Partite Iva in attesa del bonus: escluse dal tetto di spesa?
“L’indennita’ di cui al presente articolo e’ erogata dall’INPS, previa domanda, nel limite di spesa complessivo di 2.160 milioni di euro per l’anno 2020.
L’INPS provvede al monitoraggio del rispetto del limite di spesa e comunica i risultati di tale attivita’ al Ministero del lavoro e delle politiche sociali e al ministero dell’economia e delle finanze. Qualora dal predetto monitoraggio emerga il verificarsi di scostamenti, anche in via prospettica, rispetto al predetto limite di spesa, non sono adottati altri provvedimenti concessori”.
Questo quanto riportato al comma 2 dell’art.28 del decreto legge 17 marzo 2020 (convertito con modificazioni dalla L. 24 aprile 2020, n. 27 in S.O. n. 16, relativo alla G.U. 29/04/2020, n. 110), che renderebbe chiaro come i fondi destinati all’erogazione del bonus di 600 euro riservato alle Partite Iva siano sufficienti per soddisfare 3 milioni e 600mila domande circa.
Nel caos di questo periodo di emergenza, chi ha ottenuto il beneficio se lo vedrà rinnovare ora in via automatica. Ma c’è un esercito di domande che a ieri/oggi risultano ancora in attesa di esito o si sono viste magicamente, dopo oltre un mese di attesa, respingere la richiesta con motivazioni che potrebbero apparire in taluni casi “pretestuose”. Nel precedente articolo avevamo citato un caso particolare che si era visto rigettare la domanda via pec salvo poi avere l’ufficialità sul sito Inps solo nella giornata di oggi (dopo un mese e 10 giorni dall’inoltro della richiesta, periodo in cui sul sito ufficiale è risultata “in attesa di esito”) con le seguenti motivazioni: 1. la Partita Iva non risulterebbe esistente; 2. Il soggetto interessato non sarebbe iscritto alla Gestione separata Inps. In realtà, però, gli uffici territoriali Inps avevano già ricevuto in precedenza via pec certificato prodotto dall’Agenzia delle Entrate attestante l’assoluta attivita’ di detta Partita Iva e la persona in oggetto risulterebbe, da estratto conto previdenziale Inps, iscritta alla gestione separata dal 1996.
Il disagio viene accentuato dalla difficoltà nel ricevere telefonicamente informazioni attraverso i numeri verdi raggiungibili da cellulare (da fisso a volte è più agevole ma dopo lunghe attese e con frequenti cadute di linea) e anche attraverso i numeri relativi i vari uffici territoriali a cui capita non risponda nessuno o addirittura irraggiungibili.
Nel tentativo di ottenere delucidazioni abbiamo contattato gli uffici stampa del governo (indicepa.gov.it) i cui esponenti, seppure molto disponibili e gentili, non hanno potuto dare un utile contributo alla risoluzione dei dubbi esposti in merito all’erogazione dei 600 euro, suggerendoci (come se non si fosse provato a farlo) di contattare direttamente l’Inps.
Tra l’altro sono ancora molte le domande in attesa di esito (anche in questo caso gli utenti hanno difficoltà a reperire informazioni ) e ne risultano addirittura alcune che magicamente, da respinte, sul sito ufficiale Inps, sono tornate ad essere in attesa di esito. Mel primo caso caso, non essendoci accoglimento o reiezione, l’utente non sa che cosa fare e non può neanche fare ricorso. Tra l’altro, chi si è rivolto all’Istituto tramite pec, si è trovato talvolta di fronte a risposte discordanti e, in qualche caso, addirittura scortesi, che ci augura costituiscano un’eccezione e non la regola.
In molti lamentano il fatto di aver dovuto far fronte in ogni caso a spese di getione della propria attività, senza ricevere risposte, con la dicitura “In attesa di esito” che continuava a campeggiare sul sito Inps.
Un po’ di chiarezza non guasterebbe, e, pur comprendendo il caos che sta caratterizzando questo periodo di emergenza, sarebbe stato opportuno forse dotarsi di migliori e più numerosi strumenti per consentire al privato cittadino di ricevere le necessarie e doverose informazioni.
Anche perchè, nel caso in cui questo limbo relativo a moltitidini di domande ancora senza risposta dipenda dal fatto che le risorse sono esaurite, sarebbe stato opportuno metterne al corrente i richiedenti.
Lucia Mosca
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