di Anna Maria Cecchini
Milano – Domenica di Pasqua, la piazza silenziosa e vuota. L’estremo ossimoro di quest’epoca di Covid-19. Davanti all ’immensità del Duomo, Andrea Bocelli, statua vivente, ad innalzare la sua liturgia fino al cielo.“ Music for Hope”, la preghiera in musica del tenore, trasmessa in diretta streaming dal suo canale youtube, ha sollevato dalle proprie paure, fragilità, angosce, oltre 30 milioni di persone, tante le visualizzazioni, a queste si aggiungono i 4 milioni e mezzo che hanno scelto di assistere alla replica trasmessa su Rai 1 e i 2 milioni e mezzo che hanno seguito in streaming lo spettacolo.
Come in un quadro di Edward Hopper, Andrea ci trasmette con tutta la potenza della sua voce e la forza delle parole intonate, la solitudine antica dell’essere umano, modulata dalla fede dell’uomo e ristorata dall’ abbraccio infine del divino.
Davanti al capolavoro cinquecentesco di Marco d’Agrate, un San Bartolomeo scorticato, con la pelle a cingergli le spalle e che scende lungo i fianchi come fosse il lenzuolo del Cristo morto, fino a lambirgli i piedi, Andrea intona l’Ave Maria di Bach/Gounod, la Sancta Maria di Mascagni, il Panis Angelicus di Cesar Franck e il Domine Deus di Rossini dalla Petite Messe. La dualità degli spazi scelti che si alternano, Andrea interpreta le famose arie davanti il santo, all ’interno del duomo e sceglie di concludere il suo concerto all’ aperto, in una piazza deserta, priva persino degli abituali piccioni, diventano metafora della nostra condizione di reclusi che presto ritorneranno ad uscire, seppure con le dovute precauzioni.
Davanti all’ imponenza del Duomo, Andrea, unico essere vivente davanti al secolare, muto marmo, intona le parole dell’inno settecentesco “Amazing Grace”, di John Newton, ex trafficante di schiavi, a cui Dio ha concesso per una seconda volta, il dono della fede. Parole importanti di ringraziamento al Signore, per avergli fatto ritrovare la fede, che ci hanno aperto il cuore alla speranza, in un anelito di ricongiungimento del nostro spirito al divino. La nostra via di fuga verso l’infinito, tramite il percorso escatologico tracciato dalla generosità dell’artista, in una domenica illuminata dal sole, nel silenzio eccezionale degli spazi cittadini deserti, nella candida disperazione diurna di questa domenica di pasqua, che tutti ricorderemo per sempre.
13 aprile, la Piazza del Duomo è di nuovo eletta a scenario ideale di una diversa performance. Un trattore guidato da un contadino, partito da Pavia si staglia alla conquista del sagrato.
Parcheggiato vista Madonnina, il contadino in compagnia di un guascone, suo compare di gita fuori porta, si inginocchia ed iniziano a pregare. Quadretto di un Italia ingenua e naif se non fosse per la polizia che interrompe il fugace momento di pseudo commozione, a cui stavamo quasi per credere e che per pregare, non vi sia bisogno di coreografici azzardi, in epoca Covid-19.
Così tra grigliate palermitane sul tetto, in assenza anche delle più elementari norme di sicurezza, oltre che delle misure adottate dalla maggioranza dei cittadini italiani, rispettosi ed osservanti delle leggi, con tanto di fuochi d’artificio sparati all’arrivo dell’elicottero dei carabinieri, e dribblando i 270.000 controlli e i 14.000 multati di questi ultimi giorni, abbiamo archiviato anche questa ricorrenza, tra sacro e idiozia imperante. No, non temo il Covid-19 ma la stupidità dei mie simili, si.
Italia e la fine del lockdown: la parola al virologo e divulgatore BurioniAl momento non esistono terapie di provata efficacia, ci sono numerosi studi in corso e anche uno solo che vada a buon fine può fare la differenza.
Riaprire è una scelta politica e al Governo spetta di definire le modalità. Di sicuro dovremo abituarci ad indossare le mascherine e al distanziamento sociale. Non torneremo subito alla quotidianità, intesa come la vivevamo prima del Covid-19, ma sicuramente se potessimo sperimentare i vaccini su giovani volontari, si abbrevierebbero i tempi in maniera significativa. Questa però è una scelta discutibile, ove entra in gioco l’etica.
