martedì, Marzo 19, 2024
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Demenza precoce, lo studio sviluppato al Policlinico di Milano

porto san giorgio

Policlinico di Milano, demenza precoce: uno studio lega i sintomi cognitivi e psichiatrici con le alterazioni delle strutture cerebrali

La ricerca, su 150 pazienti, è frutto di una collaborazione italo-olandese che si è sviluppata al Policlinico di Milano. I risultati potrebbero migliorare la diagnosi dei pazienti con Demenza Fronto Temporale

   La Demenza Fronto Temporale (FTD), in passato nota come malattia di Pick, è la forma più comune di demenza a esordio precoce: colpisce infatti persone più giovani rispetto all’Alzheimer, tipicamente tra i 55 e i 65 anni. Ora, secondo uno studio italo-olandese, si è scoperto che i sintomi che si manifestano quando la FTD è ancora agli inizi non sono solo neurologici ma anche psichiatrici: un aspetto che potrebbe migliorare la diagnosi per i pazienti che ne sono colpiti.

   Lo studio, che ha esaminato 150 cervelli di pazienti con diagnosi di FTD, è stato pubblicato sulla rivista scientifica Annals of Neurology e ha messo in relazione i sintomi neuropsichiatrici con i reperti anatomo-patologici. L’analisi è stata condotta da Marta Scarioni, ricercatrice all’Università di Amsterdam che si è specializzata al Policlinico di Milano, in collaborazione con Elio Scarpini e Daniela Galimberti (rispettivamente direttore e ricercatrice della Neurologia – Malattie Neurodegenerative del Policlinico di Milano, Centro Dino Ferrari, Università degli Studi di Milano).

   La Demenza Fronto Temporale è una patologia spesso ereditaria e può essere dovuta a diverse mutazioni genetiche scoperte recentemente. “Diagnosticarla non è semplice – spiegano gli esperti – in quanto non esistono marcatori biologici affidabili, mentre l’analisi attraverso la risonanza magnetica o con la PET non garantiscono al momento una diagnosi affidabile”. La FTD, aggiungono, “è un esempio di malattia ‘neuropsichiatrica’. E’ infatti caratterizzata all’esordio da disturbi psico-comportamentali come disinibizione o apatia, comportamenti non adeguati al contesto sociale, aggressività verbale, mancanza di empatia, tendenza alla ripetitività, e della fluenza del linguaggio. La causa è la degenerazione progressiva dei neuroni in una regione particolare (frontale e temporale) della corteccia cerebrale”.

   Dallo studio appena pubblicato è emerso che “i sintomi all’esordio della malattia sono spesso non solo neurocognitivi ma anche psichiatrici. In particolare, la disinibizione orale e le allucinazioni sono risultate frequenti e possono costituire un importante indicatore della patologia sottostante. Inoltre, il 68% dei pazienti con diagnosi clinica di FTD presentava a livello anatomico un quadro specifico”. L’importanza di questo studio, concludono gli specialisti, “nasce dal fatto che, per la prima volta, i sintomi neuropsichiatrici presenti vengono correlati a una diagnosi di certezza di malattia su un gruppo così numeroso di pazienti. La valutazione clinica di persone con sospetto di Demenza Fronto Temporale dovrebbe quindi costantemente valutare anche la presenza e le caratteristiche di tali sintomi neuropsichiatrici”.

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