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Anticipazioni per il Grande Teatro di Eduardo De Filippo in TV del 4 luglio alle 17.15 su RAI 5: “L’abito nuovo”

il vestito nuovo

Anticipazioni per il Grande Teatro di Eduardo De Filippo in TV del 4 luglio alle 17.15 su RAI 5: “L’abito nuovo”

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Una commedia scritta a quattro mani da Eduardo De Filippo e Luigi Pirandello, che morì senza poter vedere la prima messa in scena milanese del 1937: è “L’abito nuovo”, che Rai Cultura propone sabato 4 luglio alle 17.15 su Rai5, nell’ambito dell’omaggio al grande attore e drammaturgo napoletano nei 120 anni dalla nascita. La versione proposta è quella versione televisiva del 1964, diretta da Eduardo che la interpreta con Lilli Tirinnanzi, Mario Pisu, Didi Perego, Carlo Lima. A Napoli, dove il modesto impiegato Michele Crispucci vive con la figlia Assuntina, giunge la ex moglie con il suo circo. Il giovane Concettino, promesso sposo della ragazza, confida ad un amico di voler rinunciare al matrimonio con Assuntina, poiché la madre della giovane vent’anni prima aveva abbandonato la famiglia e si era arricchita concedendosi a facoltosi amanti. Mentre Concettino e Crispucci discutono il motivo della rinuncia, giunge la notizia della morte della donna, calpestata dai suoi cavalli. Crispucci decide di rinunciare alla cospicua eredità della donna, per preservare il buon nome della figlia. Ma i bauli con i vestiti e i gioielli giungono a casa di Michele durante la sua assenza e Concettino, convinto dal patrimonio a sposare Assuntina, spinge la ragazza a fuggire con lui. Michele torna, indossando un abito nuovo, che denuncia il compromesso ormai accettato, ma quando vede la figlia adornata con i gioielli della madre, pronta a scappare con il fidanzato, rivede in lei la moglie e, stroncato dal dolore, muore. 

L’abito nuovo è una commedia scritta a quattro mani da Eduardo De Filippo e Luigi Pirandello nel 1935, appartenente al filone della “Cantata dei giorni pari“. Rappresenta un adattamento di una novella dello stesso autore siciliano dal titolo omonimo.

Eduardo racconta che nel 1932 al teatro Quirino fu annunciata la presenza di Luigi Pirandello tra il pubblico, a seguito di ciò i due commediografi andarono a cena insieme e Eduardo chiese a Pirandello se gli potesse scrivere una commedia, Pirandello affermò che avrebbe avuto senz’altro difficoltà a scrivere in napoletano, ma che entrambi insieme potessero realizzarla.

La scelta si ripose sull’abito nuovo, che venne scritta in quindici giorni presso la casa di Luigi Pirandello in Roma, via Bosio 15, dove Eduardo appose alcune modifiche al testo pirandelliano in quanto molto spigoloso.

Terminata la scrittura, Eduardo rimandò costantemente la trasposizione e la prova della commedia, nonostante Pirandello glielo chiedesse frequentemente, in quanto a giudizio dell’artista napoletano la commedia di Pirandello era troppo drammatica ed il pubblico dell’epoca non era pronto. Quando alla fine si decise di metterla in prova, Luigi Pirandello poté vederla solo il primo giorno poiché dopo due giorni morì.

La prima rappresentazione, avvenuta a Milano al Teatro Manzoni il 1º aprile 1937, pochi mesi dopo la morte di Pirandello, ebbe un’accoglienza tiepida: Peppino De Filippo, profondamente avverso all’abbandono della drammaturgia napoletana in favore di adattamenti di opere altrui, criticò aspramente la scelta drammaturgica del fratello, sebbene figurasse nel ruolo di Concettino Minutolo[1]. Nel 1964 Eduardo riprende la commedia in un’edizione televisiva che oltre a lui vede tra gli interpreti Ugo d’AlessioCarlo Lima e Pietro Carloni.

Trama

Concettino Minutolo cerca un consiglio dall’avvocato Boccanera perché si è innamorato della ballerina Celie Bouton, contro la volontà del padre in quanto già promesso di Assunta, figlia di Michele Crispucci e della stessa Bouton, che lasciò la famiglia 18 anni prima.

Di lì a poco, a causa di un incidente durante una sfilata con i cavalli, la Bouton muore e Michele eredita una casa lussuosa e un guardaroba disdicevole per la figlia, per cui è combattuto sull’accettarli.

Nel terzo atto, Concettino si presenta in casa Crispucci con una parte delle ricchezze della Bouton nel tentativo di convincere Assunta a fuggire con lui e sposarlo, finché non torna a casa Michele, con un abito nuovo e elegante, ma ubriaco e disperato, perché quella ricchezza è il lascito di una donna infedele, e delirando sviene (o forse muore) facendo il gesto delle corna contro se stesso.