mercoledì, Aprile 24, 2024
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Ama, protesta Multiservizi: “Altrimenti ci arrabbiamo”

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“Altrimenti ci arrabbiamo” è il titolo di un simpaticissimo film del 1974 con Bud Spencer e Terence Hill, in cui i buoni, per far valere le proprie ragioni contro i cattivi, fingono di essere duri.

Cosi i 270 impiegati della Roma Multiservizi , legata all’AMA, che da diverso tempo attendono risposte circa il prorpio destino, e, soprattutto, un incontro, si sono recati il 22 giugno sotto la sede di AMA in via Calderon de la Barca a Roma.

Dopo essersi incatenati davanti alla sede, chiedendo all’azienda un percorso di internalizzazione, al fine di veder garantito il proprio diritto al lavoro, per di più dopo oltre 20 anni di prestazione lavorative incerte, hanno deciso di fare irruzione e affinché chi di dovere potesse ascoltarli o quanto meno dare loro una data certa per poter avviare una trattativa, dal momento
che nè politica, nè sindacati, sono finora riusciti ad ottenere nulla.

Da qui il paragone con il famoso film “altrimenti ci arrabbiamo”.
L’intervento delle Forze dell’Ordine, discreto ma fermo, e la volontà dei manifestanti di chiedere ed ottenere semplicemente l’incontro da troppo tempo atteso, ha evitato ogni tipo e forma di violenza.

Lo avevamo evidenziato la settimana scorsa quando gli stessi manifestanti hanno ringraziato le Forze dell’Ordine per avere fatto loro avere in extremis il necessario permesso per la manifestazione al Campidoglio.

Ancora una volta, intuendo il disagio dei manifestanti lesi nella loro dignità a causa dell’assordante silenzio di chi invece dovrebbe spendersi nel perorare la loro causa, hanno fatto in modo che la legittima rabbia fosse contenuta e non provocasse alcun danno.

Il risultato ottenuto è stata finalmente una convocazione per la mattinata i oggi alle ore 10,00 con 2 rappresentanti sindacali, come si evince dal documento inviato alla RSU, alle Organizzazioni Sindacali e per
conoscenza al direttore Generale del Comune di Roma e al Direttore delle Risorse Umane.

Ricordiamo
sono ben 270 i lavoratori che rischiano il licenziamento, molti dei quali hanno già vissuto situazioni di estremo disagio e che lottano quindi per avere garantita quella dignità che finalmente hanno acquisito.

E se il film “Altrimenti ci arrabbiamo” ha come seguito il film “Continuiamo ad arrabbiarci”, nell’interesse dei lavoratori e della cittadinanza tutta, non si può che auspicare che la seconda parte non abbia a verificarsi.


Ettore Lembo

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