario relativo alla diffusione del Coronavirus sul territorio nazionale, i dati aggiornati al 9 aprile parlano di 96.877 persone risultano positive al virus. Ad ieri, in Italia sono stati 143.626 i casi totali.
Nel dettaglio: i casi attualmente positivi al Coronavirus sono 29.074 in Lombardia, 13.258 in Emilia-Romagna, 11.336 in Piemonte, 10.449 in Veneto, 5.703 in Toscana, 3.253 in Liguria, 3.401 nelle Marche, 3.532 nel Lazio, 2.873 in Campania, 1.978 nella Provincia autonoma di Trento, 2.301 in Puglia, 1.390 in Friuli Venezia Giulia, 1.942 in Sicilia, 1.566 in Abruzzo, 1.315 nella Provincia autonoma di Bolzano, 792 in Umbria, 876 in Sardegna, 765 in Calabria, 609 in Valle d’Aosta, 275 in Basilicata e 189 in Molise.
Sono 28.470 le persone guarite. I deceduti sono 18.279, ma questo numero potrà essere confermato solo dopo che l’Istituto Superiore di Sanità avrà stabilito la causa effettiva del decesso.
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