Il film fantasy stasera in TV: “Conan il Barbaro” sabato 18 aprile 2020 alle 21:15 su RAI 4
Conan il barbaro è un film del 1982, diretto da John Milius ed interpretato da Arnold Schwarzenegger e Sandahl Bergman.
È ispirato al personaggio dei racconti fantasy Conan il barbaro, ideato da Robert Ervin Howard sulle pagine di Weird Tales nel 1932. Nel 1984 è stato realizzato un sequel stand-alone Conan il distruttore.
Il personaggio di Conan venne affidato all’attore Arnold Schwarzenegger, che proprio con questa pellicola acquisì notorietà internazionale.
La storia è ambientata nell’Era Hyboriana, un’età fantastica del nostro pianeta creata da Howard per ambientarvi le sue opere,[nb 1] corrispondente a un periodo precedente alla nascita delle civiltà conosciute, le quali anzi deriverebbero in buona parte proprio da quelle nate in quest’era;[2] la vicenda viene introdotta da un breve prologo della voce narrante, che presenta l’epoca e il protagonista[nb 2], in cui viene mostrata la forgiatura di una spada[nb 3], seguita dal dialogo tra un Conan bambino con il padre sul dio Crom e sul segreto dell’acciaio, ovvero la capacità di lavorare il ferro per produrre armi,[3][4] conosciuta dal suo popolo.[5]
Il giovane cimmero Conan rimane orfano dei genitori quando questi vengono uccisi da una banda di predoni giunti a cavallo che massacrano gli abitanti del villaggio riducendo in schiavitù i bambini; i predoni hanno come stemma un serpente, dotato di due teste che sembrano affrontarsi, poggiato sui simboli stilizzati del sole e della luna.[nb 4] Il giovane Conan viene costretto ai lavori forzati per anni, presso la ruota del dolore, situazione che lo porterà a sviluppare un’incredibile forza fisica, finché un giorno arriva un uomo, Ivanhir, che lo compra per fargli iniziare una nuova vita come lottatore; grazie alla sua forza e all’istruzione fornitagli dal suo padrone diventa un grande combattente e viene fatto viaggiare per il mondo per incontrare nuovi avversari e acquisire nuove conoscenze.[nb 5] La sua condizione di schiavo ha termine una notte, quando il suo padrone, ubriaco, dopo l’ennesima vittoria del Cimmero decide di donargli la libertà.
Ormai libero, mentre sta fuggendo dai lupi, Conan si rifugia all’interno di un tumulo funerario, sotto una grande roccia; qui trova i resti di un antico re[nb 6], possessore di una spada d’acciaio[nb 7], la spada atlantidea, circondato dai resti scheletrici del suo seguito. Impossessatosi dell’arma, Conan prosegue il suo cammino in cerca di vendetta, avendo come unico riferimento il vago ricordo del simbolo con il serpente bicefalo; durante le sue ricerche incontra una strega veggente che sembra conoscere il futuro del Cimmero e che durante un amplesso, gli consiglia di viaggiare verso la regione di Zamora, per poi trasformarsi subito dopo in una creatura mostruosa che lo assale, fuggendo in forma immateriale dopo essere stata spinta dentro al fuoco del camino.[nb 8]
Dopo l’incontro con la veggente, a Conan si unisce Subotai, un esperto arciere[6][7]; insieme i due raggiungono una grande città, Shadizar, dove incontrano Valeria,[nb 9] una ladra. I tre decidono d’introdursi in una delle torri del tempio del culto di Set, il dio serpente della città, per sottrarne il tesoro, di cui fa parte un enorme gioiello,[nb 10] l’Occhio del serpente, che riescono a rubare. Durante il furto gli eroi devono affrontare un serpente gigante (a cui il culto sacrificava giovani donne), e Conan trova fra gli ornamenti del tempio il simbolo che sta cercando, oltre a venire a sapere da Valeria che il perfido capo della setta si chiama Thulsa Doom, ritenuto un semidio di 1000 anni; nel mentre, lo spettatore scopre che il sacerdote Rexor, secondo nel culto solo a Doom, è uno degli uomini che avevano assalito il villaggio natìo di Conan. Dopo aver sperperato tutta la refurtiva, Conan e i suoi due compagni vengono catturati e condotti dal regnante Osric l’usurpatore; il re, vista la loro abilità, invece di consegnarli alla setta, come richiesto da Rexor, propone loro una missione: riportargli la figlia, scappata per unirsi alla Setta di Doom, promettendo ai tre prigionieri enormi ricchezze in caso di successo.
