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114 anni fa nasceva ad Acqualagna Enrico Mattei, l’Uomo della rinascita di un Paese che adesso non c’e’ piu’

mattei

di Maurizio Verdenelli


114 anni nasceva ad Acqualagna l’Uomo che sarebbe stato definito dalla stampa Usa “New Caesar’, il padre del miracolo economico nazionale. E Lui, l’altro padre della rinascita del Paese nel dopoguerra, era forse l’unico personaggio politico a godere da parte di Enrico Mattei, il politico piu’ potente in Italia dopo Giulio Cesare, di “stima incondizionata ed affetto profondo”.

Lo testimonio’ dopo la tragedia di Bascape’ Pier Luigi Tumiati, l’inviato de ‘Il gatto selvatico’, house organ dell’Eni, cui Mattei rilascio’ la sua ultima intervista ‘a cuore aperto’ nella quiete di Anterselva alla vigilia dell’ultimo viaggio, in quel drammatico fine ottobre 1962. Insieme avevano realizzato un sogno: rendere l’Italia autonoma sul piano strategico delle risorse energetiche salvando prima l’Agip dalle mire americane, fondando poi l’Eni.

Mattei col Min. Vanoni ed il pilota Fangio – Foto N. 12 – Publifoto – COD 56 – UDC 29

In quel giorno di fine ottobre, accogliendo Tumiati nel suo buen retiro altoatesino, Mattei aveva ad un certo punto condotto dal giornalista nella sua camera. E da un cassetto aveva tirato fuori il maglione di montagna del suo fraterno amico e tenendolo stretto a se’ aveva ricordato. Non solo i lunghi momenti trascorsi insieme a pescare sul lago dorato ad alta quota al confine con l’Austria, non solo le gare di pesca (perse invariabilmente, lui matelicese con l’esperto montanaro di Morbegno), gli incontri a Brunico al Golden Rose dove si prendevano importanti decisioni sul terreno del rilancio economico, ma sopratutto il penultimo giorno vita dell’amico, il ministro delle Finanze Ezio Vanoni.

Era il 15 febbraio 1956. Mattei, forse preso da un presagio, era andato a far visita a casa Vanoni, a Roma. Aveva trovato Ezio con quel maglione alpino ‘da battaglia’. “Sento freddo e cosi’ mi sento meglio con addosso questo maglione che mi ricorda tanti giorni sereni e la tua amicizia”.

Il giorno dopo Vanoni moriva stroncato da infarto in Senato nello studio del presidente Cesare Merzagora al termine di un appassionato intervento. Per l’Italia della rinascita aveva sacrificato la propria vita a 52 anni, incurante della sua grave cardiopatia. Genio dell’economia, libero docente si era visto rifiutare la cattedra all’Universita’ di Camerino perche’ non iscritto al partito fascista. Braccio destro di Alcide De Gasperi fu al fianco di Mattei nella sua drammatica sfida alle potenze mondiali nella battaglia che sopratutto grazie al petrolio che decreto’ il miracolo economico italiano post bellico.

Ezio Vanoni oggi e’ ricordato per la riforma tributaria (‘la Vanoni’), la 13. ai lavoratori e pure per il generoso tentativo di una legge di rilancio del Sud, che venne fatta ‘ad arte’ affondare. Non si ricorda invece il fondamentale ‘ticket’ con Enrico Mattei che salvo’ l’Agip dalla liquidazione gia’ decisa. Eppure c’era il ministro Vanoni nelle foto in prima fila con De Gasperi, a Caviaga, dove alla scoperta di gas metano, fu decisa con lo storico discorso del presidente del Consiglio, l’inversione di rotta governativa in tema di politica energetica.Questo eccezionale sodalizio da parte di due eccezionali Padri della Patria viene ora rievocato in un agile volumetto, che ha avuto l’elogio del premier Giuseppe Conte, edito da Eum (la casa editrice dell’Universita’ di Macerata) con il contributo del Gruppo industriale Finproject. Il titolo: “Immaginare il futuro.

La lezione di Enrico Mattei ed Ezio Vanoni” e’ lo stesso di un convegno tenuto, prima del sisma, nell’Aula Magna di Unimc. Vi partecipo’ Francesco Merloni che, da par suo, ha parlato di quel caro e prezioso amico famiglia, Enrico. “Mattei era l’imprenditorialita’ assoluta”. Una narrazione con al centro Aristide Merloni e il sogno del miracolo Marchigiano con l’avvio della fabbrica di bombole di gas a Matelica. Insieme con l’ex ministro, relatori di chiarissima fama.’alto magistrato Otello Lupacchini, il sen. Alessandro Forlani, gli inviati Onu Andrea Angeli ed Emanuele Tacconi, Renato Mattioni (presidenza nazionale Confcommercio), Maurizio Vecchiola (Ad Finproject) e il prof. Giuseppe Rivetti curatore della pubblicazione e prefatore insieme con lo stesso dottor Vecchiola. “Immaginare il futuro” contiene questi ed altri autorevoli interventi. Dell’ex direttore de ‘Il Messaggero’ Vittorio Emiliani, dei dott.ri Francesca Moroni e Maurizio Petrocchi, dei giornalisti Ugo Bellesi e Lucio Biagioni, di chi scrive e di Giuseppe Accorinti cui il libro e’ dedicato. Giovanissimo dirigente Eni, gia’ AD di Agip e presidente della Scuola Mattei,  il dottor Accorinti al grande Enrico, a Matelica (al monastero della Beata Mattia ha devoluto gli incassi delle numerose edizioni de ‘Il Principale’) collaborando da protagonista alle celebrazioni del Cinquantenario, e’ stato per tutta la vita filialmente attaccato.

La morte, improvvisa, lo ha sorpreso alla macchina da scrivere mentre scriveva una precisazione per Paolo Mieli che non l’aveva del tutto convinto nella sua ricostruzione storica, su Rai3 (col contributo dello storico Mauro Canale, gia’ dicente ad Unicam), delle ultime ore del ‘Principale’. Sul quale stava appunto terminando per l’editore matelicese Halley un secondo libro sulle tracce della sentenza del pm Vincenzo Calia che fa luce sulla tragedia di Bascape’. Un libro-verita’ rimasto incompiuto.NELLE FOTO (per gentile concessione dell’editore Marco Ilari): Enrico Mattei ed Ezio Vanoni insieme in Sicilia alla premiazione di una gara autombilistica. Con loro anche il campione del mondo Manuel Fangio.

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