I numeri della pandemia Covid-19 in Italia ieri 13 Aprile: 159.516 casi positivi e 20.465 morti. Registrato per il decimo giorno consecutivo un calo dei malati in terapia intensiva, con -2,5%. Si allenta la morsa nelle strutture ospedaliere. L’Iss avverte: siamo ancora nella fase 1. Giovanni Rezza dell’istituto Superiore della Sanità e componente del comitato tecnico-scientifico, durante la giornaliera conferenza stampa della protezione civile, evidenzia come il numero dei morti sia ancora elevato perché da attribuire a contagi precedenti.
Aspettando il 4 Maggio : parziale apertura delle attività commerciali e ripresa delle attivitàproduttive. Da oggi 14 Aprile vivremo una fase intermedia, in attesa di giungere alla fase 2, che al momento è stabilita per il 4 Maggio, contraddistinta dall’ apertura di alcune attività e da nuove regole da rispettare. Le saracinesche aperte riguardano le librerie, cartolibrerie e i negozi diabbigliamento per neonati e bambini. Il Governo ha deciso di ampliare la lista delle attività produttive consentite, inserendo l’uso delle aree forestali e la silvicoltura; la fabbricazionedei computer, la cura e la manutenzione del paesaggio, le opere idrauliche, ilcommercio all’ingrosso di carta e cartone.
Per le aziende che non possono lavorare è consentita “la spedizione della merce in giacenza, l ’accesso ai locali aziendali di personale dipendente o terzi delegati per lo svolgimento di attività di vigilanza, attività conservative e di manutenzione, gestione dei pagamenti nonché attività di pulizia e sanificazione”. Previa comunicazione al prefetto è consentito spedire o accettare la ricezione in magazzino di beni e forniture.
Le regole per chi riapre negozi e aziende: distanziamento, pulizia due volte al giorno, areazione naturale e ricambio d’aria, disponibilità e accessibilità ai sistemi per la disinfezione delle mani accanto a tastiere, schermi touch e sistemi di pagamento, mascherine nei luoghi o ambienti chiusi e comunque dove non si può garantire il distanziamento, uso dei guanti usa e getta nell’acquisto di alimenti e bevande.
Gli accessi dovranno essere scaglionati secondo precise modalità che prevedono l’ampliamento delle fasce orarie e consentono l’entrata di una persona alla volta se il locale è di 40mq, oltre la presenza di due operatori, nel caso i locali fossero più grandi, l’accesso è disciplinato in funzione degli spazi disponibili, differenziando dove sia possibile, i percorsi d’entrata e d’uscita. I clienti in attesa devono essere adeguatamente informati.
Le misure igienico-sanitarie: nel decreto sono rinnovate ed ampliate.
Il decreto prevede il rinnovamento e l’ampliamento delle misure igienico-sanitarie, a cui siamo abituati da un paio di mesi: lavarsi spesso le mani (in tutti i locali pubblici a partire dalle farmacie e supermercati dovranno essere disponibili soluzioni idroalcoliche per il lavaggio delle mani); evitare il contatto ravvicinato con persone che soffrono di infezioni respiratorie acute; evitare abbracci e strette di mano; mantenere la distanza interpersonale di almeno un metro; praticare l’igiene respiratoria (starnutire e/o tossire in un fazzoletto evitando il contatto delle mani con le secrezioni respiratorie ); evitare l’uso promiscuo di bicchieri e bottiglie, in particolare durante l’attività sportiva; non toccarsi occhi, naso, bocca con le mani; coprirsi bocca e naso se si starnutisce o tossisce, non assumere farmaci antivirali e antibiotici se non prescritti dal medico; pulire le superfici.
Disposizioni per il rimpatrio dei residenti dall’estero.
Dal decreto firmato ieri, dal Premier Conte riportiamo: “ Esclusivamente per comprovate esigenze lavorative e per un periodo non superiore a 72 ore, salvo motivata proroga per specifiche esigenze di ulteriori 48 ore, chiunque intende fare ingresso nel territorio nazionale deve consegnare al vettore all’atto dell’imbarco, sia aereo, nave o treno, una dichiarazione dove si elencano le esigenze lavorative e la durata di permanenza nel Paese; l’indirizzo della dimora in Italia e il mezzo usato per raggiungerla dal luogo di sbarco, recapiti telefonici.
Le eccezioni regionali: Lombardia, Piemonte, Veneto ed Emilia Romagna temporeggiano.