Subotai e Valeria decidono di rifiutare, ma Conan parte da solo attraversando il deserto e la steppa verso il tempio principale della setta, indicatogli da un gruppo di pellegrini. Durante il viaggio giunge a una necropoli sulla cui superficie sorgono numerosi menhir,[8], e qui incontra il mago Akiro, che si scopre essere la voce narrante del film, in quanto depositario della storia di Conan. Da lì Conan prosegue verso il punto di ritrovo dei pellegrini fingendosi uno di loro: i seguaci della setta vengono rappresentati nella pellicola come una specie di comune di figli dei fiori adorante Doom e fortemente plagiata dai sacerdoti del culto. In questo luogo continuano a confluire nuovi gruppi di persone, segno del crescente potere di Doom, di cui poco prima aveva parlato anche re Osric. Il Cimmero riesce a sostituirsi a un sacerdote della setta che, attratto dal giovane muscoloso, aveva cercato di sedurlo. Giunto all’esterno del tempio di Doom (una grande scalinata sovrastata da un terrazzo, sul fianco di una montagna, la montagna del potere), Conan viene scoperto e catturato a causa del simbolo che indossa (preso nel tempio della città derubato), che insospettisce una guardia. La figlia di re Osric viene mostrata come l’ancella del tempio. Dopo essere stato torturato da Rexor e Thorgrim, il protagonista viene interrogato da Doom, che gli chiede del furto e dell’occhio del serpente; Conan riconosce Thulsa Doom come colui che aveva assalito il villaggio dei genitori e i due hanno uno scambio di battute sul segreto dell’acciaio: il sacerdote afferma di aver rinunciato a scoprirlo, in quanto convinto che il potere della carne sia superiore e, per darne prova, mostra al Cimmero come i suoi seguaci siano disposti a morire solo per soddisfare una sua richiesta. Conan viene quindi fatto crocifiggere,[nb 11] ma Subotai, giunto nel frattempo, riesce a liberarlo e a portarlo, seppur in fin di vita, del mago Akiro, presso cui lo attende anche Valeria.
Il mago compie un rituale per cercare di impedirne la morte,[9], ma ciò comporta la necessità di lottare con gli spiriti del luogo che cercheranno di portare via l’anima di Conan o di ottenere una qualche forma di compensazione per lasciarlo in vita: durante un’anomala tempesta, Valeria sarà costretta a combattere fisicamente, aiutata da Subotai, con gli spiriti per impedire che portino via l’anima di Conan;[8] al termine dello scontro, in maniera profetica, la donna promette al Cimmero, che sta rinvenendo, che sarà legata a lui per sempre e che sarebbe disposta a tornare dagli inferi nel caso morisse e lui dovesse combattere per la propria vita.
I tre guerrieri, questa volta preparati e armati, tornano al tempio e fanno irruzione nei quartieri interni, nascosti dentro la cavità della montagna, con lo scopo di recuperare la principessa e, per quanto riguarda Conan, di tentare di vendicarsi di Thulsa Doom. Conan, Valeria e Subotai si muovono di nascosto attraverso il tempio, osservando le guardie e le ancelle coinvolti in un’orgia sfrenata dove si consumano carni umane; nello scontro che ne segue, in parte svolto nell’arèmme (harem) di Doom, Valeria riesce nell’intento di rapire la principessa, mentre si scopre che il sacerdote ha la capacità di tramutarsi in un serpente di grandi dimensioni, capacità che gli permette di mettersi in salvo: Doom usa i propri poteri e, tramutato un serpente in freccia, lo usa per colpire a morte Valeria; la ladra, morendo, interpreta la propria morte come il tributo che aveva promesso di pagare agli dèi in cambio della vita di Conan. Il Cimmero e Subotai tornano nella necropoli da Akiro dove, dopo aver cremato su una pira funeraria Valeria, iniziano a prepararsi ad affrontare Doom e i suoi uomini; nonostante la grande disparità numerica, Conan, Subotai e Akiro riescono a sconfiggere tutti gli uomini mandati dal sacerdote, compresi Rexor e Thorgrim; proprio durante lo scontro con Rexor, Conan, in difficoltà, viene aiutato dal fantasma di Valeria (come lei stessa aveva profetizzato),[nb 12] tornata in forma di Valchiria[4] e, dopo aver ucciso il guerriero, scopre che la spada di questi (spezzata durante lo scontro) è quella appartenuta al padre e forgiata durante i titoli di apertura del film. Doom rimasto solo, prima di rifugiarsi al tempio, tenta di uccidere la principessa (che ancora irretita e ora disperata, supplica Doom “my lord” di non abbandonarla) con una nuova freccia-serpente, ma la ragazza viene salvata dall’intervento di Subotai che blocca la freccia con uno scudo.[10]
Il finale della storia si svolge di notte al tempio, ove Thulsa Doom sta svolgendo un rito di purificazione tramite il fuoco delle torce. Conan si intrufola nuovamente nel tempio, questa volta con la complicità della principessa, visibilmente sconvolta; davanti ai suoi fedeli Doom prova a tentare il Cimmero, ricordandogli come nel tempo siano state le sue azioni a formarlo e a dargli la forza per la vendetta, chiamandolo “figlio”. Ma il barbaro, che impugna i resti della spada del vero padre, lo uccide decapitandolo, per poi lanciare la testa tra i fedeli, seguita dal moncone della spada; i fedeli e i sacerdoti presenti abbandonano il sito, lentamente e in una specie di processione, e spengono le loro torce gettandole in una fontana, come se solo allora si fosse infranta l’illusione che li aveva precedentemente plagiati. Rimangono solo la principessa e Conan; quest’ultimo dà fuoco alla struttura prima di allontanarsi con la giovane, dopo un primo momento di apparente incertezza.
Il film si chiude con l’immagine (divenuta iconografica) di un Conan anziano, ormai re, seduto su un trono, con titoli scorrevoli che preannunciano il suo destino futuro.
Regia: John Milius
Con: Arnold Schwarzenegger e Sandahl Bergman
Fonte: WIKIPEDIA