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Pagliare del Tronto, omicidio Cianfrone: i possibili moventi

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PAGLIARE DEL TRONTO – L’omicidio Cianfrone si è configurato a tutti gli effetti come una vera e propria esecuzione. E le ipotesi al vaglio degli inquirenti sono al momento molteplici. Una vendetta, una resa dei conti in stile criminalità organizzata. Ma anche, con grande probabilità, le vicende che avevano portato alla sua sospensione dall’Arma.

E’ stata una lunga notte di lavoro quella trascorsa dai carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando provinciale di Ascoli Piceno che indagano sull’omicidio premeditato di Antonio Cianfrone, ex carabiniere, ucciso ieri mattina mentre faceva jogging lungo la pista ciclopedonale di Spinetoli.

Nessuno ha ancora risposto all’appello del procuratore Monti di presentarsi a testimoniare, ma sono state sentite molte persone che si trovavano nella zona al momento dei fatti.

Oltre al resoconto dell’uccisione e della scoperta del corpo, qualcuno ha riferito di una persona alla guida di una moto in fuga di corporatura robusta, con vestiti di colore scuro; sul sedile posteriore il killer, una figura più esile, con capelli un po’ lunghi che spuntavano dal casco, a mo’ di codino.

L’hanno atteso lungo la ciclopedonale per poi freddarlo con più colpi di arma da fuoco. Sarebbero stati tre, secondo una prima ricostruzione che dovrà essere suffragata dall’autopsia e l’avrebbero raggiunto in varie parti del corpo, tra cui il torace e la testa.

Dopo l’agguato, sono stati immediatamente allertati i soccorsi ed è stata fatta levare in volo una eliambulanza per il trasporto d’urgenza presso l’ospedale regionale di Torrette ad Ancona.

Ma l’uomo, purtroppo, non ce l’ha fatta. Cianfrone non era più in servizio nell’Arma presso la stazione di Monsampolo dal 2015, dopo essere rimasto coinvolto in un’inchiesta per concussione e truffa ad un’assicurazione che ne aveva provocato la sospensione.

Era stato arrestato e poi, successivamente, posto ai domiciliari. In quel periodo Cianfrone ricopriva la carica di vice comandante. Insieme a lui era stato accusato anche il comandante della stazione, che aveva respinto ogni addebito.

La prossima udienza del processo che ne è derivato, rallentato dal lockdown, è fissata per il 25 novembre.

Non è escluso che proprio questa vicenda possa essere collegata alla morte di Cianfrone. Avrebbe potuto fare forse altri nomi di persone coinvolte nei fatti? E’ possibile, in effetti, che possa esistere un sommerso che non sarebbe dovuto venire fuori.

Un particolare che fa riflettere e anch’esso al vaglio degli inquirenti è che gli assassini hanno compiuto l’omicidio proprio nel primo giorno di riapertura dei confini regionali dopo il lockdown per l’emergenza Coronavirus.

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