venerdì, Aprile 19, 2024
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Sui problemi della Comunicazione ai Tempi del Coronavirus

CHIETI – Intervista a Manlio Madrigale, portavoce delle Associazioni ” Città Unite G.La Pira”, “Difesa Malati Psichici” (Diapsi) e “Diritti in Movimento”, fondata dal Prof. Avv. Paolo Cendon sui problemi della comunicazione ai Tempi del Coronavirus

  • Che problemi ci sono stati, secondo lei, nella gestione dell’emergenza Covid19 in Italia?
    “Ho ricevuto molte lamentele da parte di numerosi cittadini per la confusione e il disorientamento determinati da una carente ed inefficiente comunicazione istituzionale ed interpersonale a volte contraddittoria fra di loro da parte degli esperti”.
  • Dunque, secondo lei, c’è stato un problema di carattere comunicativo? “Certamente, in special modo in questo momento di particolare fragilità umana, dove tutti risentono di questa situazione allarmante e preoccupante, occorre puntare tutte le nostre energie sulle competenze professionali, scientifiche ed umane. A tal proposito, oggi, più che mai, sono di grande attualità gli atti del convegno nazionale svoltosi a Chieti il 22 maggio 2004 sull’informazione e la comunicazione pubblica per il miglioramento dei servizi al cittadino, in particolar modo l’intervento dell’attuale Direttore Generale Vicario dell’OMS Ranieri Guerra sulla Comunicazione Scientifica”.
  • Che Cosa diceva in buona sostanza il Prof. Ranieri Guerra? “Nella società di oggi, con le frontiere che hanno aperto le nuove tecnologie di comunicazione digitale, la difficoltà in cui il mondo medico e quello sanitario più in generale si battono, sono dovute anche spesso alla germinazione spontanea e incontrollata di false e dannose informazioni. Ranieri Guerra riteneva già all’epoca necessario ricomporre la messaggistica sanitaria in un insieme di regole che possano garantire il cittadino e aiutarlo nel discernere cosa sia scientificamente valido dal millantato e dal falso, tramite una autorità etica superiore, responsabile sia civilmente sia penalmente, che validi quanto si debba rendere disponibile al pubblico”.
  • Dunque, cosa bisognerebbe fare secondo lei nell’immediato? “Innanzitutto, avviare corsi di formazione nella comunicazione istituzionale ed emergenziale, quali strumenti fondamentali nella relazione empatica tra gli operatori di aiuto, come ad esempio psicologi, psichiatri, pedagogisti e tutti coloro che hanno a che fare con il mondo della fragilità. In questo momento più persone vedono vacillare le loro certezze “.

Cristiano Vignali – La Notizia.net