La Lombardia e il Piemonte rinunciano momentaneamente a riaprire le librerie e le cartolerie. In Lombardia riaprono i negozi per la vendita di articoli per neonati e bambini, ed è stata confermata la chiusura degli alberghi con le eccezioni già in vigore, degli studi professionali che proseguono l’attività in smart working, ( salvo eccezioni per particolari scadenze ), dei mercati all’aperto e tutte le attività non essenziali. In Emilia-Romagna , nelle province di Piacenza e Rimini restano sospese le attività di commercio al dettaglio di carta, cartone e articoli di cartoleria, di libri, di vestiti per bambini e neonati.
Lettera dei librai a Conte: 154 librai italiani sottoscrivono una lettera aperta, dove sollevano alcune perplessità e chiedono maggiori garanzie per svolgere in sicurezza il proprio lavoro.
Dal blog Minima&Moralia, 154 librai esprimono, in una lettera aperta, indirizzata al Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, le proprie perplessità, dichiarando la loro ferma risoluzione nel mantenere le serrande chiuse, qualora non vengano accolte le loro richieste, di poter lavorare in sicurezza. Fin dall’inizio della quarantena, il Governo ha invitato alla lettura gli italiani, ma credo sia indicativo come questi appelli non siano partiti dai legittimi interessati che anzi a fronte di un rinnovato interesse per i nostri autori, e quindi il patrio patrimonio culturale, quale mezzo di elevazione spirituale, lamentano una latitanza a livello governativo, nella fase pre e postcontenimento pandemia.
I nostri librai si chiedono, quale sia la ragione che spinga a dichiarare le librerie luoghi sacri, essenziali per il tessuto connettivo, culturale, italiano e a non prevedere misure economiche, che sostengano le attività nel quotidiano.
Come mai se i cittadini devono rimanere a casa e vigono misure restrittive per contenere l’epidemia,si chiede ora alle librerie di riaprire?
Come si regoleranno i flussi di cittadini che si muoveranno verso le librerie e gli spostamenti degli stessi esercenti? Quali disposizioni sono state individuate dal governo, per garantire ai librai di svolgere il proprio lavoro, in sicurezza? Quali dispositivi ? Il libraio durante il proprio lavoro ha una comunicazione verbale, viso a viso col proprio cliente, come si è pensato di regolamentare tale pratica che altrimenti comporta evidenti rischi di sicurezza sanitaria?
Inoltre chi frequenta le librerie è solito avere un incontro tattile con il libro, vengono toccati, presi in mano, sfogliati, innumerevoli testi prima di arrivare all ’acquisto. I 154 librai si chiedono se sia stata ideata una procedura per la sanificazione di libri e ambienti. Inoltre alzare le serrande delle librerie significa far ripartire tutta la filiera: come si pensa di proteggere la salute dei corrieri, degli addetti alla logistica, dei promotori etc? Si è ipotizzata una riduzione dei canoni d’affitto, a fronte di una evidente diminuzione dei guadagni? I librai attendono le congrue risposte e nel frattempo si riservano il diritto di esentarsi dall’apertura, prevista dal decreto.
Oms: occorre la massima cautela nel revocare le misure restrittive. Questo virus è 10 volte più letale dell’H1N1.Tedros Adhanom Ghebreyesus durante il briefing a Ginevra sul Coronavirus ha dichiarato che questo virus è più pericoloso di quello che provocò la febbre suina nel 2009-2010 e che causò 18.000 decessi nel mondo e centinaia di migliaia di contagi sopratutto nel continente americano.Il alcuni paesi i casi di covid-19 raddoppiano ogni 3-4 giorni. Il virus accelera molto velocemente ma decelera la sua corsa molto lentamente, ecco perché non bisogna affrettarsi nel revocare le misure restrittive in atto, anzi è indispensabile procedere per gradi e solo se la sanità pubblica ha adottato le corrette misure.
Inps: dopo l’iniziale lockdown, al lavoro anche durante la Pasqua per assicurare l’evasione delle pratiche. Da una nota del Viminale apprendiamo che grazie all’ alacre lavoro, durante questo week end di Pasqua, il bonus di 600 euro per gli autonomi, verrà pagato dall’Inps, nei conti correnti con valuta dal 15 al 17 Aprile, anche grazie alla collaborazione con il mondo bancario. Il Governo lo annuncia, spiegando che siano già state liquidate oltre 1 milione di istanze, a fronte delle quasi 4 milioni pervenute ad oggi.
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